52, Origini Italiche
farte di Terrevo esgli Umbrì, che già erano vecchissìmi in Italia.
Si osfervi inoltre, che non ostante il pretelo Grecismo in Ita-
lia, che il so!o Dionisio pretende di periqadere col solito equivoco
di far Greci i Pelasgi, quando poi viene a ipecificare varj Popoli Ira-
11ci, quasì tutti li chiama AutoBoni e vecchidìmi delP Italia medesi-
ma. Talchè si verisica, che neisun vecchio autore, e nemmeno il
prefato Diomsio ha detto giammai verun Popolo Italico di fuora.
venuto, Non Tirreni, non Umbri, non Sabini, non Cronj, o Sa-
turni, non Piceni, non Sanniti,non Euganei, non Liburni, nè altri
poTono dirsi di fuora venuti, lì detto Dionisio (i) col sopraccenna-
to nome di Autottoni chiama i Siculi, Così Indigeni chiama i Tir-
reni (2), così chiama gli Umbri e gli Etrùsci s3] con Troezenio y
Scrittore cjelle cose precise degli Umbri, nè in verun altro Popolo
Italico in specie sa trovare una derivazione efiranea. Se si congiunga
Livio, che dice gli Etrufcì popolatorì di tutta ltaliaì e altri dicono
gli Umbri, e i Toschi insieme se non si contradicono fra di loro]
dunque potremo dire, che non vi è autore, che diea Pltalia , nè gP Ita-
lici in specie generati dai Popoli forefiieri, nè Greci, nè Fenicj, nè
Traci, nè Celti, nè Germani, nè verun Popolo Settentrionale può
farsi nostro Progenirore. E qualche nostro Moderno, che lo dice >
mutila, o guasta evidentemente le cita2Ìoni, e molto più guasta la
Cronologia, e tutta P Istoria antica.
Onde vere non poTono eTere quefie supposte Grcche emigrazio-
ni nel refio di Europa antichamente diffuse. Altrimenti in detta al-
tra falsa Ipotesi troppi Popoli, e troppi fatti solennissìmi, e anteriori
in Italia si dovrebbero proscrivere; e il di Lei principio, e molco più
queìlo di tanti altri Regni di Europa ( dei quali anco meno in quei
primi tempì PIToria ragiona) e quegii otto secoli,che retrograda-
men-.
(1) Dioms. d' jCiic. Lib, 2 Cap. 84. pag. 212. Z^óro? èe Tpct£v,vtog •.. Zeno-
dotus vero Troezenìus y qui Vmbrìca Gentis hifloriam conscripfit > narrat mdige-
nas.... Mutatoque cum sedibus nomine Sabinos pro Vmbris appellatos
(2) Serv. ad Virg. Eneid. Lib, 1. verf 561. zz Si canos quidem uvtqkQovuì tradunt.
— Dionis. Lib. 1. pag. 8. 7= 'ì.iksàoì è%vo$ ctv rryevess ee Siculi gens indigena.
40 Dionis Lib. 1. pag. 23. Cap. 19.. =: Ouare vereor ne vensmilior sst eorum ora-
tio, qui non advenam essc hanc Gentem (Etru/cam), scd tndigenam ajjeverant ^
farte di Terrevo esgli Umbrì, che già erano vecchissìmi in Italia.
Si osfervi inoltre, che non ostante il pretelo Grecismo in Ita-
lia, che il so!o Dionisio pretende di periqadere col solito equivoco
di far Greci i Pelasgi, quando poi viene a ipecificare varj Popoli Ira-
11ci, quasì tutti li chiama AutoBoni e vecchidìmi delP Italia medesi-
ma. Talchè si verisica, che neisun vecchio autore, e nemmeno il
prefato Diomsio ha detto giammai verun Popolo Italico di fuora.
venuto, Non Tirreni, non Umbri, non Sabini, non Cronj, o Sa-
turni, non Piceni, non Sanniti,non Euganei, non Liburni, nè altri
poTono dirsi di fuora venuti, lì detto Dionisio (i) col sopraccenna-
to nome di Autottoni chiama i Siculi, Così Indigeni chiama i Tir-
reni (2), così chiama gli Umbri e gli Etrùsci s3] con Troezenio y
Scrittore cjelle cose precise degli Umbri, nè in verun altro Popolo
Italico in specie sa trovare una derivazione efiranea. Se si congiunga
Livio, che dice gli Etrufcì popolatorì di tutta ltaliaì e altri dicono
gli Umbri, e i Toschi insieme se non si contradicono fra di loro]
dunque potremo dire, che non vi è autore, che diea Pltalia , nè gP Ita-
lici in specie generati dai Popoli forefiieri, nè Greci, nè Fenicj, nè
Traci, nè Celti, nè Germani, nè verun Popolo Settentrionale può
farsi nostro Progenirore. E qualche nostro Moderno, che lo dice >
mutila, o guasta evidentemente le cita2Ìoni, e molto più guasta la
Cronologia, e tutta P Istoria antica.
Onde vere non poTono eTere quefie supposte Grcche emigrazio-
ni nel refio di Europa antichamente diffuse. Altrimenti in detta al-
tra falsa Ipotesi troppi Popoli, e troppi fatti solennissìmi, e anteriori
in Italia si dovrebbero proscrivere; e il di Lei principio, e molco più
queìlo di tanti altri Regni di Europa ( dei quali anco meno in quei
primi tempì PIToria ragiona) e quegii otto secoli,che retrograda-
men-.
(1) Dioms. d' jCiic. Lib, 2 Cap. 84. pag. 212. Z^óro? èe Tpct£v,vtog •.. Zeno-
dotus vero Troezenìus y qui Vmbrìca Gentis hifloriam conscripfit > narrat mdige-
nas.... Mutatoque cum sedibus nomine Sabinos pro Vmbris appellatos
(2) Serv. ad Virg. Eneid. Lib, 1. verf 561. zz Si canos quidem uvtqkQovuì tradunt.
— Dionis. Lib. 1. pag. 8. 7= 'ì.iksàoì è%vo$ ctv rryevess ee Siculi gens indigena.
40 Dionis Lib. 1. pag. 23. Cap. 19.. =: Ouare vereor ne vensmilior sst eorum ora-
tio, qui non advenam essc hanc Gentem (Etru/cam), scd tndigenam ajjeverant ^