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5 Lib.6

PARTE SECONDA CAP. II. 121

VIIF. Ultimamente nel 1656. fù ritrovato
un' Jdoletto. di bronzo indorato di mirabilo
fattura, alto da un palmo, e mezzo, fembrava_>
Marte col Cimiero intefta; con una Stella nella
r'ronte;nella finirtra la Cornucopia; nella delira
la Lancia, l'Ale ne'piedi,vcrtiro da Soldato: lì
mandò così,da Pellegrino de Luca Gentil'Uo-
modi Nocera, all'Lmin.Signor Cardinal Fran-
*|cefco Barberino di felice m., il quale lo ricevè
con gencrofa Magnanimità,e ripofelo nella fua
Galleria. Dimostrando in quelli miferi avanzi
a lagrimevole, e caduta Maertà di una Città
ampiflìma, e degna , che n'han fatto onora-
to raccordo Pomponio Mela, Plinio, Soli-
no, Flegone, Strabone, Licofrone , ed altri ce-
lebri, ed antichi Scrittori.

IX. Patì Terina , nelle rivolte di Annibale
grandiffimarovina/; argomento, che non era
del Suo partito ; e fù, perche doppò lungo tem-
po, ed oftinato aflèdio forprefala,vcdendo non
poterla foftenere, l'uguagliò al fuolo ; così lo
criSfc Strabone g : .Quani Anibal, cura tutarì

nonpojfe defperaret, folo aquavìt, qui tempera-
te, in ipfam confugerat Terram Brettiam ; cioè
negli anni tré mila fettecento ottant'otto;come
io conghietturo, che era il quarto della fua ve-
nuta in Italia ; Ed avvegnaché fi dichi, Solo
equavit ; non per tanto non fi vide in piedi, e
bene (tante molti {ècoli apprestò: Onde Bar-
rio T interpreta dello fmancellamento dello
Mura , non già del corpo della Città. Solo ,
inquit, xqtiavit, mvm Utique diripuit, non Ur-
bem .

X. Il fuo totale eccidio (come Stima il me-
defimo Scrittore) fù all'età del B.Nilo, qual'Io
rapporto ne'novecento cinquanta in circa-»;
quando i Saraceni feorrendo le riviere della-»
Calabria Mediterranea, disfecero Lamezia,og-
gidì Sant'Eufemia, ed Ajello: Ritrovandoli Te-
rina nel mezzo di quelte due Abitazioni, irò
vicinanza al Mare, ricevè la medefima ftrago,
forti l'ilìefla fortuna. Demolita da'Saraceni
Ferina , le fopravanzate reliquie ( come fcrive
Marah~oti)iì ritirarono un miglio picciolo nella
parte Superiore della Montagna, in un luo-
go ameno, dove era la caccia de' Terinelì .
Ivi fabricarono un Forte , cinto di alto
Mura con la Torre di Guardia , e Baloardi,
col Ponte, e ritirata, come di prefente lì vede ,
e la chiamarono Nocera, cioè nuova Abita-
zione .

XL Alzarono un Cartello nella Collina»»
più fuperiore , dove poi s'è fabricato il Mona-
fiero de' Padri Capuccini. Indi dilatandoli di
mano, in mano , se ampliata di numero com-
petente di bellissime cafe,e fi fabricano di con-
tinuo . Sta Nocera fondata in un colle aliai
ameno, di belliffimo aere , nel cui mezzo ftà la
ChieSa Madre, Servita da fei Parochi parzio-
narj, col titolo di Chiefa Archipresbiteralo,
ed altro numero copiofo di Sacerdoti, e di
Clerici, ivi dentro con due Società, l'Archi-
coufraternità del Santissimo ricca, il di cui
Procuratore hà da eifere uno de' maggiori ;

l'altra del Rofario anche opulenta . Ciit-onua-
ta da tré Monasteri; Regolari.

XII. Dall'Oriente nel Cartello, fono i PP.
Capuccini; nel Settentrione fotto a' Capuccini
fi vedono iPP.Conventua!i;e nelMezzogiorno,
gli Agostiniani, e quell'ultimo fù fondato dal
Padre Francefco daZompano,del quale nei fuo
luogo. Li due ultimi polledono ricchiffime ren-
dite ; Ma ilprimo,per la fua povertà,incapace
di beni, gode della munificenza del publico »'
e de' fuoi Cittadini iaclinatiffimi alla devo-
zione de' Capuccini, Vi fono altre Società,
come della pietà, e di S.Caterina, con le pro-
prie Chiefe: Le Congregazioni della Nunzia-
ta, e de'Morti, dove con ufBcj di fomma devo
zione, s'elTercitano l'anime al Servizio di Dio:
Tiene il Monte della Pietà per aj'uto de' Citta-
dini.

XIII. Gode quefta Terra della Protezzione
del Precurfore S.Gio:Battirta,dai cui Patroci
nio fù miracolofamente liberata dal Contagio
del Regno, nel mille feicento cinquanta fetto.
Le falde di quelta Terra lì bagnano da due Fin
mi. Dal Settentrione, dal Fiume Grande, cosi
detto,perche è comporto da due fiumare; l'ima
fi chiama Focino ( quefìo per l'Aquedotti fo
pradetti,fi portava entro Terina) ricco di Trot
te Stellate ad oro.L'altra lracuda, ove fono co
pia di Anguille. Dal Mezzo Giorno dal Fiume
Rivale, copiofo anche di Anguille. Ambidue li
fudetti Fiumi rendono quanto deliziofa , tanto
commoda Nocera, per li Molini, e Giardini
fingelar mente.

XIV. Abbonda fra l'altrcper ufo de'Citta-
dini,diAcque frefche,e di qualità falubre;il Ca-
nale, e l'Acqua di S.Catanna. La Campagna-»
feconda da per tutto di Acque freichidìme , fi
rende fertilissima nelle raccolte di Grani, Orzi,
Legumi,Lini,Miglio, ed altro. Fà molta Seta,e
perciò vi fono Selve, e Giardini grandifsimi di
Celfi negri,le fiondi de'quali fi vendono a'eon-
vicini in quantità . Abbonda d' Ulive , di
Quercie , di Noci, di Caftagne , di-Suberi, e d'
Ilici . La Montagna in dilianza di due miglia
piccoli dalla Terra, fi rende amenifsima; per
l'Acque fredde , frequentata dalle ricreazioni
continue de' Cittadini.

XV. Si celebra in particolare la quan-
tità delli Fongi di Pietra : quelle lì Spian-
tano , e fi confervano ne' Giardini, e fe ne_?
mandano fuori, ed ogni Pietra rende il fuo
Fongo per ogni Mefe.Vi è l'erba Carlina,della
quale per la propria qualità falubre , e delica
tezza , fi fervono nelle bevande ; la Terra, ed il
Territorio più acconcio è coltivabile, fono co
ronati di Vigne, e di bellifsimi frutti per la_*
bontà della Terra medefima.

XVI. Abbondantissima di Vini ottimi,ge
nerolì, e negri, de' quali fi mandano miglia;a_>
di Botti, cosi dentro del Regno, come fuori ;
Singolarmente in Napoli, Roma , Sicilia, Li
voruo, ed altre parti ; nella Morea all'Armata
Veneta, ed oggi giorno in grandissima quanti
tà . Abbonda di Mele,e di Manna GelefterQge.

Ita
 
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