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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0106
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cui le sculture sono mollo più chiare delle pitture che rap-
presentano Trilli.» cune pescatori', una volta accanto all'an-
gelo. I fondi d'uro imiw somigliano alla scultura '.

§ IV. - Gli esploratori della Terra promessa.

Degli esploratori recanti il grappolo d'uva della Terra
promessa esiste un solo esempio sul copcrchiod'un sarcofago
del Musiti ili Marsiglia (tur. XVII, 2) da noi illustrato a
p. 185. Ambedue sono destinati l'uno per l'altro ed offrono
nella scelta dei loro soggetti un simbolismo cosi chiaro, che
parla da sé: nella fronte del sarcofago lediamo !a consegna
del volume della Ij-g.se a Pietro: nella metà sinistra del co-
perchio i cervi che si dissetano alla sorgente, come simbolo
del battesimo; nella metà desini la conversione dell'acqua in

vino accanto agli esploratori col grappolo d'uva, come sim-
boli eucaristici; nel centro, finalmente, la cartella dell'iscri-
zione sorretta da putti, e al disopra due delfìni con in bocca
un cibo di forma rotonda, che si accostano al monogramma
di Cristo fiancheggiato dall' A e 0), entro la corona, quindi
una variante graziosa del gruppo dei defunti ai piedi del
Signore.

Il ciclo rappresenta pertanto la fondazione della Chiesa
con a capo s. Pietro, i due principali sacramenti del batte-
simo e dell'eucaristia e i due fedeli defunti, deposti nel sar-
cofago, che si sono cibati dell'eucaristia, pegno della vita
eterna. Molto opportunamente l'artisin dell'importante sarco-
fago del cimitero di Pretesta tu si limitò ad un solo grappolo
d'uva, effigiandolo sulla edicola di Lazzaro ((ai). CCVII, 2).

APPENDICE.
SARCOFAGI DI MARTIRI.

Posto p



vi!,. ■ i..;i,t li '. ì sarcofagi. Una volta
ve ne incontrami 1 , : Su q tal» >; » it spesso tre. Uno di
questi ultimi coperchi, ancora inedito, che appartiene al sar-
cofago di una martire, ci permetterà di dare uno sguardo
a qualche ambiente dove si coltivavano anche studi del Vec-
chio Testamento, essendo finora un unicum, lo faremo seguire
al quarto libro a guisa di appendice.

§ i. -Sarcofagi di una vergine martire.

È un fatto che fino ad oggi non si è potuto indicare un
sarcofago con sculture di soggetti sacri, nel quale certamente
sia stata deposta la salma di un martire. Né al Bosio ne a!
de Rossi toccò mai la fortuna. Sono, è vero, ben noti i sar-
cofagi dei martiri Valeriano e Tiburzio, Massimo e Cecilia,
che riapparvero durante i lai-ori eseguiti nella cripta della
basilica dì S. Cecilia dalla munificenza del ordinale Rampolla
di s. m., ma sono sarcofagi privi di sculture sacre, acquistati
belli e fatti in officine pagane. Quello supposto di s. Cecilia
è a cinque scompartimenti ed offre, agli angoli, 1 gemetti
delle stagioni, nel centro il clipeo con un'immagine identica
a quella riprodotta a lav, CLXXXV, 2, cioè un busto di
donna senza velo, due uccelli in basso, e rosette negli inter-
stizi; quello di s. Massimo ha la stessa ornimrn(azione, colla
differenza che nel centro sta, sopra una colonna, la fenice che
sorge, ringiovanita, dalle proprie ceneri (ft%. 168). Tanto il
busto che i putti delle stagioni e la fenice furono scalpellati,
senza dubbio per indicare che i sarcofagi non sono siati ordi-
nati per i martiri, al pari delle lastre con iscrizioni di loculi
distrutti, che, riadoperate per chiudere loculi posteriori, fu-
rono capovolte o messe in opera con la faccia scritta verso

' Ghhrccci, IV, m. 173. 8-io.

' G. li. (ìiatmu.1 in Cusmm tarli-ilicta, Uuma. 190!. p. trt(i W*, dove

l'interno dei loculi. Soltanto il sarcofago dei ss. Valeriano e
Tiburzio, dalla forma di letto, t.\/ni, rimase intatto, perchè
è decorato di semplici stridili e di due zampe di leoni agli

Essendo il sarcofago un oggetto di lusso, i martiri vennero
seppelliti ordinariamente, come i fedeli in genere, in tombe
preparate entro cimiteri

Nessun se-
gno indicava nei primi
tempi la qualità di mar-

Le

dei

papi deposti net sem-
plici loculi della cripta
papale a S.Callisto, sol-
tanto verso la fine del
secolo in cominciarono
a portare la sigla della
parola MAPTYP, come
si e potuto verificare per
gli epitaft di Poliziano e
Fabiano, mentre quello
di Cornelio, morto esule
a Centocclle, ha la pa-
rola intiera: MAR.TYR.
Cosi pure sulla lastra
del loculo di s. Giacinto'.

A parte le grandi spese, la fattura d'un sarcofago adomo di
sculture più o meno numerose, richiedeva un certo tempo, e
il trasporto ne era soggetto a difficoltà non indifferenti, tutte
circostanze poco favorevoli alla scelta d'un cosi fatto sepolcro
per la deposizione d'un martire. E se ad onta di tali difficoltà
un martire venne deposto in un sarcofago per lui preparato,

• Vedi WlLPBRT, Ili, l'apuzriiher in:./ dir tjiriliragrufl llrr Kataktmbr drt

Flg. 168.
 
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