Bullettino di archeologia cristiana (2.Ser. 6.1875)

DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

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confessores. Ma già il Tiìlemont aveva notato, che dei singoli
martiri africani dioclezianei appena abbiamo qualche rara no-
tizia 4; ed io aggiungo, che le poche notizie superstiti sono
tutte dei martiri condannati da Anullino nella proconsolare,
ninna di quelli condannati da Floro nella Numidia. Le novelle
scoperte adunque cominciano ad empire questa lacuna dei fasti
martirologici, che non è la sola ne la maggiore. E quanto più
mi inoltro nello studio della storia e dei monumenti dei secoli
delle persecuzioni, tanto più mi persuado, che grandissimo è il
numero di martiri, dei quali ne anche il nudo nome a noi è
pervenuto; e i cui natali ne anche nel ricco e vetusto centone
martirologico geronimiano sono registrati.

Non tacerò d' un sospetto, facile a sorgere nella mente
dei miei eruditi lettori; che cioè di cotesti martiri a bello
studio tacciano i fasti ecclesiastici, perchè sieno stati essi forse
estranei alla comunione cattolica e proprii degli scismatici
Donatisti. Il sospetto poco regge all'esame. Negli anni della per-
secuzione di Diocleziano e nella Numidi a sub praeside Floro
regnava la cattolica unità. La prima adunque delle iscrizioni
di questa preziosa collana non può in guisa veruna appartenere
ai Donatisti. A mio avviso nè anche l'ultima. Quivi dei martiri
Giusto e Decurio si loda l'invitta confessione del nome di Cristo.
I Donatisti dei partigiani loro morti per lo più nelle sedizioni nè
potevano nè forse solevano vantare, che avessero confessato il Cri-
sto. Imperocché Ottato a questo proposito appunto così li interro-
gava: sub persecutore Floro Christiani cogebantur ad tempia...,
sub Floro dicebatur ut negaretur Christus....: cum ad martyrium
non sit transitus nisi per confessione™, quomodo (vos Dona-
tistae) dicitis martyres qui non fuerunt confessores, aut quis
eorum negare coactus est et confessus est Christum? E pro-
siegue sullo stesso tenore argomentando dal fatto, che dopo

1 Hist. eccl T. V, l. c.