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c a in: r o

Furor centra virtute , or qui combatte
D'Asia in un picciol cerchio il grande impero
Chi può dir, come gravi e come ratte
Le spade son ? quanto il duello è fero ?
PalTo qui cose orribili, che fatte
Furori, ma le copri quel!' aer nero :
D'un chiariilìmo Sol degne, e che tutti
Siano i mortali a riguardar ridutti.
li.
Il popol di Gesù dietro a tal guida,
Audace or divenuto, oltre si spinge:
E de' suoi meglio armati all'omicida
Soldano intorno un denso sluol si stringe.
Ne la gente fedel più, che V infida,
Ne più quella, che quella il Campo tinge ;
Ma gli uni e gli altri, e vincitori e vinti
Egualmente dan morte, e sono e (tinti.
ut.
Come pari d'ardir, con forza pare
Quinci Austro in guerra vien, quindi Aquilone
Non ei fra lor, non cede il cielo, o '1 mare
Ma nube a nube, e ssutto a ssutto oppone.
Cosi né ceder qua, nè là piegare
Si vede l'ostinata aspra tenzone.
S'affronta insieme orribilmente urtando
Scudo a seudo, elmo ad elmo, e brando a brando
liit.
Non meno intanto son feri i litigi
Dall' altra parte, e i guerrier folti e densi.
Mille nuvole , e più d'Angioli stigi
Tutti han pieni dell'aria i campi immensi:
E dan forza ai Pagani $ onde i vestigi
Non è chi indietro di rivolger pensi.
E la face d'inferno Argante infiamma,
Acceso ancor della sua propria fiamma,
 
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