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Mauro, Lucio; Aldrovandi, Ulisse [Hrsg.]
Le Antichita De La Citta Di Roma — Venedig, 1556 [Cicognara, 3572; 3787]

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https://doi.org/10.11588/diglit.26713#0045

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Temp.de U
Febre.,

R*gni Pala
tim.

D T R O M As. , n

Nel mexxo del colle hebbe la Fede il tempioj Temp.de U
che Numct le edisicòj & 'Agoflo lo rifecej ejflen- Feac '
do tuttoper le antichita guaflo. Vi hebbe anco
Vittona d tempw, Ve Inebbe Gioue Vittore ; ~ve
l’hehbe la Febre jdla quale Jacriflcauano jper*
che non noceflse :Ve thebbero i Lari. Vifluro.no i
bagni Palatinij doue unaparte de l’acqua Clau->
dia yemua ; de h cui acjuedottifl yeggono anche
hoggi alte jssonde di mura. Vi fu la Cuna de’

Sahj ; yifu l’auguratorio j doue ssi cattauano gh
augurij. Vifu yna cafla diCeflare ; Vna cafla co
prati di Vanno, ynaltra cafla di Vittrmio Bac-
coperflona molto illuflrej che spianataj poiflu quel
luogo i Prati di Bacco chiamato. Viflu il Vico di
Padojil Vico de la Fortuna refpiciente. Hehoga
balo laflmco di Porphido le ssrade che erano flu
queflo coUe :Jul qualeflssaceua ynasseflaj & 'vn
mercato 3 che il chiamauano Palatuar, Su que-
sìo coUesscco Romolo yna lanciaj che dicono3 che
apprendefse le radicij e diuentafse alberogrande.

Queflo bafìi del Palatino ; ragioniamo hora del
Foro RomanOj e del ComitiOjche h era da lapar-
te di Tramontana.

Valatntur.

Del
 
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