Mauro, Lucio; Aldrovandi, Ulisse [Hrsg.]: Le Antichita De La Citta Di Roma (Venedig, 1556) [Cicognara, 3572; 3787]

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N//# simuUcYO del Nilofiume dell’Fgitto.chegìuce col
sunco fimfìro fpra ~vnci fpìnnge animale peculia
re dell’Eo-itto ; e con la man manca tiene il corno
della copia : e li Jonocli opnn vntorno fopra xyij.
putti del marmo isìefio. Nellafua baf , che è del
medefmo marmo3f "veggono ifcolpiti Crocoddi,
barcÌKtte.e yarie forte di animali deìl’Egitto,che
nelNilofeso nafcono. Quefo fmulacro del Ni
lofu non ègran tempoj'itrouato prefso S.Stefano
cognominato di Caco. Soleuano glt antichi Poett
Tìumi sngere d quefo modogli Dei de’fumi; e d.mefie
fando d quel modo giacenti ne’ capi de’sonti loro
yerfrno copiofamente acque : & d ciafuno attn
buifcono quelle cofe , chepiu f yeggono nelle con-
trade , per le quah efi pafjano : come fecero del
Teuertjche l’appoggtarono fepra la Lupa , che s
tiene Romolo e Remoalpetto ;per che quejìtfun-
darono Roma}per la quale quefo fumepafja : E
snfro la sfnge con que Crocodilt &altri anima
h che ndlEvittof trouano, neUa baf del Nilo,
per che per quefa contrada fcorre quesosume ;
anxi per che nelsume fesfo smili ammali fge-
comodelU nerano. Finfero ancho ifumi col corno della co-
C0^ M pia, per dmotare ynafomma abondantia dt tutte

le cofe alia yita necejftne,che nelie contrade, che
; hanno