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Bossi, Giuseppe
Del cenacolo di Leonardo da Vinci: libri quattro — Milano, 1810 [Cicognara, 3373]

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https://doi.org/10.11588/diglit.23792#0201
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si può giudicare che Leonardo ne avesse commissione allorché il Moro fé'
allungare il refettorio, che fu nel 1481, come si notò altrove, e forse fe'tale
accrescimento di bellezza e di comodo al luogo, avendo intenzione di farne
campo ad un opera importante del suo pittore. Da ciò si verrebbe ad indurre
che Leonardo desse al Cenacolo circa sedici anni ; nè in opera di tredici figure
maggiori del vero sarebbe ciò meraviglia per lui che altrettanti ne diede al
colosso, cui però facea contemporaneamente , e che quattro ne diede al solo
ritratto di monna Lisa in mezza figura grande al naturale. Se si aggiungerà poi
che in queir intervallo di circa tre lustri, oltre al colosso di Francesco , egli
ebbe la direzione di varie splendidissime feste ordinate da Lodovico in più
occasioni, e che richiedevano le cure e Y opera di più mesi ; e se si osserverà
che dello stesso tempo egli condusse grandi opere idrauliche, compose molti trat-
tati, diresse l'istruzione nella nuova accademia, inventò macchine d'ogni genere,
e fece infiniti altri studj d' ogni maniera , lungi dal meravigliarci perchè in sedici
anni abbia condotta quest'opera, quasi ci farem meraviglia come in mezzo a sì
diverse e tutte gravissime occupazioni gli rimanesse agio e tempo di dipingere.

Contrasterebbe però alla mia opinione circa il tempo dato da Leonardo al
Cenacolo, una nota che neh" antica stampa lesse e citò nel suo libro il padre
Pino, la quale dice dipinto il Cenacolo nel 1496 e 1497. Ma quell'iscrizione
manoscritta d'ignota mano e forse moderna non può fare autorità alcuna (5).
Nè maggior peso hanno le ragioni del Bianconi. Egli dice che Leonardo co-
minciò il suo Cenacolo dopo che Giandonato Montorfano finì la Crocifissione
che gli si vede dicontro, il che fu nel 1496 come dimostra la data sottopostavi;
e s'indusse a tale credenza solo perchè la parete che toccò al Montorfano, gli
parve la più nobile ; e però giudicò che Leonardo, qualora fosse stato messo
al suo lavoro prima di lui, non avrebbe lasciato di preferirla. Giudizio mal
fondato ; primieramente perchè il Montorfano potea lavorare alla sua opera da
molti anni, e l'iscrizione ìndica, come si suole, Tanno in cui l'opera fu finita;
in secondo luogo perchè la parete del Montorfano è per l'appunto la peggiore,
poiché non solo ha le finestre lontane e di luce men diretta che non la parete
opposta, ma ha di più il lume a sinistra, il che ogni pittore sa quanto sia
incomodo , facendosi ombra da sè stesso neh' operare.

E a provare che Leonardo fu primo a dipingere nel refettorio, basterebbe
l'argomento da lui scelto, suggerito evidentemente dalla natura del luogo; ar-
gomento in cui sarebbe stato prevenuto, se altri prima di lui avesse avuto
rincarico di dipingervi. E perchè l'ultima cena, come dice più d'una volta il
Paciolo, fors' anche secondo la mente di Leonardo , è simolacro dell' ardente de-
siderio che Cristo ebbe dell' umana salute sacrificandosi, venne naturalmente in
appresso il pensiero di rappresentare il suo sacrifizio sul Calvario, di che il
Montorfano ebbe l'incarico.
 
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