I FUJSERALI DI ARCHEMORO 185
chemoro col suo mortorio, Euridice, Issipile, Giove, No-
mea, i cigni dal mesto canto, e i dolorosi aspetti delle
Telemistrie ; al secondo voglionsi riferire Pelope vincitor
d' Enomao e posseditore d'Ippodamia, Mirtilo favoreggiator
di costei, Atlante che sostiene il cielo, le sette Esperidi intor-
no all' albero dagli aurei pomi guardato dal serpente, Ercole
assistito da Minerva che gli rende propizia la Vittoria,
Espero ed il Sole a cui quel forte indirizza la voce, la Si-
rena che suona i cembali, la Stagione co' suoi copiosi fiori,
le tenie sventolanti, la lepre fuggente, le belve che s'inse-
guono, e Bacco ed Arianna accompagnati da'festivi Satiri. Le
quali cose rappresentate dall' arte sopra una plasmata creta
e dipinte con le più squisite adornezze delle Azioni immagi-
native, tutte s'incontrano in un sol punto per dimostrarci : la
pietà consolatrice della sventura con esercizi nobilissimi, che
affinando la virtù erano acconci a promuovere la civiltà.
E di vero la morte d' Ofelte, che vedesi nel nostro va-
so, è una scena cavata dalla storia dell' umanità , la quale
possiamo leggere e meditare come la pagina di orrenda
tragedia. 11 tristo fatto, sceverato di tutto il maraviglioso,
e ridotto alla nuda semplicità sua, altro non ci offre,
che un fanciullo regale lasciato a terra in mezzo a'fiori
dalla nudrice, ed ucciso da un serpente. Passarono se-
coli e secoli, ed un simile caso ripetevasi in Italia, do-
ve, tra i gelsomini e le rose che ornavano un ruscello,
la bellissima Vittoria Albina, poco più che ventenne, il
vezzoso figliuoletto abbracciava morto da una serpe, e lui
abbracciando, ahi madre infelice! spirava. Niuno può leg-
Voi. IV, 24
chemoro col suo mortorio, Euridice, Issipile, Giove, No-
mea, i cigni dal mesto canto, e i dolorosi aspetti delle
Telemistrie ; al secondo voglionsi riferire Pelope vincitor
d' Enomao e posseditore d'Ippodamia, Mirtilo favoreggiator
di costei, Atlante che sostiene il cielo, le sette Esperidi intor-
no all' albero dagli aurei pomi guardato dal serpente, Ercole
assistito da Minerva che gli rende propizia la Vittoria,
Espero ed il Sole a cui quel forte indirizza la voce, la Si-
rena che suona i cembali, la Stagione co' suoi copiosi fiori,
le tenie sventolanti, la lepre fuggente, le belve che s'inse-
guono, e Bacco ed Arianna accompagnati da'festivi Satiri. Le
quali cose rappresentate dall' arte sopra una plasmata creta
e dipinte con le più squisite adornezze delle Azioni immagi-
native, tutte s'incontrano in un sol punto per dimostrarci : la
pietà consolatrice della sventura con esercizi nobilissimi, che
affinando la virtù erano acconci a promuovere la civiltà.
E di vero la morte d' Ofelte, che vedesi nel nostro va-
so, è una scena cavata dalla storia dell' umanità , la quale
possiamo leggere e meditare come la pagina di orrenda
tragedia. 11 tristo fatto, sceverato di tutto il maraviglioso,
e ridotto alla nuda semplicità sua, altro non ci offre,
che un fanciullo regale lasciato a terra in mezzo a'fiori
dalla nudrice, ed ucciso da un serpente. Passarono se-
coli e secoli, ed un simile caso ripetevasi in Italia, do-
ve, tra i gelsomini e le rose che ornavano un ruscello,
la bellissima Vittoria Albina, poco più che ventenne, il
vezzoso figliuoletto abbracciava morto da una serpe, e lui
abbracciando, ahi madre infelice! spirava. Niuno può leg-
Voi. IV, 24