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periodo anteriore al 1320, fa corrispondere il 754
degli Armeni al nostro 1305. Nel qual anno la Pa-
squa fu ai 18 di Aprile (1); e diè la Domenica delle
Palme appunto agli 11 di quel mese, data incisa
nell' epitaffio di Yartan. Questo monumento adunque
è insigne anche per i suoi sincronismi; e dovrà pren-
dere luogo nella ricca serie di date cronologiche
della storia e letteratura armena dal 337 al 1625
dell' èra volgare, coordinate ed illustrate dal eh. sig.
(1) Ari de vériper les dates, Paris 1818 T. I pag. 194, 195.
prof. Dulaurier nei dottissimi prolegomeni alla biblio-
teca storica armena (1).
Avvertenza sai disegni della pag. 84.
Le iscrizioni delineate nella pagina citata sotto i
numeri 1, 2, 3, 4 sono tutte ridotte alla propor-
zione d'un'ottava parte del vero: la sola iscrizione
n. 5 è ridotta al duodecimo.
(1) Op. cit. p. 192-353.
D'un epitaffio dell'anno 488 trovato presso Piacenza ed illustrato dal eh, sig. Pietro Bortolotti.
L'iscrizione delineata nella pag. 84 n. 5 è di Firen-
zuola presso Piacenza ; e benché già pubblicata fin dal-
l'anno 1830 dal can. Francesco Nicolli, pure agli epi-
grafisti era ignotissima. Il eh. sig. Pietro Bortolotti, per
i cui egregi studii non si spegnerà in Modena il sacro
fuoco della scienza archeologica acceso quivi dall'immor-
tale Cavedoni , ha teste splendidamente illustrato il fio-
renzuolano epitaffio (1). Io 1' ho fatto delineare in questi
fogli, perchè il dotto editore modenese non ha potuto
darne alla luce un disegno; ma ha dovuto contentarsi dei
tipi tipografici, delegando a me la cura e 1' onore di di-
vulgarne il facsimile. Ed io 1' ho fatto assai volontieri,
per avere così ragione di parlare nel mio Bullettino della
dissertazione del Bortolotti; che panni cosa nel suo ge-
nere perfetta ed esemplare degno d'essere proposto ad
imitare ai nuovi cultori della cristiana epigrafia.
La lettura dell' epigrafe è facilissima. B(onae) M{e-
moriae). - Eie reqidescit in pace Lumenusa H(pnesta)
F(emina) , qui vixit in saeculo ann(os) pkcs m(inus)
XXIII, recessit sub d{ie) idu(s) ianuarias pus (cioè post)
con(sulatum) Boeti V(iri) C(larissimi) C(onsulis). Sotto
1' epigrafe il Bortolotti vede le tracce incerte di vaso an-
sato , con serpeggiante virgulto che ne germoglia e a
dritta e sinistra se ne dirama. Al sagace illustratore
niuna minuzia sfugge sia di interpunzioni, sia di orto-
grafia e filologia; e tutto egli dichiara con pari sicurezza
e sobrietà di opportuni confronti. Ma di tre punti egli
ha impreso a trattare con cura speciale ; del nome della
defonta, della data dell' epitaffio, e del simbolico graffito,
che ne adorna la parte inferiore.
(1) Due antiche epigrafi cristiane di Fiorenzuola e di Pia-
cenza dichiarate da Pietro Bortolotti, Modena 1869 (estratto dal
Tomo XIV, Serie II degli opuscoli religiosi, letterari etc.)
Del raro nome Lu,menusa , che vale Luminosa, il
Bortolotti illustra 1' allusione al simbolico concetto della
luce e del lume, « sì sovente inculcato nel nuovo patto
» e tutto proprio, e per così dire caratteristico, del suo
» divino autore ». E a quest*uopo cita la croce fatta con
lettere dei due greci vocaboli $QC, ZQH Lux, Vita, so-
lenne in tutto l'Oriente (1), ed insegnante « che Cristo,
» significato dalla croce, è luce ad un tempo e vita del-
» 1' anima; conforme al detto dell'evangelio : in ipso vita
» erat et vita erat lux hominum (Jo. I, 4)». Poco so-
pra ho trascritto un' altra croce composta di lettere e
delle quattro parole LVX . LEX, DVX, EEX anch' esse
designanti le proprietà di Cristo rispetto ai fedeli , dei
quali egli è luce, legge, guida e signore.
In quanto alla data il Bortolotti accenna quanto ba-
sta il valore, gli esempi e il vario uso secondo i tempi
ed i luoghi del verbo recessit, che nel linguaggio della
cristiana epigrafia significa recessit o exivit de saeculo.
E attenendosi alle regole, che mi sono studiato di stabi-
lire e certificare per l'interpretazione delle forinole ipa-
tiche dei cristiani epitaffi , egli dimostra dei tre Boezii
iscritti nei fasti il nominato nel marmo di Fiorenzuola
non poter essere altri, che il padre del filosofo, console
nel 487. I successori di lui nel 488, Dinaniio e Sifidio,
alle idi di Gennajo (13 del mese) non erano stati ancora
promulgati nel Piacentino ; imperocché la morte di Lu-
menusa quivi avvenuta sub die iduum Januariarum non
fu notata Dynamio et Siphidio consulibus, ma post con-
sulatum Boetii.
Del vaso poi col virgulto indi germogliante, il Bor-
tolotti ragiona con tanto senno e grazia e circospezione,
e 1' argomento è sì complicato ed incerto, che spero fare
(1) v. Bull. 1868 p. 78.
periodo anteriore al 1320, fa corrispondere il 754
degli Armeni al nostro 1305. Nel qual anno la Pa-
squa fu ai 18 di Aprile (1); e diè la Domenica delle
Palme appunto agli 11 di quel mese, data incisa
nell' epitaffio di Yartan. Questo monumento adunque
è insigne anche per i suoi sincronismi; e dovrà pren-
dere luogo nella ricca serie di date cronologiche
della storia e letteratura armena dal 337 al 1625
dell' èra volgare, coordinate ed illustrate dal eh. sig.
(1) Ari de vériper les dates, Paris 1818 T. I pag. 194, 195.
prof. Dulaurier nei dottissimi prolegomeni alla biblio-
teca storica armena (1).
Avvertenza sai disegni della pag. 84.
Le iscrizioni delineate nella pagina citata sotto i
numeri 1, 2, 3, 4 sono tutte ridotte alla propor-
zione d'un'ottava parte del vero: la sola iscrizione
n. 5 è ridotta al duodecimo.
(1) Op. cit. p. 192-353.
D'un epitaffio dell'anno 488 trovato presso Piacenza ed illustrato dal eh, sig. Pietro Bortolotti.
L'iscrizione delineata nella pag. 84 n. 5 è di Firen-
zuola presso Piacenza ; e benché già pubblicata fin dal-
l'anno 1830 dal can. Francesco Nicolli, pure agli epi-
grafisti era ignotissima. Il eh. sig. Pietro Bortolotti, per
i cui egregi studii non si spegnerà in Modena il sacro
fuoco della scienza archeologica acceso quivi dall'immor-
tale Cavedoni , ha teste splendidamente illustrato il fio-
renzuolano epitaffio (1). Io 1' ho fatto delineare in questi
fogli, perchè il dotto editore modenese non ha potuto
darne alla luce un disegno; ma ha dovuto contentarsi dei
tipi tipografici, delegando a me la cura e 1' onore di di-
vulgarne il facsimile. Ed io 1' ho fatto assai volontieri,
per avere così ragione di parlare nel mio Bullettino della
dissertazione del Bortolotti; che panni cosa nel suo ge-
nere perfetta ed esemplare degno d'essere proposto ad
imitare ai nuovi cultori della cristiana epigrafia.
La lettura dell' epigrafe è facilissima. B(onae) M{e-
moriae). - Eie reqidescit in pace Lumenusa H(pnesta)
F(emina) , qui vixit in saeculo ann(os) pkcs m(inus)
XXIII, recessit sub d{ie) idu(s) ianuarias pus (cioè post)
con(sulatum) Boeti V(iri) C(larissimi) C(onsulis). Sotto
1' epigrafe il Bortolotti vede le tracce incerte di vaso an-
sato , con serpeggiante virgulto che ne germoglia e a
dritta e sinistra se ne dirama. Al sagace illustratore
niuna minuzia sfugge sia di interpunzioni, sia di orto-
grafia e filologia; e tutto egli dichiara con pari sicurezza
e sobrietà di opportuni confronti. Ma di tre punti egli
ha impreso a trattare con cura speciale ; del nome della
defonta, della data dell' epitaffio, e del simbolico graffito,
che ne adorna la parte inferiore.
(1) Due antiche epigrafi cristiane di Fiorenzuola e di Pia-
cenza dichiarate da Pietro Bortolotti, Modena 1869 (estratto dal
Tomo XIV, Serie II degli opuscoli religiosi, letterari etc.)
Del raro nome Lu,menusa , che vale Luminosa, il
Bortolotti illustra 1' allusione al simbolico concetto della
luce e del lume, « sì sovente inculcato nel nuovo patto
» e tutto proprio, e per così dire caratteristico, del suo
» divino autore ». E a quest*uopo cita la croce fatta con
lettere dei due greci vocaboli $QC, ZQH Lux, Vita, so-
lenne in tutto l'Oriente (1), ed insegnante « che Cristo,
» significato dalla croce, è luce ad un tempo e vita del-
» 1' anima; conforme al detto dell'evangelio : in ipso vita
» erat et vita erat lux hominum (Jo. I, 4)». Poco so-
pra ho trascritto un' altra croce composta di lettere e
delle quattro parole LVX . LEX, DVX, EEX anch' esse
designanti le proprietà di Cristo rispetto ai fedeli , dei
quali egli è luce, legge, guida e signore.
In quanto alla data il Bortolotti accenna quanto ba-
sta il valore, gli esempi e il vario uso secondo i tempi
ed i luoghi del verbo recessit, che nel linguaggio della
cristiana epigrafia significa recessit o exivit de saeculo.
E attenendosi alle regole, che mi sono studiato di stabi-
lire e certificare per l'interpretazione delle forinole ipa-
tiche dei cristiani epitaffi , egli dimostra dei tre Boezii
iscritti nei fasti il nominato nel marmo di Fiorenzuola
non poter essere altri, che il padre del filosofo, console
nel 487. I successori di lui nel 488, Dinaniio e Sifidio,
alle idi di Gennajo (13 del mese) non erano stati ancora
promulgati nel Piacentino ; imperocché la morte di Lu-
menusa quivi avvenuta sub die iduum Januariarum non
fu notata Dynamio et Siphidio consulibus, ma post con-
sulatum Boetii.
Del vaso poi col virgulto indi germogliante, il Bor-
tolotti ragiona con tanto senno e grazia e circospezione,
e 1' argomento è sì complicato ed incerto, che spero fare
(1) v. Bull. 1868 p. 78.