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215 —

L'oratorio di s. Girolamo in Reggio (mi scrive il sig. conte Turri) fu chiuso nel 1797
e i marmi andarono in perdizione. II punto sostanziale però rimane certo ; che
cioè essi vennero da Roma a Reggio nel 1646, con la notizia, che erano stali levati
dal cimiterio di s. Sebastiano: con cpiesto nome dagli inesperti della Roma sotterranea
furono per lunga età designati tutti i sotterranei cristiani dell' Appia.

Ciò posto, la formola AD EPOLITV dovrà essere riferita non al celeberrimo
Ippolito della Tiburtina, ma a quello che vivente monachi rifu e sepolto con i suoi
compagni di martirio illustrò Xarenarium prossimo al cimitero di Callisto sull'Appia.
E da ciò altresì apprenderemo, che le storiche cripte di quell' arenarium furono
esplorate e spogliate circa il 1646. Al valore dell'allegala testimonianza può alquanto
derogare il sospetto, che il trovamento di quei marmi nel cimiterio di s. Sebastiano,
il quale fu ed è il cimitero per antonomasia nell'opinione dei devoti ignari della
nomenclatura della Roma sotterranea, sia stata più presunta che di certa scienza
affermata dal Calcagni in Reggio nel 1646. Se conoscessi da alcun altro testimonio
la provenienza d'una almeno delle tre lapidi sopra recitate, potrei chiarire il dubbio.
Ma ciò non mi è dato. Tuttavia poiché un mero sospetto non può distruggere una
positiva affermazione, noi dobbiamo tenerne conto ; ed essa mi suggerisce anche
per necessaria conseguenza il dubbio, se una seconda epigrafe parimente ricordante
un sepolcro ÀT IPPOLITV, fino ad ora attribuita al cimitero d' Ippolito sulla
Tiburtina, venga piuttosto dall' arenaria d'Ippolito presso l'Appia. Dico di quella
pietra, oggi nel museo lateranense, che verso la fine del passato secolo tornò alla
luce dalle romane catacombe; nò si sa da quale regionel. Quest'esordio doloroso
ci ammonisce, le storiche cripte, alla cui ricerca ora ci accingiamo, essere state
nei secoli a noi vicini sconvolte e saccheggiate dagli scavatori moderni. Laonde
meno strano parrà, che le esplorazioni in tanti altri storici punti della necropoli
coronate di si felici successi rispetto all' arenarium Hippohjli siano state sempre
inesorabilmente infruttuose. Narrerò i tentativi fatti ; e ne discuterò, in difetto di
migliori prove, le ragioni topografiche.

Tre dati dalle antiche memorie raccolgo circa il sito e le condizioni del desi-
derato ficcpzvpiov; che fu uno degli illustri monumenti della vasta cristiana necropoli
al primo miglio dell'Appia. Primo dato: negli atti dei martiri greci quell'ipogeo
è costantemente designato col vocabolo arenarium ed espressamente distinto dai
coemeterium Callisti. Secondo dato: nell'epigramma posto dal papa Damaso nella
cripta papale del coemeterium Callisti i martiri greci sono annoverati fra i più illustri
del principale gruppo di sepolcri di quel cimitero: laonde ai tempi di Damaso il
predetto arenarium era incorporato al coemeterium Callisti. Anzi quell'epigramma
sembra specialmente dedicato ai martiri giacenti nella stazione ad s. Syxtum1; e
perciò Xarenarium Hippohjli dee essere stato contiguo a quella stazione. Terzo dato:
dal topografo Malmcsburiense apprendiamo, che il santuario dei martiri greci fu
nel lato, che dalla predetta stazione ad s. Syxtum e dalla basilica di s. Sotere si
distende verso la basilica di s. Marco e il cimitero di Balbina; in somma nel lato

V. T. I pag. 61.

Vedi tomo II pag. 233.
 
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