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Cellini, Benvenuto; Carpani, Giovanni Palamede [Bearb.]
Opere di Benvenuto Cellini (Volume 1): Vita di Benvenuto Cellini: orefice e scultore fiorentinoda lui medesimo scritta, nella quale si leggono molte importanti notizie appartenenti alle arti ed alla storia del secolo XVI — Milano: Dalla Società Tipografica de' Classici Italiani, contrada di s. Margherita, 1806

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https://doi.org/10.11588/diglit.71580#0311
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BELLINI. 277
non ci facessi peggio: così lo pagane
aio a suo modo , poi ce n andammo a dor-
mire. Avemmo di nuovi bellissimi letti ,
nuovo ogni cosa , e veramente puliti . Con
tutto questo io non dormì' mai , pensando
tutta quella notte in che modo avevo da.
fare a vendicarmi. Una volta mi veniva
in pensiero di ficcargli fuoco in casa; un'ab
tra di scannargli quattro cavalli buoni,
eh' egli aveva nella stalla : tutto vedevo,
che m'era facile il farlo, ma non vedevo
già facile di salvar me e'1 mio compagno.
Presi per ultimo spediente di metter le ro-
be e i compagni nella barca . Così feci ; e
attaccato i cavalli all' alzaja (1), che tirava-
no la barca, dissi, che non movessino la
barca infinchè io ritornassi , perchè avevo
lasciato un pajo di mia pianelle dove io
avevo dormito . Così tornato nell' osteria ,
domandai l'oste; il quale mi rispose, che
non aveva che far di noi, e che andassimo
al bordello . Quivi era un suo fanciullaccia
ragazzo di stalla, tutto sonnacchioso, il qua-
le mi disse : l'oste non si moverebbe pel
Papa , e chiesemi la benandata (2); ond'io
gli detti parecchi di quelle piccole monete
veneziane, e gli dissi, che trattenessi un
poco quel che tirava i'alzaja, infinchè io

(1) Alzaja è quella fune, che serve per tirar i bat-
telli contro acqua.
(2) Benandata è precisamente la mancia , che si dà
al garzon dell' oste partendo.
 
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