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Fiore, Giovanni
Della Calabria Illustrata: Opera Varia Istorica Del P. Giovanni Fiore Da Cropani, Predicatore ... (Band 1): In cui, ... si descrive con perfetta Corografia la Situazione, Promontorj, Porti, Seni di Mare, Città, Castella, Fortezze ... dagli anni del Mondo 306. sin al corrente di Cristo 1690 — Neapel, 1691 [Cicognara, 4011-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.10171#0206
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PARTE SECO

quefta Republica di quel tempo . Di ciie mo-
tnento,ei difle(ò PP.Confcritti)devono eflero
ftmate appo di voi le noftre querele.Io sòmaf-
fimamentein quefto confiftere, fe Voi avereto
buona notizia in che maniera la Cittì di Locri
forfè data in mano di Annibale,e come poi cac-
ciata la guardia di quello,ella tornaife all'ubi-
dienza voftra.

XXXI. Imperoche fe la colpa della ribel-
lione non farà imputata al commune conferiti-"
mento della Città: ed il tornare fotto il voftro
Imperio,apparifcc,non folamenre eflère fiato di
noftra volòneàrmi ancora con l'ajuto, opera, e
virtù noitra effere eflèguito , molto maggior-
mente vi fdegnarete,che dal voftro Commina-
rlo, e foldati fiano fatte indegnamente ta.nto
gravi,ed atroci ingiurie à voftri buoni, e fedeli
amici.Mà Io ftimo,che fia differire in altro té-
po il narrarvi la cagione,e'l modo dell'una, e_>
dell'altra ribellione.per due cofe ; l'un.\,perche
ciò fi faccia nel colpetto di Publio Scipione,
il quale ricovrò Locri, ^ vero teftimonio di
tutto il bene,ed el male,che noi abbiamo fatto:
('altra, che comunque noi ci fiamo fatti, noc_,
era però convenevole, chenoipatiflemole co-
fe di quella maniera, che noi abbiamo patito.

XXXII. Noi non po/ììamo diftimulare_?,
( PP.Confcritti, ) quando noi avevamo nella_j
Rocca la guardia de'Cartaginefi,di aver patito
molte crudeli, e diflònefte ingiurie dal Prefetto
di quella, Amilcare, e da'Soldati di Africa, e di
Numidia; mà che fono fiate quelle à paragone
di quefie,che tutto dì fopportiamo ? Piacciavi
di udir con buona patienza (PP.Confcritti)
quelle cofe, che Io dirò contro mia voglia.

XXXIII. Tutta l'Umana generazione è al
prefente sù la bilancia, ed in su iì bellico di ve-
dere il Popolo Cartaginefe, ò Voi Principi di
quanto gira il Mondo. Mà fe egli si avelie à far
giudizio delle qualità del Cartaginefe, e Ro-
mano Imperio, che noi fopportammoda loro,
e che ora fopportiamo dalle genti voftre : certo
ei non farebbe alcuno,che non più tofio quelli,
che Voi eleggefle per Signori ; e non dimeno
[vedere di che animo fiano i Locrefi verfo di
Voi : che benché noi riceve/fimo molto più le-
gieri ingiurie da'Cartagjnefimonrifugimmoal
voftro Capitano,ed ora foftenendo dalle voftre
guardie cofe più gravi.ed afpre, che da'nemici
non fi converrebbe, non alcrove,che àVoi isie-
deftmi fiamo venuti à porgere le noftre que-
rele ,

XXXIV. O Voi dunque rigu3rdarete , (ò
PP.Confcritti)con gli occhi della voftra com-
paffione le calamità noftre,ò noi reftaremo cer-
tificatilo che altro, cheei non ci avanzi il po-
tere anco più ricorrere agl'Iddi; immortali.
Quinto Plemiuio fu mandato à ricuperar Lo-
cri , e poi lafciato con le mcdelìme guardie nel
governo di quella Città. Mà in quefto voftro
Legatela noftra eftrema miferia ne porge ardi-
mento à parlare,(ò PP.Confcritti)nonìià altra
cofa diUomo,che la figurai la fembianza,né di
Cittadino Romano , che la portatura deilave-

N D A CAP. IV. 169

fte,edil fuono della lingua latina; anzi e una_>
pefte,ed una Fiera crudeliffima , e moftruofa,
quale narrano le favole eflere fiata anticamen-
te quella, che à deftruzion de' Naviganti di-
morava intorno alloftrerto del Mare, che dal-
la Sicilia ne divide , e fe pure bafìaflè à lui folo
eflèrcirare ogni fceleratezza,avarizia,e libidine
verfo di noi amici, e compagni vofiri, forfè che
noi faremo fufficienti à faziare con la noftra
patienza, la fua(quantunqueinfaziabile)ingor-
digia.

XXXV. Mà egli hà voluto, che ogni catti-
vità^ fceleratezzasia comunemente lecitain_>
tal maniera ad ogn'uno,che tutti,Centurioni,e
Soldati voftri hà fatto divenire Pleminij.Tutti
rapifeono, tutti fpogliano, battono, ferifeono,
ed uccidono.sforzano leMatrone,rapifcono le
Fanciulle, e Fanciulli nobili dalle braccia de'
Padri, e delle Madri loro ; siche quella voftra
Città ogni dì é prefa da'nemici , ognidìfac-
cheggiata, ed ilgiorno,e la notte ogni contra-
da rifuona d'intorno pianti , c fìrida del-
le Femine, e Fanciulli, ebe-fono tolti, e por-
tati via.

XXXVI. Tanto che,chiquefìe cofe fapefle,
si meravigliarebbe,ò come noi foflìmo baftan-
ti à fopportare tante ingiurie,ò vero come co-
loro,che ce le fanno , non follerò ora mai ftan-
chi,e faz j : Ne Io pollo raccontare,ne à Voi fà
bifogno di udire ogni particolarità delie cofe,
le quali abbiamo patito:ondelo farò d'ogni co-
fa insieme un fafeio, e dico, che nefllina cofa in
Locri, e ninna particolar Perfoua è rimafa fen-
za ingiuria, e dicov^ che ninna maniera di fee-
leratezza,di libidine,di avarizia, che da alcuno
di quei,che anno patito, si sia potuta foppor-
tare,e reftata in dietro,che patita non si sia.

XXXVII. Appena si potrebbe far giudizio,
qual sia pi ù acerbo,ò fpaventevol cafo,ò quan-
do i nimici pigliano, per forza una Città,ò ve-
ramente quando qualche crudele , e peftifeto
Tiranno con la violenza, e con l'armi la tieno
opprefla - Noi abbiamo fopportati tutti quei
maliche fopportano le Città prefe da'nemici,
ed ora più che mai, fopportiamo, (ò PP.Con-
fcritti.)Quinto Pleminio hà ufato verfo di noi,
noftre Donne, e Figliuole tutte quelle fcelera-
tezze,che ìcrudeliffimi, ed importuninomi Ti- '
ranni fogliono ufare, verfo i loro(miferamente
opprefsi) Cittadini.

XXXVIII. Una cofa ci refta,del!a quale la
Religione, che noi abbiamo fiflà nell'animo, ci
coftringe à far nominatamente querela,e che_?
noi vorremo, che Voi fofle contenti di afcolta-
re,acciòche(parendovi)fcaricafte la confeienza
voftra,epurgafte la Republica dalla colpa di sì
fatta empietà; conciofiache,noi abbiamo vedu-
to con quante ceremonie Voi onoriate , non__>
folamente gl'iddij voftri;mà anche riceviate le
Religioni efterne,e foraftieri.

XXXIX. Appreflò di noi addunque è un_>
Tempio di Proferpina, della Santità del quale,
Io mi credo eflerne pervenuta à Voi, per fama,
qualche notizia à tempo delle guerre di Pirro.
 
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