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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Monumenti Etruschi o di Etrusco nome (Band 2,1): Specchi mistici — [s.l.], 1824 [Cicognara, 2591-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.4311#0203
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TAVOLA NONA. 196

ua sedente nel mio Specchio mistico può esser parimente
giudicata una Cibele, ancorché abbia un berretto in luo-
go di corona turrita; giacché 1' antichità ci somministra e»
sempi ove questa Dea (indubitatamente Gibele, come atte-
stano altri suoi simboli e specialmente i leoni ) ha un api-
ce in testa in vece di tal corona ». Entrando così in ma-
teria il mentovato scrittore prosiegue a dire esser già noto,
che nei misteri vi erano delle grandi relazioni fra queste
due divinità, Bacco e Gibele. Riflette quindi che i Greci
dopo aver ricevuto il culto della gran Madre Dea dai Feni-
ci, lo mischiarono con quello di Rea loro divinità parziale,
che divenne ancor Terra e Cerere che nutrisce i mortali j
ma siccome questa riunione recava della confusione, così
non fu più conservata che nei misteri 2. L'opinione che
Bacco e Cibele fossero in quelli uniti proviene da vari pas-
saggi di antichi scrittori, fra i quali egli molto opportuna-
inerite cita a tal uopo il seguente: ce Felice quegli che istrui-
to nei misteri sacri ha purificata la sua vita e iniziata la
sua anima nelle tiasi divine, dandosi sulle montagne al cul-
to di Bacco con delle cerimonie sacre, e che praticando le
Orgie della gran madre Cibele, agitando il tirso e corona-
to di ellera, onora il Dio di Nisa » 3.

I misteri del paganesimo son dunque un evidente nesso,
che lega i vasi antichi dipinti in terra cotta, gli Specchi
mistici, e i bassirilievi delle urne sepolcrali sotto un mede-
simo punto di vista: dal che si fa chiaro perchè noi tro-
viamo questi tre oggetti diversi nei sepolcreti medesimi, e
quindi ancora ci dobbiamo viemaggiormente convincere che

i Ved. ser. vi, tav. R, num. 4
a Millin, Peint. de ¥srs,s Tom. i
£. IL

pi. XL, p. 100.

3 Euripid., Bacch,, v. j3, et seq.

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