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dell'uncinello, la cui impronta sulla calce sopra ho notato (pag. 568) nel cimitero
di Callisto. Nel capo d'una donna in un sepolcro antico, il cui luogo ora non mi
sovviene, fu trovato (sono pochi anni) uno stile di bronzo, che sembrava infisso
nel cranio; ma bene si conobbe essere l'acus crinalis infilato nei capelli e poi entro
il sepolcro a poco a poco internatosi nelle ammollite pareti dell'occipite. Dei
chiodi nei sepolcri dei pagani e del loro scopo e simbolismo dall'età arcaica alla
rpo ren(i romana con soda dottrina, come suole, ha testò trattato il eh. p. Bruzza nell'insigne
volume sulle iscrizioni di Vercelli pag. LI-LIII '. Non parlo delle pretese ungidae
o fidiculae di bronzo, che erano state poste tra gli strumenti di martirio nel museo
sacro della Vaticana (Perret T. IV pi. XIV); e indi sono state poi ragionevolmente
tolte. Quegli arnesi ungulati di bronzo non vengono dalle romane catacombe, ma
dai sepolcri etruschi: vera ungula però sembra quella, che l'Olstenio rinvenne
nel cimitero di Calepodio 2. Molto più dovrei dire intorno a sì importante argo-
mento: se volessi toccarne ogni parte con la debita attenzione. Ma il punto non è
intimamente connesso col trattato circa i cronologici limiti dei sotterranei cimiteri;
che è tempo ornai di conchiudere.
Per stabilire sopra solidissime basi la dimostrazione definitiva dei predetti cro-
nologici limiti abbiamo quasi lutto percorso il campo dell'archeologia sacra e pro-
fana; tutto ordinatamente raccolto e passato in rivista l'immenso e svariatissimo
apparato dei monumenti e delle quisquilie cimiteriali capaci di fornire alcun dato
di cronologia. Dalle epigrafi isteriche e consolari ai più minuti sigilli dei figuli,
dai preziosi cammei e medaglioni imperiali -al più vile ed usuale manufatto di
ignobile materia, tutto è stato interrogato con esame positivo e negativo; in ogni
e singola classe abbiamo osservato ciò che vi è, e ciò che non vi è. La risposta
sì positiva che negativa è stata sempre una, costante, invariabile. Nei loculi ed
arcosoli dei sotterranei cimiteri della chiesa romana nulla mai che appaia certa-
mente posteriore ai primi anni o decennii del secolo quinto; ne anche le lucerne,
che pure poterono essere ai sepolcri portate ed affisse dopo cessato l'uso della
sotterranea sepoltura: viceversa copiosissima la suppellettile d'ogni maniera dei
primi tre secoli e dell'età delle persecuzioni; meno copiosa quella dell'età post-
costantiniana, segnatamente del secolo quarto volgente al quinto e dei primordii
del quinto: finalmente non rari gli indizi e le prove materiali dei sepolcri e delle
reliquie dei martiri. Questo costante e solenne responso di tutti i monumenti, cimelii,
minuterie, quisquilie cimiteriali è concorde colla testimonianza della storia, della
giurisprudenza, dell'amministrazione, dell'esistenza medesima materiale dei cimiteri
sotterra e sopra terra nella zona suburbana di Roma; le quali sono state ampiamente
dichiarate, svolte, definite nel lungo trattato del presente libro. Appunto circa
l'età costantiniana cominciarono i suburbani cimiteri all'aperto cielo nelle aree
medesime, sotto le quali erano state scavate le primitive necropoli sotterranee: e
nella seconda metà del secolo quarto a poco a poco l'uso ne divenne ordinario e
normale. Io non so dove la scienza delle antichità, e quasi direi qualsivoglia
iii
Cf. Kaoni Kochette, 1. e. pag. 144 e segg. 258, 257.
ri ,e^ 2 Vedi Aringhi, Roma Subì. T. II pag. 687: cf. Bosio pag. 21; Bottari, T. II pag. 33
dell'uncinello, la cui impronta sulla calce sopra ho notato (pag. 568) nel cimitero
di Callisto. Nel capo d'una donna in un sepolcro antico, il cui luogo ora non mi
sovviene, fu trovato (sono pochi anni) uno stile di bronzo, che sembrava infisso
nel cranio; ma bene si conobbe essere l'acus crinalis infilato nei capelli e poi entro
il sepolcro a poco a poco internatosi nelle ammollite pareti dell'occipite. Dei
chiodi nei sepolcri dei pagani e del loro scopo e simbolismo dall'età arcaica alla
rpo ren(i romana con soda dottrina, come suole, ha testò trattato il eh. p. Bruzza nell'insigne
volume sulle iscrizioni di Vercelli pag. LI-LIII '. Non parlo delle pretese ungidae
o fidiculae di bronzo, che erano state poste tra gli strumenti di martirio nel museo
sacro della Vaticana (Perret T. IV pi. XIV); e indi sono state poi ragionevolmente
tolte. Quegli arnesi ungulati di bronzo non vengono dalle romane catacombe, ma
dai sepolcri etruschi: vera ungula però sembra quella, che l'Olstenio rinvenne
nel cimitero di Calepodio 2. Molto più dovrei dire intorno a sì importante argo-
mento: se volessi toccarne ogni parte con la debita attenzione. Ma il punto non è
intimamente connesso col trattato circa i cronologici limiti dei sotterranei cimiteri;
che è tempo ornai di conchiudere.
Per stabilire sopra solidissime basi la dimostrazione definitiva dei predetti cro-
nologici limiti abbiamo quasi lutto percorso il campo dell'archeologia sacra e pro-
fana; tutto ordinatamente raccolto e passato in rivista l'immenso e svariatissimo
apparato dei monumenti e delle quisquilie cimiteriali capaci di fornire alcun dato
di cronologia. Dalle epigrafi isteriche e consolari ai più minuti sigilli dei figuli,
dai preziosi cammei e medaglioni imperiali -al più vile ed usuale manufatto di
ignobile materia, tutto è stato interrogato con esame positivo e negativo; in ogni
e singola classe abbiamo osservato ciò che vi è, e ciò che non vi è. La risposta
sì positiva che negativa è stata sempre una, costante, invariabile. Nei loculi ed
arcosoli dei sotterranei cimiteri della chiesa romana nulla mai che appaia certa-
mente posteriore ai primi anni o decennii del secolo quinto; ne anche le lucerne,
che pure poterono essere ai sepolcri portate ed affisse dopo cessato l'uso della
sotterranea sepoltura: viceversa copiosissima la suppellettile d'ogni maniera dei
primi tre secoli e dell'età delle persecuzioni; meno copiosa quella dell'età post-
costantiniana, segnatamente del secolo quarto volgente al quinto e dei primordii
del quinto: finalmente non rari gli indizi e le prove materiali dei sepolcri e delle
reliquie dei martiri. Questo costante e solenne responso di tutti i monumenti, cimelii,
minuterie, quisquilie cimiteriali è concorde colla testimonianza della storia, della
giurisprudenza, dell'amministrazione, dell'esistenza medesima materiale dei cimiteri
sotterra e sopra terra nella zona suburbana di Roma; le quali sono state ampiamente
dichiarate, svolte, definite nel lungo trattato del presente libro. Appunto circa
l'età costantiniana cominciarono i suburbani cimiteri all'aperto cielo nelle aree
medesime, sotto le quali erano state scavate le primitive necropoli sotterranee: e
nella seconda metà del secolo quarto a poco a poco l'uso ne divenne ordinario e
normale. Io non so dove la scienza delle antichità, e quasi direi qualsivoglia
iii
Cf. Kaoni Kochette, 1. e. pag. 144 e segg. 258, 257.
ri ,e^ 2 Vedi Aringhi, Roma Subì. T. II pag. 687: cf. Bosio pag. 21; Bottari, T. II pag. 33