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Romana , cligendosi dapprima i Prefetti annuali , poi
i Conli e poscia i Dogi, i (piali non erano principi as-
soluti od ereditar} , ma bensì elettivi della repubblica ,
e che governando con pieno potere si sceglievano dal
corpo della nobiltà. Quindi se tal volta si vide tal ca-
rica continuata ne1 2 loro figli , ciò accadde , perchè il
popolo ben soddisfatto del governo del padre , per be-
nemerenza eliggeva il figlio ; deponendolo dalla carica e
qualche volta punendolo se rendeasi dispotico o tiran-
no. — Era serbato nell’ elezione un apparente dritto di
conferma agli imperadori d’Oriente, da’quali riceveva-
no la dignità del patriziato , ed eran decorati con or-
revoli titoli di Seniores, Sebasti, Protosebasti, Protospa-
tarj Magistri militum, Antipatus , Presti ec. (i) come in
appresso vedremo.
Sotto al governo di questi capi , Amalfi batteva mo-
neta , avea i propri! magistrati , le proprie leggi, copri-
va il mare delle sue navi , e col commercio si spingeva
alle più rimote regioni , acquistando da per tutto ripu-
tazione , incivilimento e virtù.
Noi però colla scorta di tutte le nostre cronache pos-
siamo francamente affermare die l’elezione de’nostri Do-
gi dipendeva dall’ assoluto consenso del popolo e de’ no-
bili tal quale eseguivasi in Venezia ; e tal volta vi suc-
cedevano i parenti più prossimi. La maggiore loro auto-
rità estendevasi sopra le navi , i marinari , e gli affari ma-
rittimi , secondo ne dice il nostro Marino Freccia (-2).
Le insegne del Doge erano il berretto ducale e la cla-

(1) Caes. Capacci Lisi. Neapol. to. 1. c. 11. pag. 108. Muratori rer.
Italie, diss. 4. Johan. Diacon. in vita Athanasii Episc. Neapol.

(2) freccia de offic. adm. lib. 1. pag. 2711. 3 > 4 > 5.
 
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