i42 TAVOLA XXXII.
una don?ta , che alla corona di pampanì (3) e al cembalo
di color rojfo , che tiene accanto , li riconofce per una
Baccante, quafi del tutto nuda, fe non quanto è in pic-
cola parte coverta da un pamio di color giallo , alzato
con fomma leggerezza da un Pan W i o Satiro , che
fia (5\con lunghe corna, e coronato di pino (6), il qua-
le refta forprefo in contemplarla.
Or quefli luoghi p>ar de abbia qui voluto accennare il Rutilio I. 235. ) » ficcarne è noti/Jimo -parimente ,
nojlro Pittore . che fingeafi in/ìdiatorà delle Ninfe ( Orazio III.
(3) Ai capili legati con femplice nodo sulla fe- Od. 18. Stazio IL Silv. III. 8. 24. ) . E" notabi-
Jla par che Jiafi voluta rappresentar vergine ( Paufa- le in quefla , e nella feguente pittura il vederfi
nia X. 25. ). Infatti febbene alle fejle di Bacco colla natura caprigna : 2)iodoro (I. 88. ) dice ap-
correjjèro indifìintamente e vergini, e maritatele ve- punto, che le immagini de?'Pani, e ^'Satiri ccsclti8s-
dove {'Euripide Bacch- 602- ^ L> ii&m Baccanti Atri vv> m**l**x+ —?~ .
par che Jojfero le Jole vergini , le quali portavano il T8 Tpccy'd Quasi 'K&pttT.Tcrfii ag, erano pofte ne'tempii
tirfo, e infuriavano, e urlavano; le matrone poi anda- dalla maggior parte colia natura ritta, e limile a
vano con ordine facendo le facre funzioni , e cantan- quella del caprone .
do degli inni ( pi odoro IV. 3. ). Così le prime com- (5) I fìat ir i non fi dijlingueano nella figura da
$agne di Bacco furono le fole Ninfe fue nutrici ( co- Pan , ma foltanto nell' età , rapprefentandofi giovani
tne noia Cafaubono de Sat. P. I. 2. p. 34. con Ome- ( fi veda Cafaubono 1. c. p. 65. ), ed egualmente li-
ro II. 132. e H. II. in Bacch. 9. e 10. ); e qusjle lidinoji ( Teocrito Id. IV. 62. ove lo Scoliate); onde
fon dette da Orfeo ( H. in Nymph. ) 7rap0ém evvcìsig traile molte etimologie del loro nome la più verifimi-
vergini odorofe; e lo fieffo Bacco , anche, da Orfeo le, 0 la più coerente almeno alla loro indole, è quella
( H. in Triet. ) è detto 7co?*.inxpd£vog, accompagnato derivata da cct'ffy fate, la parte virile ( lo Scoliafte
da molte vergini ; e Nonno, parla fempre delle Bac- di Teocrito 1. c. Macrobio Sat, I. 8. Cafaubono 1. c.
canti, come di vergini , e così gelofe della, loro ver- p. 52. ),* e infatti in EJìchio fi legge: adrvpog, q
ginità , che per cujlodirla anche dormendo fi cingea- hraaig ; e Satinali chiamaji quel morbo , che induri-
no con un fetpe ( Nonno Dionyf. XIV. 363. XV. 81. fce la parte virile ( Areteo de Cauf. morb. Ac. IL
XXXV. 209.) . Anche w/Z'Antologia ( VI. 5. Epig. 3. 12. Aureliano III. 19. Acut. e altri medici ) . Si
e 4. ) fi vede, che le Baccanti Eurinome,e Porfiride fingono anche ejjì injidiatori delle Ninfe (StazioT^htb.
ìafciano i cori Bacchici , perchè vanno a marito. IV. 695. Nonno XII. in f. Nemefiano Ed. III. 57. e
(4) ~B noto da Erodoto , e da altri , che così altri ) .
rapprefentavafi Pan, come qui fi vede. Omero { H.in (6) Pina praecin&i tempora Panes , fon detti da
Pana V. 2. e 6. ) j0 chiama aìyonóSyiv , $iks^tcì , Ovidio ( Met. XIV- 637. ) ; ed è notabile , che Sta-
aàyiA'fi&Tft , capripede, bicorne, iquallido . E' noto zio (Theb. V. 582.) dà ai Fauni la corona di canne:
ancora quanto foffe portato alla libidine , onde da' Sylvicolae fra&a gemuifìis arundine Fauni:
Latini era detto Inuus ( Servio a Aen. VI. 775. la quale anche potrebbe convenire al nofiro Satiro.
TAV. XXXIII.
una don?ta , che alla corona di pampanì (3) e al cembalo
di color rojfo , che tiene accanto , li riconofce per una
Baccante, quafi del tutto nuda, fe non quanto è in pic-
cola parte coverta da un pamio di color giallo , alzato
con fomma leggerezza da un Pan W i o Satiro , che
fia (5\con lunghe corna, e coronato di pino (6), il qua-
le refta forprefo in contemplarla.
Or quefli luoghi p>ar de abbia qui voluto accennare il Rutilio I. 235. ) » ficcarne è noti/Jimo -parimente ,
nojlro Pittore . che fingeafi in/ìdiatorà delle Ninfe ( Orazio III.
(3) Ai capili legati con femplice nodo sulla fe- Od. 18. Stazio IL Silv. III. 8. 24. ) . E" notabi-
Jla par che Jiafi voluta rappresentar vergine ( Paufa- le in quefla , e nella feguente pittura il vederfi
nia X. 25. ). Infatti febbene alle fejle di Bacco colla natura caprigna : 2)iodoro (I. 88. ) dice ap-
correjjèro indifìintamente e vergini, e maritatele ve- punto, che le immagini de?'Pani, e ^'Satiri ccsclti8s-
dove {'Euripide Bacch- 602- ^ L> ii&m Baccanti Atri vv> m**l**x+ —?~ .
par che Jojfero le Jole vergini , le quali portavano il T8 Tpccy'd Quasi 'K&pttT.Tcrfii ag, erano pofte ne'tempii
tirfo, e infuriavano, e urlavano; le matrone poi anda- dalla maggior parte colia natura ritta, e limile a
vano con ordine facendo le facre funzioni , e cantan- quella del caprone .
do degli inni ( pi odoro IV. 3. ). Così le prime com- (5) I fìat ir i non fi dijlingueano nella figura da
$agne di Bacco furono le fole Ninfe fue nutrici ( co- Pan , ma foltanto nell' età , rapprefentandofi giovani
tne noia Cafaubono de Sat. P. I. 2. p. 34. con Ome- ( fi veda Cafaubono 1. c. p. 65. ), ed egualmente li-
ro II. 132. e H. II. in Bacch. 9. e 10. ); e qusjle lidinoji ( Teocrito Id. IV. 62. ove lo Scoliate); onde
fon dette da Orfeo ( H. in Nymph. ) 7rap0ém evvcìsig traile molte etimologie del loro nome la più verifimi-
vergini odorofe; e lo fieffo Bacco , anche, da Orfeo le, 0 la più coerente almeno alla loro indole, è quella
( H. in Triet. ) è detto 7co?*.inxpd£vog, accompagnato derivata da cct'ffy fate, la parte virile ( lo Scoliafte
da molte vergini ; e Nonno, parla fempre delle Bac- di Teocrito 1. c. Macrobio Sat, I. 8. Cafaubono 1. c.
canti, come di vergini , e così gelofe della, loro ver- p. 52. ),* e infatti in EJìchio fi legge: adrvpog, q
ginità , che per cujlodirla anche dormendo fi cingea- hraaig ; e Satinali chiamaji quel morbo , che induri-
no con un fetpe ( Nonno Dionyf. XIV. 363. XV. 81. fce la parte virile ( Areteo de Cauf. morb. Ac. IL
XXXV. 209.) . Anche w/Z'Antologia ( VI. 5. Epig. 3. 12. Aureliano III. 19. Acut. e altri medici ) . Si
e 4. ) fi vede, che le Baccanti Eurinome,e Porfiride fingono anche ejjì injidiatori delle Ninfe (StazioT^htb.
ìafciano i cori Bacchici , perchè vanno a marito. IV. 695. Nonno XII. in f. Nemefiano Ed. III. 57. e
(4) ~B noto da Erodoto , e da altri , che così altri ) .
rapprefentavafi Pan, come qui fi vede. Omero { H.in (6) Pina praecin&i tempora Panes , fon detti da
Pana V. 2. e 6. ) j0 chiama aìyonóSyiv , $iks^tcì , Ovidio ( Met. XIV- 637. ) ; ed è notabile , che Sta-
aàyiA'fi&Tft , capripede, bicorne, iquallido . E' noto zio (Theb. V. 582.) dà ai Fauni la corona di canne:
ancora quanto foffe portato alla libidine , onde da' Sylvicolae fra&a gemuifìis arundine Fauni:
Latini era detto Inuus ( Servio a Aen. VI. 775. la quale anche potrebbe convenire al nofiro Satiro.
TAV. XXXIII.