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Pitture

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

Tav. i4i.

9° HIC ALAPIS CECIDERUNT EUM ET PUGNIS
(Cf. Lue. XXII, 64; Matth. XXVI, 67; Marc. XIV, 66). Ai
due sgherri che nella scena precedente menano via Gesù,
sono qui aggiunti altri due, e uno di essi alza la mano aperta,
in atto di dare schiaffi (alapas); l'altro la stringe in atto di
percuotere coi pugni.

io0 PILATUS LAUIT MANUS SUAS (Matth. XXVII,
vers. 24; Act. Ap. III, i4). Gesù è menato via da due sgherri:
Pilato lava le mani coli'acqua che un servo gli versa da
una mestola: ei siede, vestito di tunica a lunghe maniche e
di clamide che si è affibbiata sull'omero destro.

11° DUXERUNT UT CRUCIFIGEI4' (Matth. XXVII,
vers. 3 1 : cf. Marc. XV, 20 ; Lue. XXIII, 26). Si ripete qui parte
della scena precedente; Cristo è menato via da uno sgherro,
e da due satelliti che sono armati di spada e la imbrandi-
scono. Singolare è il nimbo del Salvatore, che in luogo della
croce ha dentro raggi di splendida luce.

120 È qui rappresentato Gesù che porta la croce sulle
spalle, aiutato da un uomo in tunica verde, che ne solleva
di dietro il peso; vengono di poi tre soldati, i quali imbrac-
ciano lo scudo, e sono armati di lancia e di spada, e vestiti
essendo di sola tunica, hanno ai piedi alti calzari ad ingra-
ticolato. Il sig. Goodwin stima che quegli, il quale aiuta Gesù,
sia Simone il Cireneo: Iesus and Simon hearing the cross:
L'Evangelo dice che la croce fu data a portare a Simo-
ne (Matth. XXVII, 32; Marc. XV, 21 ; Lue. XXIII, 26;
Ioh. XIX, 17). S. Agostino, l'Apostolo d'Inghilterra, ebbe in

Roma da S. Gregorio Magno per quell' isola un quadro
che rappresentava il viaggio di Gesù colla croce in ispalla.
(Mabill. Ann. t. I, ad ann. 685, § 47). Quella imagine do-
veva esser messa a confronto con altra, la quale rappresen-
tava Isacco che portava le legna. Cosi il serpente innalzato
da Mosè vedevasi in altra pittura messo a rincontro con Gesù
levato in croce. Donde dedur possiamo, che lo studio posto
dalla Chiesa di unire insieme le imagini profetiche o tipiche
agli avvenimenti del nuovo Patto fu appunto adoperato a
bene dei Gentili e degli Ebrei, e durava tuttavia nel secolo VI.

3. L'Evangelo di S. Marco reca fra le due colonne di testo
della prima pagina un' imagine in busto, pubblicata dal
sig. Goodwin nella tavola 2 della dissertazione citata n° 4.
Egli a pagina 6 crede che probabilmente si è voluto con essa
rappresentare Satan che tentò Gesù nel deserto (Marc. I, 13).
Ma io non son d'accordo con lui ; perocché è certo che quel
busto rappresenta una persona umana barbata e munita di
ali, la quale è involta nel pallio. Se non che alle umane sem-
bianze sono date orecchie e giubba da leone, e le sue braccia
terminano in branche parimente leonine con unghie adunche.
Ciò vuol dire che questa è un'imagine simbolica dell'Evan-
gelista S. Marco, rappresentata in forma non nuova del tutto,
cioè mista d' uomo e di leone. S. Pier Crisologo nella volta
della sua cappella in Ravenna, citata di sopra, ove ha fatto
rappresentare i quattro simboli evangelici, in luogo del leone
di S. Marco assai probabilmente pose una figura umana con
giubba e artigli e orecchie leonine. Lo spirito ribelle comin-
ciò a rappresentarsi assai tardi in forme mostruose (Vedi la
Teorica, L. IV, e. 8).

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