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BALLETTINO DELLA COMMISSIONE
genti, che Plinio attribuiva al silenzio e all'aspetto medesimo
dei boschi il penetrar gli animi d'un orror sacro e il muoverli
a venerazione, non meno dei simulacri degli dei risplendenti d'avo-
rio e d' oro
Dobbiamo anzi riconoscere che quegli attributi, almeno
secondo a me pare che debbono essere intesi, s'uniscono ad uno
scopo medesimo e concorrono insieme a palesare uno stesso
concetto.
Ha Silvano nel seno, formato all'innanzi del petto, dal lato
sinistro, dalla pelle di capriuolo, della quale è in parte coperto,
bel numero di frutta. Sono di quelle che spontanee vengono date
dalle arbori, secondo il vario corso delle stagioni. Qui è ben facile
il ravvisare, che si pose innanzi quel mite alimento, che primo
trasse dai boschi l'umana gente — victus obi ita [eros —; pro-
ponendo così la memoria d'un fatto, che le italiche mitologie,
delle quali appena è che a noi sia giunto interrotto e scarso
ricordo, attribuivano per fermo a Silvano; quantunque in men
remoto tempo e quando già sopravvenute erano la cultura e
l'innesto degli alberi fruttiferi, si vegga la cura dei frutti esser
posta sotto la tutela di Vertunno e di Pomona. Qui l'intenzione
è agevolmente appresa da ciascuno. Ma quale ebbe ad esser
quella del ramo troncato da un albero di pino, che Silvano ha
nella sinistra mano e tiene dal lato medesimo?
P. E. V.
(Continua)
1 Nec minus auro fulgentia atque ebore simulacro, quarti lucus et in
iis silentia ipsa adoramus. H. N. XII. 1.
BALLETTINO DELLA COMMISSIONE
genti, che Plinio attribuiva al silenzio e all'aspetto medesimo
dei boschi il penetrar gli animi d'un orror sacro e il muoverli
a venerazione, non meno dei simulacri degli dei risplendenti d'avo-
rio e d' oro
Dobbiamo anzi riconoscere che quegli attributi, almeno
secondo a me pare che debbono essere intesi, s'uniscono ad uno
scopo medesimo e concorrono insieme a palesare uno stesso
concetto.
Ha Silvano nel seno, formato all'innanzi del petto, dal lato
sinistro, dalla pelle di capriuolo, della quale è in parte coperto,
bel numero di frutta. Sono di quelle che spontanee vengono date
dalle arbori, secondo il vario corso delle stagioni. Qui è ben facile
il ravvisare, che si pose innanzi quel mite alimento, che primo
trasse dai boschi l'umana gente — victus obi ita [eros —; pro-
ponendo così la memoria d'un fatto, che le italiche mitologie,
delle quali appena è che a noi sia giunto interrotto e scarso
ricordo, attribuivano per fermo a Silvano; quantunque in men
remoto tempo e quando già sopravvenute erano la cultura e
l'innesto degli alberi fruttiferi, si vegga la cura dei frutti esser
posta sotto la tutela di Vertunno e di Pomona. Qui l'intenzione
è agevolmente appresa da ciascuno. Ma quale ebbe ad esser
quella del ramo troncato da un albero di pino, che Silvano ha
nella sinistra mano e tiene dal lato medesimo?
P. E. V.
(Continua)
1 Nec minus auro fulgentia atque ebore simulacro, quarti lucus et in
iis silentia ipsa adoramus. H. N. XII. 1.