RiTRATTISTICA "ad NATURAM" DEL BeLLOTTO VARSAVIENSE
65
6. Bernardo Bellotto, Veduta di Varsavia colla terrazza del Castello Reale
(1773). Varsavia, Muzeum Narodowe. Particolare eon supposto autoritratto
del pittore (che indica col bastone).
Ma in cosa consiste il suddetto tabu? Consiste che nell'analizzare sotto i vari aspetti le
vedute varsaviensi, mi sono chiesto senza pregiudizi di sorta il perche dell'evidenza
o della stessa presenza di alcune figure, fino a rovesciare copernicamente 1'assunto, cioe
fino ad interpretare alcune vedute in funzione delle persone e non viceversa. E cosi che ho
potuto individuare nei quadri del Bellotto personaggi notissimi della storia polacca come
Giuseppe Poniatowski, Augusto Czartoryski, Isabella Lubomirska e infine, recentissima-
nente, grazie ad un mio maieutico influsso, lo stesso re Stanislao Augusto Poniatowski
laddove nessuno aveva supposto si trovasse. E ovvio pertanto 1'imbarazzo provato al rigu-
ardo da alcuni milieux culturali polacchi, imbarazzo alimentato da un certo diffuso seppu-
re latente sarmatismo37, intendendo come tale il senso storico di nobiliare orgoglio
catalogo della mostra, Venezia 1946, pp. 188-189) e datato al 1742-43 dalla KOWALCZYK (scheda 28) a me sembra
un lavoro eseguito agli inizi del primo periodo dresdense, vicino com'e pittoricamente al gigantesco Capriccio con la
Chiusa di Dolo dipinto a Dresda nel 1748 (WEBER, scheda 44).
36 Delle 227 pagine di catalogo solo 18 sono dedicate al periodo polacco: meno dell'8%! Oltre che nella quantita delle
opere il periodo polacco di Bellotto e stato penalizzato anche nella qualita delle relative schede. Un effluvio di errori
dovuti alla traduzione dal polacco e di ostacolo infatti alla comprensione delle schede di Rottermund. Non si tratta di
refusi bensi di errori propriamente culturali. Per cominciare moltissimi cognomi polacchi risultano deformati in quanto
riportati nei casi obliqui, per cui Krasińskich invece di Krasiński che sarebbe come dire Latinorum invece di Latini.
Incongruo e poi 1'uso simultaneo di un sostantivo italiano e di un aggettivo polacco o viceversa (Palazzo Saski invece di
Palazzo Sassone o Pałac Saski). Ma si arriva ad esiti esilaranti laddove sarmaticamente si scrive "statua di Marek
Waleriusz Korwin" polonizzando in contesto linguistico italiano un nome latino. Alcune volte si scrive "ordine di
Pijarów" (sic) e altre, piu correttamente e alla maniera tedesca, Piaristi, anche se in italiano bisogna pur sempre specifi-
care che si tratta degli Scolopi. E cosi via. La traduzione arriva poi ad intaccare la comprensione del testo come quando
si nominano in Via Miodowa "scalinate" che non esistono proprio, equivocando con il termine di skala in senso di
proporzioni! Questi errori, giustificabili in altre circostanze, non lo sono qui in quanto curatrice del catalogo (assieme ad
una funzionaria comunale amministrativa) risulta una persona di madrelingua polacca.
37 Per una letteratura sul sarmatismo v. J. MACIEJEWSKI Sarmatyzm, in Słownik literatury polskiego Oświecenia,
Wrocław- Warszawa- Kraków-Gdańsk 1977, pp. 638-645.
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6. Bernardo Bellotto, Veduta di Varsavia colla terrazza del Castello Reale
(1773). Varsavia, Muzeum Narodowe. Particolare eon supposto autoritratto
del pittore (che indica col bastone).
Ma in cosa consiste il suddetto tabu? Consiste che nell'analizzare sotto i vari aspetti le
vedute varsaviensi, mi sono chiesto senza pregiudizi di sorta il perche dell'evidenza
o della stessa presenza di alcune figure, fino a rovesciare copernicamente 1'assunto, cioe
fino ad interpretare alcune vedute in funzione delle persone e non viceversa. E cosi che ho
potuto individuare nei quadri del Bellotto personaggi notissimi della storia polacca come
Giuseppe Poniatowski, Augusto Czartoryski, Isabella Lubomirska e infine, recentissima-
nente, grazie ad un mio maieutico influsso, lo stesso re Stanislao Augusto Poniatowski
laddove nessuno aveva supposto si trovasse. E ovvio pertanto 1'imbarazzo provato al rigu-
ardo da alcuni milieux culturali polacchi, imbarazzo alimentato da un certo diffuso seppu-
re latente sarmatismo37, intendendo come tale il senso storico di nobiliare orgoglio
catalogo della mostra, Venezia 1946, pp. 188-189) e datato al 1742-43 dalla KOWALCZYK (scheda 28) a me sembra
un lavoro eseguito agli inizi del primo periodo dresdense, vicino com'e pittoricamente al gigantesco Capriccio con la
Chiusa di Dolo dipinto a Dresda nel 1748 (WEBER, scheda 44).
36 Delle 227 pagine di catalogo solo 18 sono dedicate al periodo polacco: meno dell'8%! Oltre che nella quantita delle
opere il periodo polacco di Bellotto e stato penalizzato anche nella qualita delle relative schede. Un effluvio di errori
dovuti alla traduzione dal polacco e di ostacolo infatti alla comprensione delle schede di Rottermund. Non si tratta di
refusi bensi di errori propriamente culturali. Per cominciare moltissimi cognomi polacchi risultano deformati in quanto
riportati nei casi obliqui, per cui Krasińskich invece di Krasiński che sarebbe come dire Latinorum invece di Latini.
Incongruo e poi 1'uso simultaneo di un sostantivo italiano e di un aggettivo polacco o viceversa (Palazzo Saski invece di
Palazzo Sassone o Pałac Saski). Ma si arriva ad esiti esilaranti laddove sarmaticamente si scrive "statua di Marek
Waleriusz Korwin" polonizzando in contesto linguistico italiano un nome latino. Alcune volte si scrive "ordine di
Pijarów" (sic) e altre, piu correttamente e alla maniera tedesca, Piaristi, anche se in italiano bisogna pur sempre specifi-
care che si tratta degli Scolopi. E cosi via. La traduzione arriva poi ad intaccare la comprensione del testo come quando
si nominano in Via Miodowa "scalinate" che non esistono proprio, equivocando con il termine di skala in senso di
proporzioni! Questi errori, giustificabili in altre circostanze, non lo sono qui in quanto curatrice del catalogo (assieme ad
una funzionaria comunale amministrativa) risulta una persona di madrelingua polacca.
37 Per una letteratura sul sarmatismo v. J. MACIEJEWSKI Sarmatyzm, in Słownik literatury polskiego Oświecenia,
Wrocław- Warszawa- Kraków-Gdańsk 1977, pp. 638-645.