72
Latini ,
maco ^
TAVOLA XVII. XVIII.
che ne fanno menzione , fcorrettamente Er-
io infieme con noi nella filofofia , ed è flato da noi
lafciato per capo , e maejlro di tutti coloro , che fi-
lofofano infieme con noi . Ecco un elogio lellijfimo,
the riguarda non meno la vita, che il fapere, e il
eojlume del nojlro Ermarco . Le altre fue ckcoflanze
fono così descritte da Laerzio VII. 14. e 15. Tr&Tpòg
\ih 7Tsr/]fog, Tdg $è dpyàg jtpoaéyuv ro~g §yTOpiy.o~g •
(ferrai Y.aì rérà filala, ndA/\i<;u ' snt<;o?jY.<x, negì
€'lJL7rS§0X.?j8g Xfi'. TtSpì tSV IJLOtd'/ìjldTùlV 7TpÒg Tl?dT6JM,
TTgòg A'pisoTéWv . ÌTS?i£Ó7cc Ttapct àvola, , ysvòixsvog
ìxàvog dr/ip: fu figlio di un padre povero,e da prin-
cipio era applicato all' arte Oratoria . Di luì fi han-
no querce belliffime opere : Di Empedocle lettere ven-
tidue: Delle difcipline contro Platone , contro Ad-
itotele . Morì egli predò Lifia : e fu un uomo vera-
mente illuftre . Sofpetta il Menagio , che in luogo di
Ttapà Tivat'a devaji leggere 7ra.pt/Jaas1 ; perchè morì di
par ali fi a .
(2) Cicerone de Finib. lib. II. 30. porta una lettera
fcritta da Epicuro-ad Ermarco, in cui loJlejfogiorno,
che morì gli defcrive il fuo male, e gli raccomanda i
figli di Metrodoro : e tra le altre cofe gli dice: ut di-
gnum eft tua erga me , & erga philofophiam vo-
luntate , ab adolefcentia fufcepta,; dalle quali parole
fi vede la, filma grande , che ne avea Epicuro , e l'a-
micizia fra loro paffata fin dalla prima età , e con-
servata per tutta la vita. Ovantemente e qui, e do*
vunque occorre nominarlo , lo chiama Ermaco . Così
anche lo chiama Seneca Epift. VI. Metrodorum , &c
Hermacbum, & Polyaenum, magnos viros non fcho-
la Epicuri , fed contubernium fecit . E così anche
Ateneo XIII. p. 588. , e Plutarco adv. Colotem. Ma
non vi è dubbio , che quel nome Jia malamente fcrit-
to, e della coli'autorità del nojlro bronzo corregger/i:^
tanto maggiormente, che vien confermato da uno de'
Papiri del Mufeo Reale , già fvolto , e che contiene
un trattato di Rettorica di Filodemo ,come fi vede in
fine del medefimo Papiro, in cui fla fritto : $IAO-
AHMOY riEPI PHTOPIKHC . Ora in quefto Papiro
nella Colonna XXI. al yerfo 22. 23. e 24 fi legge
AHAOI As KAI
. PMAPXOCALuNnAPe0sN . .
. . AMfTAAETHCnACHC
. . SsPrACIACsniKOTPOCsN
. . AIEuPITHCPHTOPI
KHCTfAsIaCANfniMsIKTOYC
. . IAACKaNTACATNAMdC &c.
e foco dopo nella colonna feguente . 6. fi nomina
anche Metrodoro : onde dall'unione dì Epicuro, e
Metrodoro fi vede chiaro , che lo . . PMAPXOC no-
minato da Filodemo altro ejpr non poffa , che il no-
jlro Ermarco.
Caja?7#c>(i dèj. Tir -a / 7> £e6atft?7Wi/a lite-
Mc%Zù àrdano Romana "
,___________I I |. ' t 1 1___________,
tJBTexxo Palme Jtfao&m
TAVOLA XIX.XX.
■'«Unii
Latini ,
maco ^
TAVOLA XVII. XVIII.
che ne fanno menzione , fcorrettamente Er-
io infieme con noi nella filofofia , ed è flato da noi
lafciato per capo , e maejlro di tutti coloro , che fi-
lofofano infieme con noi . Ecco un elogio lellijfimo,
the riguarda non meno la vita, che il fapere, e il
eojlume del nojlro Ermarco . Le altre fue ckcoflanze
fono così descritte da Laerzio VII. 14. e 15. Tr&Tpòg
\ih 7Tsr/]fog, Tdg $è dpyàg jtpoaéyuv ro~g §yTOpiy.o~g •
(ferrai Y.aì rérà filala, ndA/\i<;u ' snt<;o?jY.<x, negì
€'lJL7rS§0X.?j8g Xfi'. TtSpì tSV IJLOtd'/ìjldTùlV 7TpÒg Tl?dT6JM,
TTgòg A'pisoTéWv . ÌTS?i£Ó7cc Ttapct àvola, , ysvòixsvog
ìxàvog dr/ip: fu figlio di un padre povero,e da prin-
cipio era applicato all' arte Oratoria . Di luì fi han-
no querce belliffime opere : Di Empedocle lettere ven-
tidue: Delle difcipline contro Platone , contro Ad-
itotele . Morì egli predò Lifia : e fu un uomo vera-
mente illuftre . Sofpetta il Menagio , che in luogo di
Ttapà Tivat'a devaji leggere 7ra.pt/Jaas1 ; perchè morì di
par ali fi a .
(2) Cicerone de Finib. lib. II. 30. porta una lettera
fcritta da Epicuro-ad Ermarco, in cui loJlejfogiorno,
che morì gli defcrive il fuo male, e gli raccomanda i
figli di Metrodoro : e tra le altre cofe gli dice: ut di-
gnum eft tua erga me , & erga philofophiam vo-
luntate , ab adolefcentia fufcepta,; dalle quali parole
fi vede la, filma grande , che ne avea Epicuro , e l'a-
micizia fra loro paffata fin dalla prima età , e con-
servata per tutta la vita. Ovantemente e qui, e do*
vunque occorre nominarlo , lo chiama Ermaco . Così
anche lo chiama Seneca Epift. VI. Metrodorum , &c
Hermacbum, & Polyaenum, magnos viros non fcho-
la Epicuri , fed contubernium fecit . E così anche
Ateneo XIII. p. 588. , e Plutarco adv. Colotem. Ma
non vi è dubbio , che quel nome Jia malamente fcrit-
to, e della coli'autorità del nojlro bronzo corregger/i:^
tanto maggiormente, che vien confermato da uno de'
Papiri del Mufeo Reale , già fvolto , e che contiene
un trattato di Rettorica di Filodemo ,come fi vede in
fine del medefimo Papiro, in cui fla fritto : $IAO-
AHMOY riEPI PHTOPIKHC . Ora in quefto Papiro
nella Colonna XXI. al yerfo 22. 23. e 24 fi legge
AHAOI As KAI
. PMAPXOCALuNnAPe0sN . .
. . AMfTAAETHCnACHC
. . SsPrACIACsniKOTPOCsN
. . AIEuPITHCPHTOPI
KHCTfAsIaCANfniMsIKTOYC
. . IAACKaNTACATNAMdC &c.
e foco dopo nella colonna feguente . 6. fi nomina
anche Metrodoro : onde dall'unione dì Epicuro, e
Metrodoro fi vede chiaro , che lo . . PMAPXOC no-
minato da Filodemo altro ejpr non poffa , che il no-
jlro Ermarco.
Caja?7#c>(i dèj. Tir -a / 7> £e6atft?7Wi/a lite-
Mc%Zù àrdano Romana "
,___________I I |. ' t 1 1___________,
tJBTexxo Palme Jtfao&m
TAVOLA XIX.XX.
■'«Unii