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di' a questa massima, né furono fatte per Roma, né a Roma applicate1. Laonde non

posso credere, che i fossori cristiani fino dal secolo quarto abbiano avuto libera
facoltà ed impunità di spogliare dei suoi marmi qualsivoglia profano edificio e ancor
meno gli altrui sepolcri. Se talvolta lo fecero, il loro fatto fu abusivo, né appro-
vato dai rettori ecclesiastici; come la condotta di Damaso verso Simmaco chiara-
mente ci insegna. Ma non tutte le pietre profane adoperate nei cimiteri cristiani
a chiudere loculi debbono essere stimate furtive. Moltissime erano rifiuti d'ogni
specie, e titoli vetustate dilapsi o fuori di uso e tornati in commercio, come tuttodì
avviene 2. U esemplificare qui mi sarebbe assai facile: ma non opportuno al pre-
sente discorso, che è giunto al suo termine.

L'illustrazione del cimitero di Generosa parmi in ogni sua parte compiuta;
e forse svolta anche più che non era necessario.

di s.



1 Vedi quanto ho scritto nel Bullettino sopra citato-, cf. Bull. 1865 p. 5 e segg.

2 V. Settele negli Atti della pont. accad. di arch. T. V p. 196 e segg.
 
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