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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Rucca, Giacomo: Dell'uso de' sotterranei anfiteatrali: memoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0246
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204 R U C C A

do i Goti amantissimi di siffatti spettacoli. E Teoderico
stesso fabbricava in Ticino, o sia Pavia, un anfiteatro, ed
altri in altre città ( Vita di S. Ilario negli Atti de* Santi
addì 5 Maggio)\ e nell' anno 53y assediando i Goti Roma
difesa da Belisario Generale di Giustiniano Imperatore, si
impadronivano del f^ivajo, o sia serraglio delle fiere, ben-
ché poi respinti con grave loro perdita ( Proeopio de Bel-
lo Golhico lib. I. cap. 25. ) ; e nell' anno 553 un corpo di
Franchi, che s' era nascoso nell' anfiteatro di Parma fuori
le mura , tagliava a pezzi Fulcari, condottiere degli Eruli
al soldo di Narsete. Sembra dunque verisimile, che durante
il secolo sesto dell'Era Cristiana fossero ancora in attività
gli anfiteatri, per indi passare nel secolo susseguente e al-
tri posteriori a figurar da fortezze in grazia della solidità ,
onde erano costrutti.

Ecco gli usi di quelle sostruzioni, che tutti gli anti-
quarii avevano umiliate a ricettacolo di immondizie, od
altro tale, e che noi ammiriamo compresi da stupore nel
solo Anfiteatro Campano. Emule in parte, giacché sorpas-
sar non le potevano né in ampiezza, nò in solidità , né
in eleganza, convien credere fossero quelle del Romano.
Le Puteolane , che or si sta richiamando alla luce , sono
anch' esse di considcrabil merito , non sì però da venire al
paragon delle Campane, massime in larghezza , magnificen-
za , e distribuzione.

A nostri dì fra così viva luce d' ogni umana cono-
scenza , nel vantato progresso di Arti e di Scienze, sem-
brati tuttora incredibili molte arditezze dell' antica Dina-
mica. Giovenale nella Satira 4/ parla di fanciulli rapiti
 
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