III.
RR. GALLERIE DI VENEZIA.
I.
Le Pitture.
Nel 1895 le RR. Gallerie di Venezia si sono decorate di due nuovi
dipinti: l'uno è di Marco Basaiti, l'altro di Carlo Crivelli.
Il primo non è un acquisto : è un deposito della chiesa (già patriarcale,
ora parrocchiale) di San Pietro di Castello, alla quale tutto fa presumere
che sia appartenuto sempre. E una tela tagliata a semicircolo nel suo lato
superiore, alta m. 2.30, larga 1.56. Vi è rappresentato San Giorgio, coperto
di armatura forbita, sopra un gran cavallo bianco, che con le zampe
anteriori sta per piombare sul drago. Il santo china la piccola testa gio-
vanile, copiosa di capelli, e leva la spada senza scomporsi, certo del suo
colpo ; mentre a breve distanza la principessa lo guarda, in apparenza di
chi, dianzi esterrefatto, diviene repentinamente fiducioso ; e si stringe ad
un tronco di fico. Nel fondo corre un fiume sotto il doppio arco d'un ponte,
e, più oltre, i merli e le torri di vari castelli si profilano, in parte su
montagne tormentate dalle erosioni, in parte contro un cielo biancastro,
come di alba. Un cartello bianco, nel basso, reca questa iscrizione:
MDXX
M. BAXAITI P.
La fotografia non rende con sufficiente evidenza certi particolari
nascondendo il colore, che qui manifesta il senso di disgusto e di terrore,
che certamente faceva trasalire l'artista nel dipingere gli avanzi miserandi
del pasto del drago : corpi umani mutilati, illividiti e nereggianti, con omeri
e costole rosicchiati, sporgenti dai muscoli divelti a mezzo; con visi che
recano ancor l'espressione di un'agonia nello spasimo. Rarissime volte la
facoltà fantastica ha chiesto sì efficace sussidio al realismo più truce.
RR. GALLERIE DI VENEZIA.
I.
Le Pitture.
Nel 1895 le RR. Gallerie di Venezia si sono decorate di due nuovi
dipinti: l'uno è di Marco Basaiti, l'altro di Carlo Crivelli.
Il primo non è un acquisto : è un deposito della chiesa (già patriarcale,
ora parrocchiale) di San Pietro di Castello, alla quale tutto fa presumere
che sia appartenuto sempre. E una tela tagliata a semicircolo nel suo lato
superiore, alta m. 2.30, larga 1.56. Vi è rappresentato San Giorgio, coperto
di armatura forbita, sopra un gran cavallo bianco, che con le zampe
anteriori sta per piombare sul drago. Il santo china la piccola testa gio-
vanile, copiosa di capelli, e leva la spada senza scomporsi, certo del suo
colpo ; mentre a breve distanza la principessa lo guarda, in apparenza di
chi, dianzi esterrefatto, diviene repentinamente fiducioso ; e si stringe ad
un tronco di fico. Nel fondo corre un fiume sotto il doppio arco d'un ponte,
e, più oltre, i merli e le torri di vari castelli si profilano, in parte su
montagne tormentate dalle erosioni, in parte contro un cielo biancastro,
come di alba. Un cartello bianco, nel basso, reca questa iscrizione:
MDXX
M. BAXAITI P.
La fotografia non rende con sufficiente evidenza certi particolari
nascondendo il colore, che qui manifesta il senso di disgusto e di terrore,
che certamente faceva trasalire l'artista nel dipingere gli avanzi miserandi
del pasto del drago : corpi umani mutilati, illividiti e nereggianti, con omeri
e costole rosicchiati, sporgenti dai muscoli divelti a mezzo; con visi che
recano ancor l'espressione di un'agonia nello spasimo. Rarissime volte la
facoltà fantastica ha chiesto sì efficace sussidio al realismo più truce.