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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 5): Busti — Neapel, 1767 [Cicognara, 2645-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3709#0092
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44 TAVOLA IX.

na, e forfè una delle Nutrici di Bacco (6).

ri , e quejla la fibula del fetta : benché 7tspovar§ig è
detta da Teocrito Id. XV. 21. il corpetto, 0 vefle in-
teriore , che afifibbìafi sul fetta , come fipiega ivi Ca-
fiaubono , Del refio è noto , che a Bacco, e ai Bac-
canti fi davano gli abiti femminili ; fi veda il Buo-
narroti Medagl. p. 446. e generalmente nota 'Polluce
VII. 52. che gli Orientali ufavano vefii donne/che.

(6) Delle Nutrici di Bacco fi veda Igino Fav.
182. e 192. e Afìr. Poet. IL 21. Teone ad idrato
p. 22. Apollodoro lib. HI. p, 173. Ovidio VII. Met.
297. e fegg. In Ateneo XI. 3. p. 465. fi leggono
due ragioni dell' effierfi finte le Ninfe nutrici di Bac-
co . La prima è di Fanedemo , che fcrive efferfi dette
le acque nutrici dì Bacco , perchè mefcolandofi col
vino l' accrefcono , L'altra ragione , come dice Teo-
frqfto , è , perchè la vite potando/? getta dell' umore,
e per natura fua anche lacrima. Ma la più verifi-
mile fembra quella, che fi legge nell' Antologia .

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Bacco , poiché dal fuoco ufcì il bambino,
Nella cenere ancor tutto ravvolto,
Prefer le Ninfe, e lo lavaro: e quindi
Bacco è alle Ninfe amico. Ah ! fé tu fdegni
Di mefcer l'acqua al vino, allor vedrai,
Qua! forza abbia quel fuoco, e come bruci.

così parimente Tibullo III, El. VI. 57.

Naida Bacchus amat. Ceflas, o lente minifiert
Temperet annoium Mania lympha merum.
Fomuto de N. D. XXX. fpìega della fleffa maniera,
perchè fi finga Bacco falvato da Tetide, e perchè i
compagni di Bacco fi unificano volentieri alle Ninfe,
con dire, che il vino temperato dall' acqua divien fia-
lubre, e grato . Infatti era prefifo i Greci così infioli-
to , e abbommato il bere vino puro, che gli Spartani
lo diceano STTioxvdi'aai ] come avverte Ateneo X. 7.
p. 427. dove anche nota , che Anacreonte chiama il
lere vino puro muOixw nóaiv bevere alla Scitica : e
poco dopo traficrive alcuni verfi dello ftefifo poeta , in
cui dice , che gli fi apprejli il vino mefcolato in mo-
do , che fieno due pardi d' acqua , e cinque di vino :
benché Fufiazio trafcrivendo lo ftefiò luogo Od. -y.
p. 475. v. 31. dica rd fdv 3eV . . . ùSctTog , ree
TtsvTS § ó'tvS, dieci d'acqua , e cinque di vino, cha
corrifiponde all' 'ioov 'loco di Arifiofiane Plut. 1133. do-
ve lo Spanemio , Del rejìo i più fiobrii mefeeano cin-
que d'acqua e due di vino : Ateneo 1. e. e la mifiu-
ra più ordinaria era di tre d' acqua , e due di vino :
Arifiofiane Eq. v. 1184. dove lo Scoliafte . Si veda
delle varie temperature dell' acqua col vino , oltre ad
Ateneo 1. e. Fujìazio Od. I. p. IO24. sul verfo di
Omero 209. dove il poeta dice , che il vino Maroneo
portava la mifiura di uno di vino a venti di acqua :
fi veda anche Plinio XIV. 4.



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TAVOLA X,
 
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