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Scati, Vittorio: Studi sulle antichità acquensi
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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
dissima, sia per la sua ampiezza e pel numero dei suoi
abitatori, sia pei traffici commerciali di cui fu l'emporio.
Di cotesto fatto fanno fede non solo le asserzioni degli
antichi scrittori, ma monumenti dei quali ora vogliamo
discorrere; per quanto ha tratto però all'epoca ligure dob-
biamo contentarci delle scarse memorie lasciateci dagli scrit-
tori Greci e Latini.
Sarebbero certamente opportunissimi e preziosi mo-
numenti, tombe e cimelii, che si riferissero all'epoca li-
gure , ma niuno ne esiste a nostra cognizione ; e di ciò
debbesi dar causa alla poca civiltà dei Liguri ed alla
povertà loro, onde pare non usassero rivestire i loro morti
di armi e di gioielli e riporli in iscavati sepolcri, come
costumavano gli Etruschi loro contemporanei, nò come
questi murare fortezze o templi atti a sfidare le ingiurie
dei secoli.
E da notarsi ancora essere uso comune nel nostro
paese, anche fra le persone di qualche coltura, lo attribuire
senz'altro all' epoca romana tutte quante le scoperte che si
vanno facendo tuttodì negli scavi del nostro circondario,
che sebbene in molti casi tale prevenzione si verifichi esatta,
per la presenza di monete, o pietre scritte, o di oggetti
aventi speciale e ben definito carattere romano, tuttavia
può essere avvenuto in molti casi che siasi attribuito ai
Romani ciò che veramente era dei Liguri.
Sventuramente fu e sarà forse ancora per molto tempo
impossibile di verificare e studiare codesti oggetti per la man-
canza che si deplora in Acqui di un museo, ove questi si
possano raccogliere e consultare dagli studiosi, mentre tutti
al presente vanno miseramente dispersi. Onde avviene questo
fatto curioso , che le anticaglie acquesi si trovino un po'
dappertutto, tranne in Acqui stessa. Non ci riuscirà im-
possibile ciò malgrado di rintracciare col pensiero almeno
ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
dissima, sia per la sua ampiezza e pel numero dei suoi
abitatori, sia pei traffici commerciali di cui fu l'emporio.
Di cotesto fatto fanno fede non solo le asserzioni degli
antichi scrittori, ma monumenti dei quali ora vogliamo
discorrere; per quanto ha tratto però all'epoca ligure dob-
biamo contentarci delle scarse memorie lasciateci dagli scrit-
tori Greci e Latini.
Sarebbero certamente opportunissimi e preziosi mo-
numenti, tombe e cimelii, che si riferissero all'epoca li-
gure , ma niuno ne esiste a nostra cognizione ; e di ciò
debbesi dar causa alla poca civiltà dei Liguri ed alla
povertà loro, onde pare non usassero rivestire i loro morti
di armi e di gioielli e riporli in iscavati sepolcri, come
costumavano gli Etruschi loro contemporanei, nò come
questi murare fortezze o templi atti a sfidare le ingiurie
dei secoli.
E da notarsi ancora essere uso comune nel nostro
paese, anche fra le persone di qualche coltura, lo attribuire
senz'altro all' epoca romana tutte quante le scoperte che si
vanno facendo tuttodì negli scavi del nostro circondario,
che sebbene in molti casi tale prevenzione si verifichi esatta,
per la presenza di monete, o pietre scritte, o di oggetti
aventi speciale e ben definito carattere romano, tuttavia
può essere avvenuto in molti casi che siasi attribuito ai
Romani ciò che veramente era dei Liguri.
Sventuramente fu e sarà forse ancora per molto tempo
impossibile di verificare e studiare codesti oggetti per la man-
canza che si deplora in Acqui di un museo, ove questi si
possano raccogliere e consultare dagli studiosi, mentre tutti
al presente vanno miseramente dispersi. Onde avviene questo
fatto curioso , che le anticaglie acquesi si trovino un po'
dappertutto, tranne in Acqui stessa. Non ci riuscirà im-
possibile ciò malgrado di rintracciare col pensiero almeno