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o ftirono distrutti dal furore barbarico. A questi tem-
pi specialmente dobbiamo attribuire l'imboscamento,
e ]' inondazione delle fertili campagne di Pesto : que'
terreni, elle prima erano giardini, e vigneti deliziósi
Pestani , divennero , cambiala faccia , paludi e bo-
schi. L' aria del clementissirao Cielo Pestano divenne
micidiale agli abitanti per le pestifere esalazioni delle
paludi.

VI. I Longobardi istituito aveano il Ducato Bene-
ventano. Tutti e due i Littorali sino alla regione de*
Brùzj, interpellàtamente si possedevano da esso loro,
e dallo, impero Greco. La Città di Pesto, nell'anno
di disio 5.S() detta Lucania, si apparteneva al Ducato
Beneventano ; ma dobbiamo credere , che dopo tante
devastazióni era in cattivissimo stato. I paesi littorali
da Agropoli a Licosa si appartenevano al dominio
Greco .

VII. Quasi tanti flagelli non fossero bastanti all«
nostre desolate Provincie, un altro ne sonraggiugne più
distruttivo, e peggiore di tutti nell'anno di Cristo
Sfa. Del Duca te* di Benevento se n'era staccata una
parte, e si eia fprlnàto:il Principato di Salerno, col
quale andava compreso il nostro Pesto. Facevanst
guerra tra loro Badelchisio Duca di Benevento, e
Siconolfo Principe di Salerno: il primo chiama in suo ,
soccorso i Saraceni di Bari mediante il tesoro della
Chiesa di Benevento . Il secondo ad imitazion di
quello fa lo stesso : prende il tesoro della Chiesa
della Madre di Dio di Salerno, e con questo muo-
ve in suo ajuto Apollofar Capo' de' Saraceni di Ta-
ranto . I Saraceni si erano già in varj putiti del no-
stro Regno stabiliti . Con questi nuovi alleati com-


 
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