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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0107
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questo, divallilo in seguito oggetto di
facile accesso ;ii fedeli, per conseguenza anche più esposto alla
distruzione da parte degli ìhi/iìì hurlmii, sin stranieri, sia indi-
geni. Ciò che il papa Vigilio dice degli ep itati, si deve per-
tanto estendere anche ai sarcofagi: perii! Ululili coiijracto
marmare sanctus'. Cosi, per citarne un esempio, scomparve
il sarcofago in cui riposavano le salme dei martiri Marco e
Marcel liano; soli) la co lussa le base marmorea, esistente tuttora
i» siili, nella loro cripta primitiva, indica il luogo dine esso
era collocato. Tutte queste considerazioni ci spiegano la
mancanza, fin qui assoluta, dei sarcofagi di martiri.

Oggi però io credo di poter presentare agli studiosi l'arca
d'una vergine martire, decorata di sculture sacre, con scene-
in gran parte del Vecchio Testamento. Ecco, in due parole,
come fu scoperta.

Qualche anno addietro feci demolire a San Callisto, nella
galleria del primo piano, al disopra della cripta di s. Eusebio,
un vecchio muro di rinforzo, composto in gran parte dei fram-

vedian.o Giobbe codi
nella metà destra l'arca di
funta dietro il quale pendi
putti alati. Il busto e
del Vecchio Testamei
capitoli II, V e X. Il
grata, parimente surr
L'uso di scolpin

di Giacobbe,
al busto della de-
tcnda sorretta da
periti; le tre scene



t dei putti

ntro è occupato dalla cartella anepi-
a da putti alati.

1 busto del defunto, o defunta, in
scene del Vecchio Testamento è, come vedemmo,
sui coperchi, soprani ito del tv secolo; il solo ci-
mitero dei Santi Marco e Mareelliano ine ne ha fornito tre
esempi, due con ritratti femminili, il terzo con quello d'un
giovane chiamati! MaccJoitiaiiits . IVI coperchio nostro scelsi
un ritratto femminile, e ciò per la ragione che si dirà in
seguito (toro. CL1X, 2, e CLX, i).

La cartella nel centro del coperchio contiene, invece del-
l'iscrizione, una cavità rettangolare, lunga cm. 14, alta 4%,
profonda f>%. Questo particolare enigmatico trova in tutta
la scultura, romana e provinciale, un unico anali);:;,n, nel foro
quadrangolare d'un coperchio di sarcofago della cripta di
S. Massimin.» presso Marsiglia (top. C.V.V, I). Nella sua il-
I Garriteci non ne tiene conto; anzi, il foro



i.NICl..- (/■/.».,■,



manca nella sua copia'. Non cosi il Le Blant, il quale lo

Vi lenire dell'i geuics ailés accostant une tes-
sere sans l'inscription; l'ouverture quadrangulairc qui est
pratiquée dans ce cartouche marque, à n'en pas douter, que
le marbré a recouvert ime tombe sainte; c'était une de ces
jeneslellae par lesquelles les tìdèles faisaient passcr d'ordi-
nare dans rinierieiir dea sépultures vénérées les objets qu'ils

voulaient sanctifur et emporter cornine des reliques » '. L'in-
signe archeologo francese cita parecchi esempi di Jer.esttUae,
però del tutto differenti, fra cui quella della tomba di s. Pie-
tro. Di " fenestelle " praticate in coperchi di sarcofagi, non
esìste finora che quella in parola.- Non si conosce poi il sar-
cofago cui appartenne il coperchio, poiché l'attuale non è
il suo. Ma E. I.e Blant risponde alla difficoltà che si po-
trebbe fare contro la destinazione di un tale foro «qui donne
accès dans un espace libre de tous cótés », rinviando a testi
antichi, qui nous muntivi» les tomlics saintes omees d'une
palla ou de quelque ornament qui en voilait le sommet ■ '■
D'altra parte è noto che codeste reliquie consistevano ordi-
nariamente in pezzi di stoffa (bramlea) e che pezzi anche
piccolissimi solevano portarsi come amuleto''. L'inteqjrcta-
zione della cavità proposta dal Le Blant non sembrerebbe
pertanto inverosimile. Non si sa quando né perchè, esso fu
chiuso con una lastra sottile di mica, come risulta dalla fo-
tografia che ne feci trarre (fe. 16'j e iyo) '.

Malgrado la sua piccolezza, la cavità del nostro coperchio,
non mostrando la menoma traccia di qualsiasi riempimento,
potè forse servire per l'accennato scopo. Ma non possiamo
addurne una prova convincente, trattandosi d'un caso finora
unico. Merita in ogni modo qualche considerazione la circo-
stanza che il coperchio chiudeva i! sarcofago d'una martire,
come cercheremo di provare.

Oltre i frammenti del coperchio, ne uscirono, dal vecchio
muro disfatto, ancora più di cinquanta, che mi bastarono per

posizione che s'impone senz'altro; tuttavia non ei L- emisi mito
indicare il luogo preciso. A tav. CL1X, 2, diamo il sarcofago
con le lacune supplite. È a cinque scompartimenti. Nel
centro sta la figura di una giovane non velata, la cui
bella testa sfuggi quasi per miracolo ai colpi di mazza.
A ''« . CLX, 1. e riprodotta a due terzi incirca dell'origi-
nale, tìi tratta, non occorre rilevarlo espressamente, della
defunta che età deposta nel sarcofago. Sembra inoltre più
che probabile che avesse le mani espanse in atto di pre-
ghiera. Ai piedi ha una capsa chiusa per libri, con un
uccello, simbolo dell'anima, posato sopra il coperchio, e, di
contro, un l'ascio di volumi. Agli angoli stanno i due prin-
cipi degli apostoli, Pietro a sinistra, Paolo, acefalo, a destra;
entrambi con un l'ascio di volumi ai piedi; il primo ha
rotolo mezzo svolto nella sinistra e tiene la destra ini
avanti il petto; l'altro stringe con Li sinistra un lembo del


 
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