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DITTICO SACRO. 257

2>ione delle acclamazioni popolari, e pubbliche, e che vogliaho
dire, che qael personaggio era stato fatco Console veramente
per bene della Repabblica, e desiderava, qhe fosle fatto Con-
sole un' altra volta.

Dittico adornato di facre immagmi, fatto gia pel
Monafer.io di Rambona nella A4arca, ora
nel Aiufeo Dome/lico dellì Autore.

AVendo io dato cominciamento a questa mia presente ope-
ra dalP osservazioni sopra gli antichi sacri monumenti,

, che lono stati di elsa lo scopo principale , cosi mi par
convenevpl cosa, darle fine colìa spiegazione di questo dittico 9
il quale se cede in antichità a i due precedenti, dee contuttociò
di gran lunga preferirli a i medesimi, per lesacre erudizioni,che
corne si vedrà nel progresiò del presente ragionamento, in gran
numero .in se racchiude; intraprendendone dunque la spiegazio-
ne, dirò, che la Chiesa per varie divote funzioni , fu soJita d’
adoperare anch’ elsa i dittici, anzi, come abbiamo veduto , li
servì tai“ ee recar maravigha, senoi

trovian|‘co W* ie negli autori de’ dittici

Ecclesis|“ i, dove si lcrivevano i nomi

de’Santi'cvi Comunionedella Chiesa,

confanji^ rgli inqueile sacre tavoie9

rano qudli dove si regi-
de’ Patriarchi, e degli al-
dle Imperatrici, e d’ altrc
ittici contenevano i nomi
Mdsa: eranvi parimente
Chiesa , pe’ quali Ji dp-
tori, e de’ benefattori de’
pefie tavolette per iscri-
quali tutti universalmen-
sacrifizio , o piuttollo il
jgeriva al Sacerdote i no*
, di che nel Canone della
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