ARCHEOLOGICA MUNICIPALE.
131
MANLIA SCANTILLA
MOGLIE DELL'IMPERATORE DIDIO GIULIANO.
BUSTO GRANDE AL VERO 1
(Tav. X. n. 3.)
Quando Didio Giuliano ebbe quel funesto pensiero di con-
seguire per prezzo d' esser gridato dai pretoriani imperatore.
Manlia Scantilla, moglie di lui, lo avrebbe dissuaso da quello
stolto suo passo. Non mancò, non l'ignoro , chi scrivesse ap-
punto il contrario 2.
Ma la verità della prima testimonianza sembra a me di-
mostrata dalla stessa successione degli eventi. Perchè ucciso
dopo sessantasei giorni di trepidante impero lo sciagurato con-
sorte, Settimio Severo che gli era succeduto, perdonò a Lei la
vita ; guardando certo più alla passata sua moderazione , che
non alla sua presente fortuna.
Tornata così alla condizione privata, non entrò in que' tor-
bidi rivolgimenti, che valsero quasi sempre violenta morte a chi
sceso dal trono, agognava pur sempre, di risalirvi ancora.
Le storie più non ne fauno ricordo, dando a me argomento
come essa quietamente venisse ad estinguersi.
A questo suo modo d' aver dimesso ogni idea del potere,
del quale ebbe così poca parte e così breve, è dovuto altresì,
che non ne fossero allora abolite le imagini. Il busto, che recen-
1 Si vegga l'unita tavola n. 3. Fu trovato il presente busto nel feb-
braio del corrente anno 1874 nella vigna Boiardi , attigua alla già villa
Altieri lungo lo stradone di santa Croce in Gerusalemme.
2 Mentre Sparziano disse Manlia Scantilla e Didia Clara esser state
presaghe dall' imminente catastrofe, e aver loro malgrado seguito la sorte
del marito e del padre, Erodiano, Stor. lib. II. 22, le presenta come isti-
gataci di lui, perchè comperasse l'impero; ma la malignità d'Erodiano è in
vero manifesta in quanto narra di Didio Giuliano e de' suoi.
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MANLIA SCANTILLA
MOGLIE DELL'IMPERATORE DIDIO GIULIANO.
BUSTO GRANDE AL VERO 1
(Tav. X. n. 3.)
Quando Didio Giuliano ebbe quel funesto pensiero di con-
seguire per prezzo d' esser gridato dai pretoriani imperatore.
Manlia Scantilla, moglie di lui, lo avrebbe dissuaso da quello
stolto suo passo. Non mancò, non l'ignoro , chi scrivesse ap-
punto il contrario 2.
Ma la verità della prima testimonianza sembra a me di-
mostrata dalla stessa successione degli eventi. Perchè ucciso
dopo sessantasei giorni di trepidante impero lo sciagurato con-
sorte, Settimio Severo che gli era succeduto, perdonò a Lei la
vita ; guardando certo più alla passata sua moderazione , che
non alla sua presente fortuna.
Tornata così alla condizione privata, non entrò in que' tor-
bidi rivolgimenti, che valsero quasi sempre violenta morte a chi
sceso dal trono, agognava pur sempre, di risalirvi ancora.
Le storie più non ne fauno ricordo, dando a me argomento
come essa quietamente venisse ad estinguersi.
A questo suo modo d' aver dimesso ogni idea del potere,
del quale ebbe così poca parte e così breve, è dovuto altresì,
che non ne fossero allora abolite le imagini. Il busto, che recen-
1 Si vegga l'unita tavola n. 3. Fu trovato il presente busto nel feb-
braio del corrente anno 1874 nella vigna Boiardi , attigua alla già villa
Altieri lungo lo stradone di santa Croce in Gerusalemme.
2 Mentre Sparziano disse Manlia Scantilla e Didia Clara esser state
presaghe dall' imminente catastrofe, e aver loro malgrado seguito la sorte
del marito e del padre, Erodiano, Stor. lib. II. 22, le presenta come isti-
gataci di lui, perchè comperasse l'impero; ma la malignità d'Erodiano è in
vero manifesta in quanto narra di Didio Giuliano e de' suoi.