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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0059
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T A V

Quefìo è il coftume flabilito in Sparta,
Che ciafcun bea dal proprio fuo bicchiere,
Nè fi porga ad alcun chiamato a nome,
Né fulla delira man fi beva in giro,
E a ber s'ecciti a deftra, e la guftata
Tazza a chi offrir fi voglia, a nome chiami .
Del rejlo fi veda il Grazio, il Calmet, e gli altri
Cimentatori a S- Matteo ( XXVI. 27. « 39. ) fulle

L A IX. 43

parole di Crijlo bibite ex hoc orìlnes, e tranfeat a
me calix ifte : colle quali avvertono, che fi faccia
allufìone a tal cojlume praticato dagli Apofloli^ nella
cena col Signore , e ritenuto poi anche dai Crijiianè
nella comunione de-l calice, lenchè dopo per gìufte, »
gravi ragioni vie ceffaffe l'ufo nella Cbieft Occidenta-
le ( T>e Veri. To. IV. Rem. 35. oltre al Tomajiw»
e gli altri ).

«" 1 Mlllll"4- "I'Immuni1 «bini ' «umilimi uni.

J a/tno /\ ornano

TAVOLA X.

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