PARTE SECONDA CAP. V.
z:
diocre Abitazione , per piti difela venne cinta
di mura ; e niente meno coli' andar degl'anni,
correndovi à gara la gente , trattavi dalla fer-
tilità del terreno, fi allargò di fuori, oltro
dal recinto delle mura, nominandola dalla-»
qualità della terra grafìa Cropos, e poi Cropa-
ni.
X. Dal che ancora fi rende manifefta la
fua antica origine, traendofi dal nome greco
Cropos, impoièogli da quei antichiflìmi Greci.
Sono alcuni, che così Ja denominano, non già -
da Cropos , mà dz'Ceropos chiamandolo non_>
Cropani , mà Ceropani dalla copia del melo,
e delie cere, che vi fi lavorano . In conformità
di che , il Maefiro Lattanzio Arturo, minor
Conventuale d'alta Jetteratura,nelle fue opere,
quali furono molte, ed imprefle, e non impref-
fe, Ceroponitano, non Cropanitano fi fcrive.
Ala megliè-é dirlo con nominanza più univer-
fale,abbraccianteogn'ubertà, Cropani; Cro-
pani daCropos, che Ceropani da Ceropos, o
dalle fole Cere.
XI. Altre volte fù membro della Con-
tea di Belcaflro ; mà non faprei à dirne il tem-
po di quella orlatura ; onde fogiacque al domi-
nio de'medefimi Conti, fingolarmente Aquini.
L'anno mille quattrocento quattto, n'era Si-
gnore, infiemecon Barbaro, eZagarife, Artufo
Pappacoda Sinifcalco, che poi lo vendè à D-
Nicolò Ruffo , Marchefe di Cotrone e ; la Fi-
tBonti. gfiuoladi cui Enrichetta ribeliandofi dal Rè
»w/.'i89.|A]fonzo, perciò ne rimale priva . Mà prima_»
egli, con volontaria dedizione, fe gl'era acco-
llato.
XIL Cofa tanto gradita dal generofo
Principe , che gli ne concedè un nobile Privi-
legio.con la data in Belcaftro li vétiuno di No-
vembre mille quattrocento quarantaquattro,
concedendogli più cofe ; fingolarmente che fi
ponga in Demanio, dai quale in tempo alcuno
non polla elferne tolto ; Ch'elìèndo alquanto
disfatto per lo sfratto, impoftogli da D.Anto-
nio Centeglia , marito della RufFa,fulì"e franco
per anni diece da qualunque gravezza; ch'oltre
palfando li trecento fuochi, e per altro avendo
ftrettezzadi Territorio , polla pafcolar franco
in quel di Taverna, e diBelcaitro; che tutte le
robbe de'fuoi Cittadini, prefe da'Soldati Re-
gi/ ,e cheall'ora fi confervavanopreflò gl'Uo-
mini di Taverna, Barbaro, e Zagarife, follerò
relìituite à Padroni ; che à fua richielta fi do-
naflero à Santa Maria , e fuo Clero ( la Chiefa
collegiata maggiore d'ella Terra ) le terre di
Connino, confitenti in falmate venti ; e elio
all'Abbazia di S.Maria d'Acquaviva (oggidì S.
Lorenzo) follerò confermate tutte le fue anti-
che franchezze:che fiinltituifca un maftrogiu-
rato , che inlìeme col Sindico amminillri tutti
gl'affari del publico,così di pace ,così di guer-
ra ; che s' ordini un publico mercato per
otto giorni, ogn'anne, da cominciarfi dall'ul-
tima Domenica di Giugno . Confermando per
altro tutte le grazie, e privileggi,concedutigli
fin all'ora da'fuoì Signori. _
XIII. L'anno mille quattrocentocinquan-
tanovc continua in Demanio,ccme può veder-
li da un Privileggio, concedutogli dal Re Fer-
dinando primo, lotto la data in Belcatfro, à gì'
otto ct'Ottobr.dell'anno medefimo,Ja cui prin
cjpal fonima è, che egli conferma alla Terrai
di Cropani tutti lipriyileggfi5indulti, e grazie
fin'à quel tempo conceduti, e confermati da_>
fuoi Anteceflòri, frà quali è '1 Demanio, con
ceduto dal Rè fuo Padre ; Rimette le pene di
qualunque delitto-, edirefidui de'pagamenti
tikali, con le franchezze di cinque anni,dichia-
rando , eh' il tutto. concedeva per fervizi/ no-
tabili,riceuutidagl Uomini di detta Universi-
tà , ed incaricando .Feiiècuz.ione del tutto ad
AlfonzoDuca di Calabria fuo Figliuolo .
XIV. L'anno mille qu^itrocento icliantafei
purèin Demanio.Collaua un Privileggio fpe-
ditoglidal medelìmoRè in Napoli,li 20.di Fe-
braro di detto anno ; in cui fi ordina, che refti
in perpetuo Demanio ; ch'ogn'anno abbia Ca-
pitano , purché non fia Cittadino di Taverna-,;
che refìino in vigore tutti gl'altri privileggi ;
ottenuti fin'all'ora; Che i fuoi Cittadini folle-
rò franchi in quel di Belcaftro ; con che i Bel-
caitrefi follerò anche franchi in quel di Cropa-
nijch'ogni Domenica in perpetuum vi fofse pu-
blico mercatOjdichiarando concedere il tutto,
in ricompenza de'danni patiti à fuo conto,nel-
le guerre pafsare.
XV- Mà poi, l'anno mille quattrocento
fettanta,n'apparifce Còte Ferdinando di Gue-
vara: fi trae da un Privileggio fpedito dal me-
defimo in Cropani li lei Giugno di detto anno,
poiché fi fcrive Conte di Bekaftro, e di Cropa-
ni , e Signore della Baronia di Barbaro. En'è
la continéza che per fervizi) fatti à detto Con-
te , concede, che gl'Uomini di Cropani pofsa-
no fcegherfi unaForeftada pafcolar i loro a-
nimali di foma nel luogo detto Abbatina. Per-
fevera fotto al medelimo dominio fin'all' anno
mille quattrocento fettantafetteper unafent-
tura autentica,frà quelle del Venerabile Mona-
iterio del Santifsimo S'alvadore-
XVI. Indi poi, l'anno mille quattrocento
ottantafei fi vede pafsato in dominio di Fede-
rico Secondogeuiro del Rè Ferdinando , Prin-
cipe all'ora di Taranto, e Squillaci, Conte di
Nicaftro, e Belcaftro , e Luogotenente genera
le del Regno, e finalmente Re . Colta da un_>
Privileggio conceduto airUniverlìtà,edUomi
ni della Terra di Cropani fuoi fedeli Vaflàlli,
con ladataiuCropanLil primo d'Ottobre dell'
anno medelimo. In quefio Privileggio fe gli
confermano tutte le grazie, franchezze, indul-
ti , e Privileggi ; già conceduti dal Rè Alfon-
zo fuo Avolo, e dal Rè Ferdinando Ino Padre;
ch'il Vice Principe difenda il Clero , e la liber-
tà della Chiefa fuo Ius patronato Regio, da-»
qualunque foggezzione volefse metterle il Ve-
scovo di Catanzaro; al quale folopaghi feitarì
l'anno, come femprefù in coltume ; ereftitui-'
fca il tutto alla fua prima libertà, e Privileggi,
antichi. Finalmente, che i Cropanefì fofsero
li-
z:
diocre Abitazione , per piti difela venne cinta
di mura ; e niente meno coli' andar degl'anni,
correndovi à gara la gente , trattavi dalla fer-
tilità del terreno, fi allargò di fuori, oltro
dal recinto delle mura, nominandola dalla-»
qualità della terra grafìa Cropos, e poi Cropa-
ni.
X. Dal che ancora fi rende manifefta la
fua antica origine, traendofi dal nome greco
Cropos, impoièogli da quei antichiflìmi Greci.
Sono alcuni, che così Ja denominano, non già -
da Cropos , mà dz'Ceropos chiamandolo non_>
Cropani , mà Ceropani dalla copia del melo,
e delie cere, che vi fi lavorano . In conformità
di che , il Maefiro Lattanzio Arturo, minor
Conventuale d'alta Jetteratura,nelle fue opere,
quali furono molte, ed imprefle, e non impref-
fe, Ceroponitano, non Cropanitano fi fcrive.
Ala megliè-é dirlo con nominanza più univer-
fale,abbraccianteogn'ubertà, Cropani; Cro-
pani daCropos, che Ceropani da Ceropos, o
dalle fole Cere.
XI. Altre volte fù membro della Con-
tea di Belcaflro ; mà non faprei à dirne il tem-
po di quella orlatura ; onde fogiacque al domi-
nio de'medefimi Conti, fingolarmente Aquini.
L'anno mille quattrocento quattto, n'era Si-
gnore, infiemecon Barbaro, eZagarife, Artufo
Pappacoda Sinifcalco, che poi lo vendè à D-
Nicolò Ruffo , Marchefe di Cotrone e ; la Fi-
tBonti. gfiuoladi cui Enrichetta ribeliandofi dal Rè
»w/.'i89.|A]fonzo, perciò ne rimale priva . Mà prima_»
egli, con volontaria dedizione, fe gl'era acco-
llato.
XIL Cofa tanto gradita dal generofo
Principe , che gli ne concedè un nobile Privi-
legio.con la data in Belcaftro li vétiuno di No-
vembre mille quattrocento quarantaquattro,
concedendogli più cofe ; fingolarmente che fi
ponga in Demanio, dai quale in tempo alcuno
non polla elferne tolto ; Ch'elìèndo alquanto
disfatto per lo sfratto, impoftogli da D.Anto-
nio Centeglia , marito della RufFa,fulì"e franco
per anni diece da qualunque gravezza; ch'oltre
palfando li trecento fuochi, e per altro avendo
ftrettezzadi Territorio , polla pafcolar franco
in quel di Taverna, e diBelcaitro; che tutte le
robbe de'fuoi Cittadini, prefe da'Soldati Re-
gi/ ,e cheall'ora fi confervavanopreflò gl'Uo-
mini di Taverna, Barbaro, e Zagarife, follerò
relìituite à Padroni ; che à fua richielta fi do-
naflero à Santa Maria , e fuo Clero ( la Chiefa
collegiata maggiore d'ella Terra ) le terre di
Connino, confitenti in falmate venti ; e elio
all'Abbazia di S.Maria d'Acquaviva (oggidì S.
Lorenzo) follerò confermate tutte le fue anti-
che franchezze:che fiinltituifca un maftrogiu-
rato , che inlìeme col Sindico amminillri tutti
gl'affari del publico,così di pace ,così di guer-
ra ; che s' ordini un publico mercato per
otto giorni, ogn'anne, da cominciarfi dall'ul-
tima Domenica di Giugno . Confermando per
altro tutte le grazie, e privileggi,concedutigli
fin all'ora da'fuoì Signori. _
XIII. L'anno mille quattrocentocinquan-
tanovc continua in Demanio,ccme può veder-
li da un Privileggio, concedutogli dal Re Fer-
dinando primo, lotto la data in Belcatfro, à gì'
otto ct'Ottobr.dell'anno medefimo,Ja cui prin
cjpal fonima è, che egli conferma alla Terrai
di Cropani tutti lipriyileggfi5indulti, e grazie
fin'à quel tempo conceduti, e confermati da_>
fuoi Anteceflòri, frà quali è '1 Demanio, con
ceduto dal Rè fuo Padre ; Rimette le pene di
qualunque delitto-, edirefidui de'pagamenti
tikali, con le franchezze di cinque anni,dichia-
rando , eh' il tutto. concedeva per fervizi/ no-
tabili,riceuutidagl Uomini di detta Universi-
tà , ed incaricando .Feiiècuz.ione del tutto ad
AlfonzoDuca di Calabria fuo Figliuolo .
XIV. L'anno mille qu^itrocento icliantafei
purèin Demanio.Collaua un Privileggio fpe-
ditoglidal medelìmoRè in Napoli,li 20.di Fe-
braro di detto anno ; in cui fi ordina, che refti
in perpetuo Demanio ; ch'ogn'anno abbia Ca-
pitano , purché non fia Cittadino di Taverna-,;
che refìino in vigore tutti gl'altri privileggi ;
ottenuti fin'all'ora; Che i fuoi Cittadini folle-
rò franchi in quel di Belcaftro ; con che i Bel-
caitrefi follerò anche franchi in quel di Cropa-
nijch'ogni Domenica in perpetuum vi fofse pu-
blico mercatOjdichiarando concedere il tutto,
in ricompenza de'danni patiti à fuo conto,nel-
le guerre pafsare.
XV- Mà poi, l'anno mille quattrocento
fettanta,n'apparifce Còte Ferdinando di Gue-
vara: fi trae da un Privileggio fpedito dal me-
defimo in Cropani li lei Giugno di detto anno,
poiché fi fcrive Conte di Bekaftro, e di Cropa-
ni , e Signore della Baronia di Barbaro. En'è
la continéza che per fervizi) fatti à detto Con-
te , concede, che gl'Uomini di Cropani pofsa-
no fcegherfi unaForeftada pafcolar i loro a-
nimali di foma nel luogo detto Abbatina. Per-
fevera fotto al medelimo dominio fin'all' anno
mille quattrocento fettantafetteper unafent-
tura autentica,frà quelle del Venerabile Mona-
iterio del Santifsimo S'alvadore-
XVI. Indi poi, l'anno mille quattrocento
ottantafei fi vede pafsato in dominio di Fede-
rico Secondogeuiro del Rè Ferdinando , Prin-
cipe all'ora di Taranto, e Squillaci, Conte di
Nicaftro, e Belcaftro , e Luogotenente genera
le del Regno, e finalmente Re . Colta da un_>
Privileggio conceduto airUniverlìtà,edUomi
ni della Terra di Cropani fuoi fedeli Vaflàlli,
con ladataiuCropanLil primo d'Ottobre dell'
anno medelimo. In quefio Privileggio fe gli
confermano tutte le grazie, franchezze, indul-
ti , e Privileggi ; già conceduti dal Rè Alfon-
zo fuo Avolo, e dal Rè Ferdinando Ino Padre;
ch'il Vice Principe difenda il Clero , e la liber-
tà della Chiefa fuo Ius patronato Regio, da-»
qualunque foggezzione volefse metterle il Ve-
scovo di Catanzaro; al quale folopaghi feitarì
l'anno, come femprefù in coltume ; ereftitui-'
fca il tutto alla fua prima libertà, e Privileggi,
antichi. Finalmente, che i Cropanefì fofsero
li-