Borboni, Giovanni Andrea: Delle statue (1661)

DI CIO: ANDREA BORBONI. i99
mo Nemico, non gii per il fine che hebbero le piante ,e
ìcscìut della foresta , allhorche honoraronodel Reamo
il Pruno, acciochenon le pungesse, o vero perche esso
haueuano che perdere : ne tampoco come il Cane, chc~>
lecca la bacchetta5accioche di souerchio non lo percuota;
ne Analmente , come quel Cortegiano , che maltrattato
dal Padrone , nientedimeno, temendo di peggio, contu-
sus adorati ma lì bene professarono i Romani queir ob-
bligo ad Anibale, honorandolo di Statue, che ha F Oro
al fuoco, in cui si raffina, e che nel Corso, ha il Barbaro
alla caduta, da cui /picca viapiu veloci le carriere , Ma-»
parmi succeda a me , come a chi si troua dentro vn La-
berinto , che quanto più cerca la strada di vseirne ; tanto
più vi si smarrisee, e vi si perde : quanto più vorrei an-
cor io allontanarmi dall'Antichità, tanto più mi ci veggo
attorno . Laviamola di gratia vn poco da banda ,e giache
il Giouio a guisà di nouello Dedalo mi porge il filo da-» , ^e!ia .vita
vicireda simigliante Laberinto ; vediamo nei secoli più ssorza-,,
vicini a noi, come i Moderni non hebbero di che inui-
diare a gli Antichi nel valore dell'Armane tampoco nell*
esicre fiati honorati. La Repirblica Fiorentina tirò alla.*
fragranza del suo Giglio , dalla gran Bertagna vn Capi-
tano detto per nome Giouanni Acuto , honorandolo
doppo morte, di vn Sepolcro magnifico con vn a Statua
sopra la cassa sepolcrale , che pareua il ritratto della For-
tezza medesima , da cui sosse tenuta sotto piedi la Morte
come schiaua in trionfo della su a fama > insegnando ai
Soldati che lo mirauano, l'intrepidezza nel combattere,
€ la generosità nel morire • La Republica Venetiana, che
con i rugiti del suo Leone , fece più volte rintanaro,
come