71
J$a4r<
?7lO <^yt (Tt/tOCUaJ'iO-
Ct/c&.
i I
""I II
"T " ' T~
(y'f}&£z?ZsO> -
la xvn.xvin
INGOLARE è certamente , e di un
pregio grandiffimo quefto bufto i che ci
rapprefenta E r mar co W b primo fucceC
for di Epicuro k Si ha ora il piacere
non {blamente di vedere la immagine di
quefto illuftre Pilofofb , ma di ricono-
fcere ancora il fuo vero nome; leggen-
doli in tutti quei pochi antichi autori così Greci ■> come
Latini,
(i) Ermarco* figlio di Agemarco , dì Metilene,
fu V erede dell' Orto famofo ; è della cafa di 'Epicu-
ro , e anche de' fuoi libri , e della fua fcuola , nella,
quale fu dal maejlro dichiarato fuccejfore. Quefto è
quel che fappiamo dal testamento fièffo di Epicuro,
confervatocì intiero da Diogene Laerzio X. 16. a 22.
é<p' Sì ts toV [xsv urino» uai rd npoaòna ccùrZ naps-
^Haiv 'E'piiàyfif K'ysixccpyH Mirv^vai'a, uai T015 av{jb-
{piPioGoQsGty aura, ucci ojg 'àv 'ìpimypc uccraTiiny Sia-
36x0(5 TV5 QitoaoQi'as èv Siarpifisi» ucncì QiAqoo-
Qiav .... T/jìf Si oì-uiwj rfìv £i> Ms?Jr(i napèx*™-
aotv kjxwóiACCxoQ , k&ì T^i^oupcit^g èvoiusiv B'pfià-
yti uaì To7g fisr ccùts (piTiOsoCpSai» , mg h epfiaxos
Z$ . . . . . òsmi Ss tcÌ (ìifiAt'a tx vndpxovTcc Y)[uv
nana , s'p/xccxoj ■ • • • noist adorna» Ss [jlst sauroj» ucci''
epixccx0" uupioi/ tuv npoaòStòv , ha [j„st aùts auyua-
raysyyipaKÓTog vifiv tv QiMmQt'ct , xocì uaToCKs?ni[i.-
fxsvs -òys[xó»og raif aunQtàoaoQèmùV yijjuv , suotgce ys-
vriTtti : con condizione, che affegnino ( parla ai fuoi
Eredi ) l'orto , e tutto ciò , che a quefto appartie-
ne , ad Ermaco ( così ferhprè fcorrett amente fi legge )
figlio di Agerriarco -, di Mitilene , e a coloro, che
infieme con lui attendono alla filofofia, e a quei,
che Ermaco lafcerà fucceffori nella filofofia, per efer-
citarfi ivi intorno alla Filofofia .... di più Ammo-
nìaco , e Timòcrate ( fuoi Eredi ) diano la cafa fi-
tuata in Melite ( luogo dì -Atene , della quale fa
menzione Cicerone V. 19. Att fecondo Gajfendo: fi
veda Menagio a Laerzio qui ), ad abitare ad Er-
maco , e ai fuoi compagni nella filofofia, finché
vivrà Ermaco ..... diano tutti i noftri libri ad
Ermaco . . . facciano di tutte le rendite compadro-
ne con effo loro Ermaco , affinchè tutto fi faccia col
configlio dello fteffo Ermaco,il quale fi è invecchia-
to
J$a4r<
?7lO <^yt (Tt/tOCUaJ'iO-
Ct/c&.
i I
""I II
"T " ' T~
(y'f}&£z?ZsO> -
la xvn.xvin
INGOLARE è certamente , e di un
pregio grandiffimo quefto bufto i che ci
rapprefenta E r mar co W b primo fucceC
for di Epicuro k Si ha ora il piacere
non {blamente di vedere la immagine di
quefto illuftre Pilofofb , ma di ricono-
fcere ancora il fuo vero nome; leggen-
doli in tutti quei pochi antichi autori così Greci ■> come
Latini,
(i) Ermarco* figlio di Agemarco , dì Metilene,
fu V erede dell' Orto famofo ; è della cafa di 'Epicu-
ro , e anche de' fuoi libri , e della fua fcuola , nella,
quale fu dal maejlro dichiarato fuccejfore. Quefto è
quel che fappiamo dal testamento fièffo di Epicuro,
confervatocì intiero da Diogene Laerzio X. 16. a 22.
é<p' Sì ts toV [xsv urino» uai rd npoaòna ccùrZ naps-
^Haiv 'E'piiàyfif K'ysixccpyH Mirv^vai'a, uai T015 av{jb-
{piPioGoQsGty aura, ucci ojg 'àv 'ìpimypc uccraTiiny Sia-
36x0(5 TV5 QitoaoQi'as èv Siarpifisi» ucncì QiAqoo-
Qiav .... T/jìf Si oì-uiwj rfìv £i> Ms?Jr(i napèx*™-
aotv kjxwóiACCxoQ , k&ì T^i^oupcit^g èvoiusiv B'pfià-
yti uaì To7g fisr ccùts (piTiOsoCpSai» , mg h epfiaxos
Z$ . . . . . òsmi Ss tcÌ (ìifiAt'a tx vndpxovTcc Y)[uv
nana , s'p/xccxoj ■ • • • noist adorna» Ss [jlst sauroj» ucci''
epixccx0" uupioi/ tuv npoaòStòv , ha [j„st aùts auyua-
raysyyipaKÓTog vifiv tv QiMmQt'ct , xocì uaToCKs?ni[i.-
fxsvs -òys[xó»og raif aunQtàoaoQèmùV yijjuv , suotgce ys-
vriTtti : con condizione, che affegnino ( parla ai fuoi
Eredi ) l'orto , e tutto ciò , che a quefto appartie-
ne , ad Ermaco ( così ferhprè fcorrett amente fi legge )
figlio di Agerriarco -, di Mitilene , e a coloro, che
infieme con lui attendono alla filofofia, e a quei,
che Ermaco lafcerà fucceffori nella filofofia, per efer-
citarfi ivi intorno alla Filofofia .... di più Ammo-
nìaco , e Timòcrate ( fuoi Eredi ) diano la cafa fi-
tuata in Melite ( luogo dì -Atene , della quale fa
menzione Cicerone V. 19. Att fecondo Gajfendo: fi
veda Menagio a Laerzio qui ), ad abitare ad Er-
maco , e ai fuoi compagni nella filofofia, finché
vivrà Ermaco ..... diano tutti i noftri libri ad
Ermaco . . . facciano di tutte le rendite compadro-
ne con effo loro Ermaco , affinchè tutto fi faccia col
configlio dello fteffo Ermaco,il quale fi è invecchia-
to