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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0167
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332 Capo IV. - Scene della Ri.-,.

s'è gettalo a terra e non usa al/art- li li t urlìi; quello dietro s'e-
levato in parte dal suolo e sta contemplando il (.{[viri Mar-Siro,
al pari dei due nel fondo, che stando in piedi tendono le
mani verso di lui, l'uno ladestra, l'altro la sinistra in cui stringe
un rotolo chiuso, mentre Gesù, mandando loro un ultimo
sguardo, ascendi al cielo, cioè sale su un monte la cui vetta
tocca il cielo, donde sporge la mano di Dio Padre che, presolo
per la destra, lo trac a se. Così l'artista espresse alla lettera
l'articolo: ascendi! in nnìum del simbolo apostolico. Non gli
nostrare il Signore che, levato in aria
per propria virtù, va a raggiungere Dio Padre nel ciclo.
Ma le varie attitudini dei:li apostoli rendono la scena molto
fanno un felice riscontro della preghiera
nell'orto di Getsemani effigiata nell'angolo sinistro. Come
si sa, il particolare dilla mano sporgente da nuvole era cono-
sciuto anche all'arte pagana'.

2. D'una simile ascensione al cielo esiste un secondo
esempio sopra un frammento d'un piccolo sarcofago del
Museo di Clermont'. La scultura, che per molto tempo stette
affìssa alla parete esterna della cattedrale, è assai rovinata;

nella sua semplicità essa non offre che il Signore in atto di
salire per l'erta di un monte, alla cui sommità si vede un
avanzo informe della mano celeste (lav. XXVII, a). Non
si pntrehhr immaginari- mia rappresentazione più prosaica
dello spettacolo grandiose) dell'ascensione al cielo, che nel
secolo tv esìsteva già nell'arte monumentale. La suppongono,
come fu rilevato, alcuni sarcofagi con la consegna della Legge
a s. Pietro, sopratutto il latcranens:' 174 (fati. CXXI, 4,
p. 176)'. Il celebre rilievo in legno della porta di S. Sabina
ne mostra già un compendio ': all'ascensione assistono ivi,
oltre la Madonna, soltanto Pietro e Paolo quali rappresen-
tanti del Collegio apostolico, mentre nella composizione ori-
ginaria figuravano certo tutti gli apostoli, come i testimoni
più autentici dell'avvenimento. Ne diamo a pagina prece-
dente una copia fotografica (fig. 210). Del resto la forma
che la scena assunse nell'arte monumentale, male si adat-
tava alle fronti dei sarcofagi, essendone la metà superiore
col Cristo troppo stretta per la larghezza della metà infe-
riore eoll'intiero collegio apostolico. Così se ne spiega l'as-
senza totale nella scultura funeraria.

CAPO V.

COME FURONO EFFIGIATI I DEFUNTI.

Nelle sculture funerarie primeggia fin da princìpio la
figura del defunto (0 defunta). Cosa naturale, essendo la sua
salma deposta nel sarcofago decorato dì immagini sacre, le
quali, per conseguenza, debbono riferirsi in modo speciale
a lui. Spesso ci si è presentata l'occasione di mostrare come
furono effigiati i defunti. Ora riassumeremo tutte le varie
forme, dandone una brevi illustrazione complessiva.

| I. - Defunti come oranti.

Il ricco sarcofago della Salaria, che, risalendo alla metà
incirca del secolo li, è il più antico di tutti, servi forse di
sepolcro ad una signora dell'aristocrazia romana. Le scul-
ture mostrano la defunta nella scena più importante della
sua vita: la conversione dal paganesimo al cristianesimo.
frutto dell'insegnamento impartitole da un dottore in abito
filosofico, che fa pensare a s. Giustino, filosofo e martire
(to'. /, 1).

La scena dell'insegnamento non e rimasta isolata; essa
ritorna, più o meno modificata, sol sarcofago gallico di Bri-
gnolles della fine del secolo II '. su quello di S. Maria antica
del princìpio del secolo ili, e su tre altri, romani, tutti preco-
li (toc*. /, 2 e 3; II, 1 e 3; IH. 4)- Come notammo,
a appare anche su monumenti dell'arte classica, che

1. Gaak, p. S7, i,..t.,

gli artisti cristiani mìsero, naturalmente, a profitto. Onde
dì necessità una certa somiglianza delle rappresentazioni cri-
stiane con quelle pagane. La scena dell'insegnamento è.

La nostra composizione è fra le più perfette. Gli artisti
dei due sarcofagi de! secolo 11 ci presentano la defunta non
solo come catecumena, ma anche come fidelis, effigiandola
in atto di preghiera accanto al Buon Pastore e a Pietro
Pastore, che si sono accollati la pecorella, simbolo dell'anima
della defunta, per portarla io paradiso.

È la prima volta che la defunta comparisce nella scult in
come orante. Non occorre più tornare sopra la spiegazioni
data al suo accoppiamento col Buon Pastore da coloro che
riconobbero nell'orante la « sposa del Buon Pastore »
Chiesa -, spiegazione cara ai nostri predecessori, ma che oram ai
può ritenersi antiquata. Come il Buon Pastore, cosi anc he
l'orante è la favorita dell'arte funeraria di tutti i tempi. Già
nel mio Ciclo d'immagini erislubi^ù-hr detti la definizione della
figura orante'; oggi, dopo quaranta anni di ulteriori ricerche,
non ho niente da aggiungervi ne da modificare, checché r
dica in contrario qualche recente scienziato: le oranti rapprc
sentano le anime dei defunti supposte nella felicità e
dove pregano per i superstiti, l'issi- esprimono quindi in im-
magine ciò che i superstiti implorano nelle preghier
 
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