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Pitture

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

TaV. I I 2.

Dal capo III si passa nella seconda pergamena al capo VII.
E improbabile che il pittore abbia voluto omettere la scena
riguardante il sacrificio di Caino e di Abele, la morte di
questo (e. IV) e la fabbrica dell'arca (e. VI) coli'entrata che
vi fece Noè, descritta al capo VII. Sembra quindi che siansi
perdute due pagine e con esse due tavole.

3. (De Nessel, tav. III). In questa scena è espresso quanto
si legge nei capitoli VII, 19, Vili, 3, cioè il diluvio che som-
merge la terra e soffoca i viventi elevando a galla l'arca
noetica. Di sopra, il cielo vedesi coperto di nubi, dalle quali
discende una pioggia diluviosa: di sotto, le acque hanno
coperto la terra, e vi nuotano molti corpi morti e alcuni
ancor vivi, con un leone, un cignale cambiato nella stampa
erroneamente in leone, un capro che vi è omesso, due cavalli
e due serpi. L'arca coi tre piani elevasi nel mezzo delle acque,
le quali coprono in parte il solo piano inferiore.

4. (De Nessel, tav. IV. Gen. cap. Vili, i4-2o). Noè uscito
dall' arca colla moglie, coi tre figli e le nuore ha aperto la
porta agli animali quadrupedi e agli uccelli, alcuni dei quali
volano, altri posano sulle creste dell'Ararat. Il pittore ha
messo tutto lo studio ad esprimere le coppie degli elefanti,

dei leoni, dei cameli, dei cavalli, degli asini, dei buoi, dei
porci, delle capre, delle pecore, delle colombe e peranco delle
serpi. Tutto ciò è figurato nel piano superiore del quadro.
Neil' inferior piano Noè sacrifica a Dio, secondo che si legge
nel verso 20: Aedificavit autem Noe altare Domino et tollens
de cunctis pecoribus et volucribus mundis obtulit holocansta
super altare. Il patriarca è dipinto nell'atto di scannare una
pecora sopra un poggio di cubica forma, facendone scorrere
il sangue nel sottoposto vaso: ivi presso a sinistra giacciono
scannati un bue, un agnello, un' oca e due colombe. Innanzi
a destra è figurato l'altare con imbasamento e fornici nei
due piani che il compongono; sopra di esso arde il fuoco per
l'olocausto. I buoi rappresentati in questa scena e altrove
sono di quella specie che ha la gobba, non sempre espressa
nella stampa del De Nessel. E questa gobba un' escrescenza
carnosa, che sale fino al peso di cinquanta libbre, ed è pro-
pria soltanto dei buoi di Asia e di Africa, ma ignota del
tutto a quelle terre che furono una volta dell' impero greco
in Europa. Si può quindi arguire che il codice originale sia
stato miniato in Asia o in Egitto: ma piuttosto in Asia dove
le pere e le mele, le cui piante ha il pittore figurate nel
paradiso terrestre, sono indigene, e squisite, come i dattili
e il sicomoro in Egitto.

TAVOLA CXIII.

x.(D.

'e Nessel, tav. V). Nel capo IX, 8-15 si legge la pro-
messa che Iddio fece a Noè e ai suoi figli che erano insieme
con lui, quando gli istruì del prognostico di quell'arco baleno,
il quale al suo apparire nelle nuvole presagirebbe che la
terra non sarebbe mai più sommersa da un altro diluvio.
Vedesi dunque la mano parlante dalle nuvole e l'ampia
zona dell' arcobaleno ; Noè e i figli, son figurati in atto di
guardare in alto e ascoltare Iddio che dal cielo parla. La
stampa del De Nessel erroneamente figura Noè calvo, e il
primo dei suoi figli barbato: il qual secondo errore è anche
ripetuto nella tavola seguente. Noè è vólto di schiena e coi
figli guarda e ascolta la voce divina: il pittore non è ben
riuscito nello scorto in che ha voluto rappresentar Noè
che mira in su.

2. (De Nessel, tav. VI). Nella scena dipinta a destra Noè
dorme sdraiato a terra su di un materasso, appoggiando il
capo alla sinistra e avendo la destra rilasciata sulla coscia
destra, e coi piedi incrociati: che è gesto di riposo: egli è
tutto nudo, se non che il pallio gì'involge l'inferior parte del

corpo, ma non le pudenda, nel qual luogo al solito ho fatto
disegnare una foglia. Cam esce frettoloso fuori di quella
stanza e narra ai due fratelli ciò che ha veduto, questi lo
ascoltano con aria di verecondia e di rispetto al padre loro.
Vedonsi dipoi ambedue andare a ritroso, sostenendo sulle
loro spalle un pallio a fin di lasciarlo cadere addosso al
padre. La stanza ove giace Noè ha una fenestra, le cui due
sbarre son decussate secondo l'uso di quei tempi, essendo
messe a sostenere gli incastrati vetri o lastre della pietra
detta specolare, che molto si usava in Oriente. A sinistra
vedesi Noè che parla ai figli, stando a sedere sotto una vite
carica di bei grappoli: ivi è con essi anche il piccolo Canaan:
perchè ai discendenti di Cam Noè manda tutte le maledi-
zioni, e S. Nilo dice che Canaan fu figura dei Giudei che
derisero Cristo ignudo sulla croce (Ep. 85): toù Xaov àm'a-a'j
'lovtimav npóaanov flpei 0 Xavccàfi, o'ffTtg x«ì yufivwSi'vTo; tou
XptG-où xarsyÉXacrsv.

3. (De Nessel, tav. VII). Dal capitolo IX della seconda
pergamena passiamo al capitolo XIV, 17-20, espresso nella

— ìl
 
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