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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 8.1856

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Fusco, Giuseppe Maria: Dei Cavedii e degli Atrii secondo la descrizione di Marco Vitruvio Pollione
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https://doi.org/10.11588/diglit.14098#0240
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( 224 )

gliezza i). Il forte argomento allegato a sostenere la sua opi-
nione lo tolse per assurdo dall' eccesso, che a suo modo di ve-
dere ne sarebbe risultato ; dicendo, supposto 1' atrio di cin-
quanta piedi di lunghezza e da questa risecato , secondo rile-
vasi da Vitruvio , il quarto per addirsi allo spazio richiesto dai
lacunari , ed a quello intercetto dell' arca, di molto sensibile
ne sarebbe tornata la sproporzione , non sapendo mica tolle-
rarlo sì alto : difetto che tenne eliminato ove si fosse adottata
la sua correzione.

§. 26. Dei varii esempi che comprendeva Vitruvio nel
suo discorso, tendente a dare le norme colle quali avevasi a
proporzionare qualunque specie di atrio, il Marini, contro ogni
aspettativa, non n esaminò che un solo il più conducente, se-
condo si pensò, all' opinione da lui immaginata. Di certo se
avesse recato in mezzo Y estremo opposto, avrebbe di leggieri
veduto il eh. uomo che all' assurdo immaginario la passione
gli presentava nell' esempio prescelto a giustificare la sua as-
serzione, uno effettivo sarebbe subentrato. Imperocché dato un

1) Ecco le sue parole : Miìii liquet le-
gendum esse .- Altitudo eorum quanta lati—
tudo fuerit, quarta dempta, sub trabes ex-
tollatur : reliquum lacunariorum et arcae
supra trabes ratio habeatur, uti supraprae-
viomii in emendationibus ( v. la nota pre-
cedente ). Et re quidem vera si prò voce la-
titudo legerelur longitudo, excessum in alti-
tudine haberemus. Concipiatur enim atrium
sive cavaedium etiam medìocris longiludi-
nìs,puta quinquaginta pedum, eius altitudo
assurgeret adpcdes triginta septem cum di-
midio, et altitudo arcae cum lacunariis ad

duodecìm pedes cum dimidio; quibus quidem
in dimensionibus quis excessum non depre-
hendit ? E contra si allitudinem a latitudine
pendere slatueris, omnis evanescit excessus:
assumpta enim latitudinis ad longitudinem
ratione, uti trituri ad quinque, laliludo erit
triginta pedum, ideoque alt itudo atrii viginti
duorum cum dimidio, et arcae cum lacuna-
riis pedum septem cum dimidio; quod nul-
lam objicit difficultatem , imo conveniens
est. Op. e Tom. cit. lib. VI, cap. Ili, an-
not. 20, pagina 20.
 
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