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Bullettino di archeologia cristiana — 7.1869

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Nr. 2 (Marzo e Aprile 1869)
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Ampolla dell' olio di s. Menna martire scoperta in Arles
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https://doi.org/10.11588/diglit.22273#0040
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— 32 —

nazioni. Le quali notizie bastano a correggere Terrore della
Reme archéologique, 1. c., che l'ampolla TQYArlOY MENA
confuse con i vasi ed utensili sepolti insieme ai defonti.

Eccetto i vasi gerosolimitani serbati unicamente nel te-
soro di Monza, la sola ampolla di sacri olii e di eulogie, che
a noi sia pervenuta, è cotesta del santo Menna; e gli esem-
plari ne sono numerosi. Solennissimo adunque ed assai vi-
sitato dee essere stato il santuario, del quale per l'Oriente
ed anche per l'Occidente tante eulogie furono disseminate.
In fatti nell'istoria dei santi Ciro e Giovanni scritta nel se-
colo VII leggiamo, che s. Menna fu martire illustre in tutto
il mondo cristiano , e specialmente venerato nell1 Egitto e
e nella Libia (1). Nella vita di s. Appollinaria è fatta men-
zione espressa dei pellegrinaggi alla chiesa di s. Menna verso
la Libia (2). Altrove leggiamo che da Alessandria per il Iago
Mareotide si andava a s. Menna (3). Oggi poi la distanza
precisa del sepolcro di s. Menna da Alessandria ci è inse-
gnata da Epifanio monaco, scrittore del secolo XI; il quale
nella descrizione della Siria e dei luoghi circonvicini, edita
esattamente dalDressel (4), testifica che nove sole miglia lungi
da Alessandria all'Occidente riposava quel martire: naìnpog
^vatv tvjs *A\y)%txv$pEÌotg, <£>g à.nò (jaìSuv ìvvia, mnou b
cr/iog Mrjvag. Laonde, essendo stata tanta la vicinanza di
quel santuario ad Alessandria, non dee fare meraviglia che
il martirologio geronimiano agli 11 di Novembre registri:
Alexandria metropoli sancii Minatis, e sagacemente il Fio-
rentini affermò, che cotesto Minate è il celebre Mena o Menna
al cui sepolcro i fedeli accorrevano da ogni parte e che ve-
ramente fu festeggiato nel predetto dì di Novembre (5). Che
se nei greci menèi è scritto, il corpo di s. Menna essere stalo
trasferito a Costantinopoli circa il 625 ; ciò è inconciliabile
con la testimonianza del monaco Epifanio, e conferma i gra-
vissimi dubbii svolti dal Tillemont, che due santi del me-
desimo nome sieno stati tra loro confusi e 1' uno colf altro
scambiati (6). Certo è però che il Menna degli 11 di No-
vembre, fu l'egiziano, ed ebbe culto solenne eziandio in Oc-
cidente. In Roma fu eretta al suo onore una chiesa, ad-
ditataci dai topografi sulla via Ostiense, nella quale il magno
Gregorio pronunciò un'omelia (7). La dedica d' una siffatta
chiesa, secondo la disciplina dei tempi anteriori al pontificato
di Gregorio, esigette la collocazione in essa di reliquie o
d'eulogie del santo. E veramente in Arles , ove 1' ampolla
àeìVeulogia di s. Menna oggi troviamo, fu in antico un ora-
torio dedicato a quel martire, secondo che m'insegna il pre-
lodato sig. abbate Albanès. Laonde quell'eufonia dalle mede-
sime topografiche memorie della chiesa arelatense riceve luce.
Del culto di s. Menna nel mezzodì della Francia riconosco
anche un indizio nell'epitaffio cruciforme del museo di Mar-
siglia; ove il defonto è chiamato Menas e Menate (8). Cotesto

(1) V. Bollane). Ada ss. 31 Jan. p. 1094.

(2) L. c. 5 Jan. p. 259.

(3) Surius, Vitae ss. H Nov. pag. 243.

(4) Epiphanii monachi et presbyteri edita et inedita, cura Alb. Dres-
sel p. 6.

(5) V. Fiorentini, Martyrol. occid. pag. 963.

(6) Mém. pour l'hist. eccl. T. V p. 758 e segg.

(7) V. Frontonis, Epist. et dissert. Hamburgi 1720 p. 236. Cf. Por-
celli, Kalend. Constantinop. T. I pag. 127.

(8) Le Blant, I. c. T. II p. 309. La vera lettura di quest'iscrizione

cognome era imposto ai fanciulli per divozione al celebre
santo, di che ragiono; e lo testifica l'autore del secolo VII sopra
citato (1). Myvckg, come Upcùxà;, Zvjvàg, ApxE'ixg, ' Ah£àg
e simili sono nomi contratti da My)VÓdrj)pog, TLpoxuyopag,
Z-ovófapog, ' Apxz'iiòcopog, 'AXè|av8/J©s; e i loro genitivi fu-
rono in àxog ed in « (2). Indi il Mvjva della nostra am-
polla, il Menatis del martirologio geronimiano, ed il Menate
dell'iscrizione di Marsiglia , il cui caso retto nell'iscrizione
medesima segnato è Menas.

Illustrata così la parte storica dell' ampolla TOY AriOY
MHNA, aggiungiamo due brevi parole sulla parte icono-
grafica. Nel rovescio del vasello è effigiato un orante tra
due croci e due informi animali. Il Birch, 1. e, scrive co-
lui essere Arpocrate , che tiene sospese per la coda due
bestie feroci. Una siffatta stranezza non merita esame nè
confutazione veruna. Nella Reme archéologique è scritto
che quell' immagine è di s. Menna fra due uccelli. Ma nei
due mostri, che stanno ai lati dell' orante, è più facile rav-
visare due rettili, che due uccelli; e bene il Birch li ha
segnalati per due bestie feroci. Nei varii racconti, che ab-
biamo del martirio di s. Menna, giammai si legge eh' egli
sia stato esposto alle fiere. Ma se si vuole un confron-
to di notabile analogia tra cotesto rozzissimo gruppo ed.
una scena figurata dell'arte cristiana , si volgano gli occhi
alle fibbie delle cinture di cuojo trovate in sepolcri del se-
colo VI e del VII nel Genevese e nella Borgogna; delle
quali fibbie ho indicato gli editori nel Bull. 1867 pag. 24.
Quivi Daniele è ritratto tra due leoni, rozzamente delineati
quasi verticalmente, e leccanti i piedi al profeta. Al lume
di questo confronto egli è chiaro , che eziandio nell' am-
polla di s. Menna è effigiato Daniele fra i due leoni. La
quale biblica scena riprodotta secondo l'antichissimo tipo dei
monumenti dell'Occidente (3) siili' eulogia del sepolcro d'un
martire alessandrino , ci rivela l'intenzione di alludere con
l'immagine d'un profeta del vecchio testamento ai martiri
del nuovo ed alla loro generosa costanza nella confessione
della fede in Cristo, simboleggiata nelle due croci delineate
nel campo presso la testa dell' orante. E questo è un no-
vello indizio delle analogie e delle relazioni che stringono
fra loro in beli' armonia e ad una comune origine richia-
mano i tipi biblici e il simbolismo dell' arte cristiana del-
l' Oriente e dell' Occidente (4).

Ogni perito intende , che l'ampolla dell' eulogia di
s. Menna è in circa contemporanea di quelle dei santuarii
di Gerusalemme serbate in Monza; è del secolo sesto, cioè,
o del settimo della nostra èra.

assai sagacemente mi fu proposta in lettera del 13 Novembre 1867 dal
sig. abbate Albanès: ma non la pubblico, essendo essa stata con pari sa-
gacia testé dichiarata nella Civiltà catt. 20 Marzo 1869 pag. 699 e segg.

(1) Bolland. Ada ss. 51 Jan. p. 1092.

(2) V. Schow, diaria papyr. mus. Borg. p. 50; Amati, Atti del-
l' accad. pont. di ardi. T. I pag. 95 ; Letronne , Revue ardi. T. I
p. 486 e segg. ; Inscr. de l'Egypte T. Il pag. 303; cf. p. 428.

(3) V. Bull. 1865 pag. 42, 43. Ma sui monumenti, nei quali Daniele
è effigiato vestito, vedi sopra tutto le osservazioni sempre dotte e pellegrine
del eh. sig. Le Blant, 1, c. T. I p. 493, 494.

(4) V. Bull. 1865 pag. 73 e segg.

ROMA - COI TIPI DEL SALVILCCI.
 
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