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191-194, 253 255, 274, che ne dànno sui rovesci la
rappresentazione (').

a. 144. — Il Corpus pistorum innalza una statua
ad Antonino Pio. La base con la iscrizione C. I. L.,
VI, 1002, secondo l'affermazione del Ligorio (cfr. più
avanti, agli anni 1540-1546), sarebbe stata ritrovata
presso il tempio di Faustina: all'affermazione ligo-
riana gli editori del C. I. L. negano fede ; il Lanciani
{Storia degli scavi, II, 194) propende a crederla vera.
La questione non può risolversi : resta pertanto incerto
se la statua debba considerarsi come appartenente in
qualche modo al tempio.

a. 161. — Muore, il 7 marzo, Antonino Pio, il

quale « a senatu divus est appellatus.....Decreti

« etiam sunt omnes honores qui optimis principibus
« ante delati sunt : meruit et flamine-m et circe nsès
« et templum et sodales Antoninianos » (Hist. Aug.,
vita Pii, e. 13).

Invece di costruire un nuovo tempio, viene dedicato
anche all' imperatore il tempio di Faustina, premet-
tendo al nome di questa l'iscrizione, sul fregio del
pronao, divo Antonino-et (C. I. L., VI, 1005) (!).

I «sodales Antoniniani» (sui quali vedi De Ruggiero,
Dizionario epigrafico, s. v. « Antoninianus » ) tengono
le loro adunanze « in aede divi Pii et divae Faustinae »
come leggesi nei frammenti superstiti dei fasti di quel
collegio (ved. più avanti, agli anni 213-216).

a. 176. — Il senato innalza a T. Vitrasius Pollio
una statua « habitu civili in pronao aedis divi Pii »
(C. I. L., VI, 1540; cfr. Prosopographia Imp. Rom.,
III, 78, 558).

a. 176-180. — Il senato innalza a M. Bassaeus
Rufus una statua « civili amictu in tempio divi Pei »
(C. I. L., VI, 1599; cfr. Prosopographia Imp. Rom.,
I, 230, 57).

I1) Il De Ruggiero, Foro Rom., 205, rileva le differenze
tra le varie rappresentazioni delle monete e tre ne riproduce.

(') Erra il Canina (Edifiti, I, 62) affermando che da prin-
cipio il nome di Faustina fosse incido sul fregio e che poi sia
stato trasportato sull'architrave per mettere sul fregio il nome
di Antonino. Invece il nome di Faustina fu messo fin da prin-
cipio sull'architrave': è stato già osservato da altri (Nibby,
Roma ant., II, 633; C.I.L., VI, 1005; Hiilsen, Foro Rom..
184) che la iscrizione, quale risulta oggi, è di due tempi di-
versi: nelle parole divo antonino non è segnata la lun-
ghezza della vocale i come regolarmente nelle parole dIvae
favstInab.

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a. 213-216. — A questi anni si riferiscono i
frammenti superstiti dei fasti dei « sodales Antoni-
niani» (G.I.L., VI, 2001; cfr. sopra, all'anno 161).

a. 212 (?). — Per ordine di Caracalla « occisus
est Petronius [Peter : Patruinus~] ante templum divi
Pii » (Hist. Aug., vita Antonini Caracallae, c. 4;
cfr. Prosopographia Imp. Rom., Ili, 372, 10:;).

a. 253-268. — Il biografo di Gallieno Salonino
ricorda una statua presso il « templum Faustinae »
con l'iscrizione « Gallieno minori Salonino » (Hist.
Aug., vita Gallieni, c. 1).

sec. IV. — Il « templum Faustinae » è registrato
nella Notitia alla reg. IV (cfr. Urlichs, Cod. urbis
Romae top., 7).

sec. VH-T1II. — L'Armellini (Chiese2, 156)
pone fra il VII e 1'VIII secolo l'origine della chiesa
di S. Lorenzo. L'opinione non è confortata da alcuna
prova; ma è verosimile: fra il VI e l'Vili secolo,
come è noto, parecchi edifìci civili e sacri attorno al
Foro furono adattati ad uso cristiano (').

La chiesa di S. Lorenzo, dall'origine a tutto il
sec. XVI, occupò non la cella, ma il pronao del
tempio.

a. 1074. — In un contratto di enfiteusi per un
terreno di proprietà di S. Maria Nova (13 maggio 1074)
è indicato un « ortus venerabìlis monasterii sancii
Laurentii quod vocatur de Mirandi (Fedele, Tabu-
larium S. Mariae Novae, in Arch. Soc. rom. si. p.,
XXIII, 226, doc. XXIV). È la più antica menzione
della chiesa e dell'annesso monastero; mi pare che
da essa si debba dedurre che l'appellativo « in Miranda »
sia stato in origine non della chiesa, ma del monastero.

La ipotesi che Miranda sia il nome della fonda-
trice o di una benefattrice della chiesa (Armellini.
Chiese2, 156; Lanciani, Ruins and excav., 218) deve
dunque modificarsi — e apparisce più verosimile —

(') Le invocazioni e i simboli cristiani, graffiti sulle co-
lonne del pronao del tempio di Antonino e Faustina (resi noti
dal Lacour Gayet in Mèi. de VÉcole franp., 1885, 226 e segg.)
appariscono di età antica ; ma sarebbe arbitrario metterli in
relazione con la trasformazione del tempio in luogo di culto
cristiano.

Fra i marmi giacenti nel pronao ho trovato un pulvino
che porta croci equilatere a rilievo. Appartenne alla chiesa,
ma non è elemento sufficiente per un dato cronologico ; l'uso
del pulvino sopra art capitello, dal sec. IV si perpetua fino al
sec. XI.

IL TÈMPIO DI ANTONINO E FAUSTINA
 
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