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\i » filili
Pulmo Romano
"nuntm
: Canij
Cerci: St rin, t in*
TAVOLA XXIV.
UESTA pittura ^ in campo d'aria
ci rapprefenta Ercole , di carnagione
bronzina , colla , e colla faretra,
in atto di fcoccar delle frecce ^ con-
TOM.V. PlT.
«, curici jjcuc , t: cuna eY/ n ■
in atto di fcoccar delle frecce ^ con-
tro gli uccelli jStinfalii (s), di color
^ mentre lo fteffo fiume Stinfalo,
di carnagione anche bronzina , fi vede
(X feduto
(1) F« ^fe/fe grinte pitture trovate in Portici
, ou<? z7 Telefo.
(2) Il Pittore ha qui feguitata V opinione pià co-
mune , che Ercole uccideJJ'e quefli uccelli colle faette.
Così infatti dice Catullo ( LIX. 112. ), e Paufania
( Vlir. 22. ) , il quale foggiunge , che Pifandro Ca-
mire/e firfe poi , che 'non foJJ'ero Jlati ammazzati dot
Ercole, ma che pojli in fuga col rumore di alcuni fo-
nagli di bronzo, come dice anche Apollonio (IL 1054.)
pajfarono neW Ifola di Marte, detta Areziade , ( l'Eti-
mologico in *2.TUfi(fix?JSsQ, Igino Fab. 20. e 30. ove
ì Comentatori ) : onde Stralone ( Vili, p- 5^9- )
uni/ce V una , e V altra opinione , fcrivendo, che Er-
cole gli faccio dalla palude Stinfalide TO^SU^C^i txcct
7U[i7[XV0is colle frecce e coi fonagli ; e Apollodoro
( II. p. 63. ) più precifamente racconta , che Ercole
fece col fuono di uno finimento di bronzo snidarli dal-
ia folta fetva , ove fi avana , e ufciti alla campagna
gli uccife colle faetie . Comunque Jia , ne' monumenti
antichi femprc fi vede Ercole in atto di tirar colle
frecce a quefli uccelli ; così nel marmo della Galleria
Giujìiniani ( riportato anche dal Montfaucon Tom. IL
Tav. 133. ) in uno di Oxford ( Marm. Oxon. p. 3- )
e in altri ( fi veda ti VVinkelmann Mon. Ant. To.lT.
P.85.).
(3) Paufania ( Vili. 22. ) così defcrive quefli uc-
celli : avTxi [xsysèog (lèv kxtx ysgavó» st'aiv ai ópvt-
0f£, soUxgi §s cfiso-i - qxiJ^-n Ss a'MifiÓTspx Cptpsai,
KXt è o~Ko?Lià, clmrsp ai "ifisis : velia grandezza fono
quanto le gru; ma fono limili alle ibidi ; hanno però
i roftri più forti, e non adunchi, come le ibi. Infatti
col becco diritto qui, e in altri monumenti antichi fi
vedono ; febbene in altri abbiano il becco adunco, co-
me avverte il VVinkelmann ( ]. c. ) , fi quale per al-
tro s'imbarazza molto , fino a dire , che il tejlo di
Paufania è fcorretto, mostrando con ciò di non'averlo
letto , 0 non averlo intefo ; confondendo e^li le ibi
celle cicogne, e credendo che le ibi abitano il lec-
co
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Giujìiniani ( riportato anche dal Montfaucon Tom. IL
Tav. 133. ) in uno di Oxford ( Marm. Oxon. p. 3- )
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