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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0240
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230

TAVOLA LII.

defira, intorno al di cui polfo ha un braccialetto a color
<T oro.

Nupc Ce quieti reddit, & foijini immemor
Mcótem querelis ducit i attolii juber,
Iterurpq.ue poni corpus; Se folvi co mas,
Rurlusque fìngi. Semper impatiens fui.
poi fa aprir la /cena, che farebbe la nodra pittura,
in cui fi vede Fedra feduta fui letto in atto di fde-r
gnare i fiditi ornamenti degli abiti, delle gemme, e
degli unguenti. Continua dunque la Nutrice a dira

(v. 3 $4- ?

Sed , eri, patefeunt regiae faftigi&'
Reclinis ipfa fedii auratae toro
Solitos amiffus mente non fan.a abnuit.
jE pi rifiglia Fedra :

Removete, famulae , purpura , atque auro ìUìtas
Vejles : procul fit muricis Tyrii rubor,
Cervix monili vacua; nec niveus lapis
D^Huent aurps . lnriirl dnniim maris:
Odore crinis fparfus Afsyrio vacet.
32 dopo ripiglia la Nutrice, confortandola, e animan-
dola a fpiegare il fuo amore ad Ippolito. Ma fi a que^
Jìo, 0 altro il Joggetto della pittura; è certo, che fi
rapprefenta una donna , che voglia abbigliarfi . E a
tal propofito fi rammentò Penelope , e la fua camerie-
ra EuriiiOme, delle quali parla Omero (Od. a'. 163.
e fegg.) con ciré, che avendo Penelope propojìo di fa fi
vedere ai Proci, Eurinome la perfuade a lavarli p i-
ma, e ad ungerti le guance; e febbene Penelope ripu-
gni a farlo , nondimeno Minerva fa addormentarla sul
letto, ed efifa ftejfa { v.j 91. ) :

ÌLd?i?iSÌ' /tè» ot tfpìjfoto ( 0 xP^tk ), ^pócrccTad ts

A'ufipoGt&), ol'co nsp éìkécpciMg KvQìpstet

Col divin bello il corpo, e '1 vago volto
Pulì, di cui Tadorna Citerea
S' unge ;

dove lo Scoli afe fpjega ndMog per julppv tfs A'Qpo-r
à'ng l'unguento di Venere: e così anche /'Etimo-
logico , ed Eficbio ( in xdfàsi, e xdAApg , ove ì Co-
tentatori ) . In fatti Sofocle ( prejfo Ateneo XV. p.
687, ) deferive Venere {JLÓgy Ì7iZi§0[x£yyiv iparla di

unguento , a differenza dì Pallade sAou'q yjpap.hy^)
unta d'olio ; offendo nota non meno la differenza tra
fiu'poy unguento, compojlo di olio con varii odori , e
féAccio» /'olio femplice ( Ateneo XV, p. 688. Gale-
no SirnpJ. Med. IL 27. Spanemio H. inAp. 38. e 39.
in Pali, 15. e 16. ) '. che il cojìume di non ufarfi
dalle vergini unguenti odoriferi , ma femplice olio
( Callimaco H, in Pali- ^6. ove Spanemio ; Catullo ,
0 fia lo fileffo Callimaco , de Coma Beren. v. 77.
ove Ifacco Voifio ; Teocrito Id. XVIIt. 23. ) . Omero
( Od. 79, ) anche dice, che a Nauficaa , la quale
Andava a lavarfi , diede la madre in un vafetto
d' oro ùygóy 'è?Miov, Y umido olio : fembrando affai
verifimile, che qui fi debba intendere il femplice olio;
a differenza di quello , che fa lo jlejfo Omero ( II.
171. 1 adoperar da Giunone nell' abbellir fi , chiaman-
dolo ePiaioi/ TSwJ&fJLSM}) olio odorifero ( fi veda Plu-
tarco VI, Symp. 7. ) ; poiché febbene Plinio ( XIII.
1. ) dica, che gli unguenti non erano noti a quei tem-
pi , nò Omero faccia mai ufo della parola fAupov,
Ateneo però ( XV. p. 688. ) offerva , che Omero di-
Jìingue il femplice olio dall' unguento , dinotando quejlo
con V aggiunto di odorifero , 0 di altra miflura , co-
me dell' olio rofato ityfa goMsni , di cui fa men-
zione in più luoghi . Es notabile a tal propofito quel
che ferivano Plinio , e Ateneo ( 11. ce. ) che fiima-
tiffimo era V unguento rofato , che faceafi. in Napoli,
e in Capua ; ficcarne al contrario il femplice olio di
Venafro ferviva per unguento ( Marziale XIII. 98. ).
E' noto poi , e graziofamente è deferitto da Luciano
(Amor. 39. e 40. ) /'/ coflume delle -donne , e fpeciai-
mente di quelle, che volean prefentarfi ai loro amanti
( come di Medea dice Apollonio III. 830. ),di ador-
narfi nell' ufeir dal letto , e profumarfi di unguenti ,
e fopratutto ne' capelli, per cui era addetto V unguen-
to di mirra ( Properzio I. 2. 3. ove i Comentatc-
ri ) ; ficcarne per altro aveano per ciafeuna parte del
corpo un unguento particolare ( ^Ato^»* Le). jDollo
vitte , e delle fafee , che qui fi vedono , così pei camelli
come pel petto, e delle armille, e cerchietti per le brac-
cia , e per le gambe , fi è parlato altrove.

TAVOLA LIII.
 
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