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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 2.1874

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Visconti, Pietro Ercole: Pompeia Plotina, moglie dell'imperatore Traiano: testa maggiore del vero
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https://doi.org/10.11588/diglit.10816#0137

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ARCHEOLOGICA MUNICIPALE.

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È dunque da tenere in gran conto questo marmo, cjie alla
rarità del soggetto unisce il pregio della mole e della conser-
vazione. L'arte viene, a possedere con esso un nuovo esempio
dell' ottimo stile, che la scuola greco-romana tenne nel ripro-
durre le sembianze proprie di ciascuno. Quanta ilarità e quanta
maestà insieme nel volto, e quanto lontana da quel forzato sor-
riso, che oggi per mal vezzo si vuol sempre esprimere nei ri-
tratti, e farà credere ai posteri, che a tempi nostri si passasse
ridendo la vita , senza pensiero di quello che ne diranno le
istorie !

Non può qui esser maggiore una certa spontanea grazia
dell' espressione, che domina in tutta la faccia e che non valse
a diminuire la sfavorevole acconciatura della chioma, alla quale
s' ebbe l'artefice a conformare, per mantenersi fedele alla somi-
glianza , esprimendo quella foggia, che allora era usata dalle
donne romane.

Le antiche medaglie somministrano in questo particolare
un confronto, die ci rende certi del variare d'acconciature sif-
fatte : quando incominciasse ognuna di esse, e quando fosse poi
abbandonata.

Questa del tempo di Plotina, ch'è invero così lontana dalla
bellezza dell' arte, quanto al naturale andamento delle chiome
ripugnante, si vede succedere senza precedente gradazione a
quel modo, con poca diversità tenuto nel disporre i capelli, da
Livia a Domizia: dall'impero d'Augusto a quello dei Flavi. A
Giulia, figlia di Tito , sembra che si debba attribuire la non

merito della c»nservazione come della scoperta delle antichità, colla legge
promulgata da lui, essendo sotto Pio VII Camerlengo di S. R. C. : legge
alla quale diede grande opera Filippo Aurelio Visconti, mio zio, ed io pos-
siedo l'autografo del progetto da lui elaborato in proposito. Il lodato cardi-
nale, pervenuto alla somma dignità di Decano del collegio cardinalizio e
con essa alla sede vescovile d' Ostia, fece eseguire degli scavi fra le mine
dell'antica città, e nel palazzo del vescovato cominciò una notevole rac-
colta d'iscrizioni e d'altri monumenti. Tutto questo mi è ben grato di ri-
cordare in ossequio della memoria di sì preclaro uomo e sì degno.
 
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