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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0114
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CAPO I.

LE SCENE D'INFANZIA DI NOSTRO SIGNORE.

\ le pitture cimiteriali più auliche vanno an-

c quelle che si riferiscono all'infanzia di

| Nostro Signore: nella «ina ilei Magi dipinta sul-

eappella greca» Gesù si presenta

e bambino fascialo in seno alla verdine madre; e sopra
un loculo vicino egli è effigiato come bambino nudo, ugual-
mente nelle braccia della madre, ed accanto al profeta
Isaia clic e in atto di pronunciare la profezia: i Ecce virgo
eoncipiet et pariet fìlium ». Queste pitture sono del secolo il;
esse rappreseli!ann rio che il Simbolo apostolico esprime in
parole: Credo in lesum Christum,... Dominum nostrum,
qui conceptus est de Spiritu sancto, natus ex Maria virgine -.

Pitture ed articolo del Simbolo sono poi conformi al
fatto che la concezione soprannaturale e la nascita vera e
reale di Gesù Cristo appartengono alte verità di fede, che
di buon'ora e con grande accanimento furono combattute
da eretici. Mirando i Dotiti, s. Ignazio, vescovo e martire,
scrive ai Trallianì: ■ Otturatevi le orecchie quando vi si
parla all'infuori di ( iesii ('risto, i! quale, della stirpe di David,
è realmente nato da Maria.,. » '. Nella lettera agli Efesini lo
stesso padre precisa ancora più il sito Credi), aggiungendovi
altre verità: ■ II Nostro Dio, Gesù tristi), è stato concepito,
sili lido la dispensazione divina, nel seno di Maria, del seme
di David, ma dello Spirito santo; egli è nato ed è stato battez-
zato aftin di purificare l'acqua per mezzo della Passione » -.
Perciò anche il battesimo di Gesù Cristo nel Giordano è una
delle scene che fin da principio furono rappresentate dai pit-
tori delle catacombe. L'abbiamo incontrato anche sulle scul-
ture, e lin dal principio del secolo tu; i il t imam ente ancora
se ne trovò un frammento negli scavi di S. Sebastiano
{tav. CCXV, 5). Perciò fu altresì compost;
l'angelo appare in sogno a san Giuseppi
ogni dubbio circa la concezione soprannaturale di Maria,
impone di prenderla in casa sua : « quod enim in ca nati

' Kp. Troll.. .,: P'eMi, Opera palmi» apoil.,p. 108.

est, de Spiritu sancto est ». Di questa scena esistono due
soli esempi nella scultura gallica : in Arles e Le Puy. Sulla
seconda scultura si vede inoltre l'effetto del sogno : « Exsurgens
autem Ioseph a sonino feci! sicut praccepit ci angelus Do-
mini, et acccpit coniuga» suam » '. Ma di queste rarissime
sculture abbiamo già trattato di sopra \

Di una scena, che più tardi non manca mai nei cicli cri-
stologia, 1'' Amumzìazìoiie, non ne abbiamo, invece, nessuna trac-
cia nella scultura funeraria antica. Bisogna scendere al tempo
di Tcodcrìco, per trovarne un esempio, nell'arte di Ravenna.
La scultura, notissima, adorna il fianco destro del sarcofago
detto di Eliseo. Maria col capo coperto dalla palla, è seduta
e occupata a filare la lana, tirandola da un canestro posto ai
suoi piedi. Cosi riceve il messaggio divino dell'arcangelo Ga-
briele che si avvicina con le ali alquanto spiegate e facendo
con la destra (distrutta) il gesto di parlare. Manca la colomba
dello Spirito santo, al pari delle due pitture cimiteriali del-
l'Annunziamone, su cui manca, s'intende, anche quel partico-
lare preso dagli apocrifi, il cesto con la lana.

Finalmente, la l'isitasioite, che sul sarcofago ravennate fa
da riscontro all'Annunziamone, è in tutta l'arte cimiteriale un
ùtthÌ; Mya/ierov. La scena è semplicissima: le due sante s'in-
contrano e si danno la mano. A causa di questo movimento
la parte della paliti gettata sul dorso fa in entrambe uno svo-
lazzo. La conservazione è peggiore di quella del riscontro:
Ì visi sono irriconoscibili; appena si può dire che le teste erano
velate. Nel fondo due cipressi d'una forma convenzionale '.
Ciò non ostante i due rilievi stanno ancora in qualche rela-
zione con la scdltura antica. «Ccs deux bas-reliefs », osserva
Charles Bayet, ■ se distingu.nt par certa ine* quali tés d'cxécu-
tion qui deviennent alors assez rares: on sent que l'artiste n'a
point tout à fait perdu l'habitude de tailler la pierre pour en
faire sortir des personnages... » ". Raramente avremo occasione
di notare tali qualità nella scultura ri

• Tatv. XX, i. p.l3*g.; XXVI, :
 
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