Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

DOI article:
Avellino, Francesco Maria: Il mito di Talo: memoria; letta alla Reale Accademia Ercolanese nell'anno 1837
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0109
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
MITO DI TALO 97

chiama Licea , o piuttosto Lincea, ed ove pone l'abitazione
di Circe

In quanto poi alle relazioni tra Circe e gli Argonauti,
il poeta le riduce soltanto alle seguenti. Giasone spedisce a
terra alcuni degli eroi per riconoscere gli abitatori. Circe si
presenta loro, e si reca quindi alla nave, ove lo splendor
del suo volto e delle sue chiome reca a tutti stupore. Allo
scorger Medea, che ascondeva per vergogna il volto, ella
le rimprovera le sue scelleratezze, e le impone di ricercarne
cogli Orfici riti la espiazione presso a' lidi di Malea. Le
vieta di entrar nella sua casa , ma ritirata le invia doni
ospitali. Sorto il vento indi, la nave di là partì, e trapassan-
do le foci di Terneso giunse alle colonne di Ercole 2).

Nel poema di Valerio Fiacco, in cui manca presso
che interamente ciò che concerne il ritorno degli Argonauti,
nulla per conseguenza può leggersi relativamente alla visita
fatta a Circe. Ma questo scrittore nel suo libro VII introduce
Venere stessa, che prendendo la figura di Circe recasi ad
indurre Medea all' amor di Giasone 3). Ed è notevole che
presso questo scrittore Medea al veder Circe a poco a poco
riconosce in essa la sorella del proprio genitore 4), cui per
riverenza dà pure il nome di mater 5).

Non potrebbe assicurarsi se Timageto citato negli scolii

1) Avxx'ov itoti x£pfc». Ib'd- v. 12o3
e segg. Che fosse un' isola il dice nel V.
1240. La lezione Avxaìot, che è nella edi-
zione del Gessner, è stata giustamente e-
mendata in Kiyy.aiov o Aiya'ov dallo Hey-
ne ad Virgil. Aeneìd. VII exc. I p. 5i3
seqq. tom. HI et in Apollodor. pag. 99.

roi ir.

2) Ibid. v. 1208 e segg.

3) V. 210 e segg.

4) V. 214 e segg.

5) V. 242 , 248. E Circe stessa affet-
tuosamente volge a Medea l'appellazione
di nata, v. 229.

i3
 
Annotationen