Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
LA R. GALLERIA DI PARMA 15

ritenuta al Louvre col nome di Francesco de' Bianchi Ferrari, e il
San Rocco di Paolo Veronese. Né basta ancora: parecchi altri dipinti,
già esistenti nelle chiese, o furono donati o furono venduti a principi
e ad incettatori, o trasferiti altrove dagli stessi Religiosi. La Pietà, di
Bernardino Gatti non si trova più né dentro la chiesa di Santa Maria
Maddalena, dov'era, né altrove; gli abbati di San Giovanni Evangelista
donarono a Luisa Maria una bellissima tavola del Francia, portata al-
l'estero, e trasferirono a Roma il Cenacolo di Girolamo Mazzola-Bedoli.
E nei dintorni si lasciarono infine spogliare le chiese da rigattieri ed
antiquari.

IL — Nullameno la Galleria di Parma occupa in Italia uno dei posti
precipui per l'abbondanza dei dipinti e per lo splendore d'alcuni di essi.

L'inizio suo risale a Filippo I di Borbone, il quale, aperta nel 1757
l'Accademia di belle arti, vi raccolse quasi subito diversi quadri.

Ferdinando, succeduto al padre, incaricò, nel 1787, il marchese Al-
fonso Tacoli-Canacci, d'acquistare in Toscana alcune tavole di quella
scuola. Quasi tutta infatti si deve a lui la raccolta dei dipinti toscani, e
specialmente quelli di stile giottesco che ora occupano la sala XXII.
Deposti prima in Galleria, furono poi in buona parte messi nell'apparta-
mento ducale, donde li levò Maria Luigia nel 1821 per consegnarli al
Toschi che li dispose nelle sale. Trent'anni dopo, a Carlo III di Borbone
piacque di reclamarli e di spargerli fra il palazzo di città e quello di
Colorno, dai quali nel 1865 furono finalmente levati dal Demanio di Parma,
che li ridiede alla Pinacoteca.

Grandissimo vantaggio ebbe poi la Galleria dalla restituzione dei
quadri fatta, come ho detto, dalla Francia, perchè molti dei migliori che
prima del 1796 e del 1803 si trovavano sparsi per le chiese di Parma,
al ritorno furono trattenuti in Galleria. E dal 1816 in avanti, per tutto
il governo di Maria Luigia, la munificenza di lei e la intelligenza artistica
di Paolo Toschi si accordarono per l'incremento, anzi, si può dire per la
formazione dell'attuale Pinacoteca. Furono allora ampliate e restaurate le
vecchie sale ; altre maggiori e più splendide (come la ovale e quella delle
colonne) furono costrutte di pianta ; furono acquistati dipinti da molte parti
d'Italia, le Quadrerie Callani e Baiardi (1839) e tutta la Galleria dei conti

francesi, si notò, fra i tableaux placés dans Ics palais du rois, anche Bianchi Ferrari
Francesco - La Vierge avec son fils, Saint Be'noit et Saint Quintili, sur bois.

Perchè poi la restituzione d'esso non si effettuasse, è cosa che si capisce subito
vedendo appunto che non furono restituiti nemmeno gli altri quadri che erano nello
stesso palazzo del Re, mentre si riebbero soltanto quelli che si trovavano nel Museo, nei
magazzini del Museo e in alcune chiese.
 
Annotationen