ROMA
SCULTURA.
j^/Jirando sempfe ad alimentare quanto .si può i nostri foglj di Og-
getti, che per la loro vaghezza giovino principalmente a rallegrar-
«i il cuore, primario scopo delle arti belle ; opportunissima' pec
dare un brillante principio a questo secondo volume ci é sembra-
ta la qui annessa statua di Ebe , leggiadra invenzione , replicata
più volte? e recentemente, non senza qualche nuovo lènocinio
riprodotta dal nostro illustre Scultore Signor Cavaliere Antonio
Canova. Nella sua ricca officina, ove a protomi insigni, a ri-
lievi, e monumenti-di ogni genere, accoppiati torreggiano smi-
surati colossi, chi di- antichi , chi di moderni eroi, stassene la
bella Diva mescendo nettare , senza invidiare nè la mole , nè l'ar-
tifizio altrui ; bensì facendo la delizia di noi mortali, come si fa-
voleggia che facesse un giorno quella dei Numi . Essa è di tal
venustà , che l'occhio del più misantropo, ( seppur di questa raz-
za ve n' e fra gli amatori delle belle arti) , non sa distaccarsene £
e tuttoché distratto , e confuso rimanga fra tanti altri maravigliosi
oggetti, come per incanto vi ricade sopra senza avvedersene .
Al giusto calcolo che sempre facemmo di così gentile ed aere*
figura, per determinarci a parlarne , altro non ci mancava, che
la recente occasione di aver veduto , la sulla mole d' Augusto ,
desultorie ragazze fendere in piedi V aere sopra ammaestrati cor-
sieri , nulla celando delle belle lor forme , e così vaghe per Io svo-
lazzo degli abiti, per la leggerezza de' movimenti , e disegno
delle attitudini ; che sembravano fatte a posta per richiamarne al
pensiere o la pie - ventosa Ci) Iride, o questa svelta elegantis-
sima coppiera di Giove . Che se le valorose donzelle , dal corag-
gio medesimo rese talvolta imprudenti si videro precipitare al suo-
lo ; pur anche d' Ebe servirono a rammentarci quella'sconcia ca-
duta , che giovò di pretesto al Tonante per levarla d'officiò , e so-
stituirvi il nuovo oggetto delle sue debolezze , il giovine Gani-
mede .
Tutti vanta i pregj dell'amabilità la nostra Ebe , a comincia-
te dalia sua gentil proporzione , quella cioè di una ragazza ; che
A
CO Così hi chiama Omero .
SCULTURA.
j^/Jirando sempfe ad alimentare quanto .si può i nostri foglj di Og-
getti, che per la loro vaghezza giovino principalmente a rallegrar-
«i il cuore, primario scopo delle arti belle ; opportunissima' pec
dare un brillante principio a questo secondo volume ci é sembra-
ta la qui annessa statua di Ebe , leggiadra invenzione , replicata
più volte? e recentemente, non senza qualche nuovo lènocinio
riprodotta dal nostro illustre Scultore Signor Cavaliere Antonio
Canova. Nella sua ricca officina, ove a protomi insigni, a ri-
lievi, e monumenti-di ogni genere, accoppiati torreggiano smi-
surati colossi, chi di- antichi , chi di moderni eroi, stassene la
bella Diva mescendo nettare , senza invidiare nè la mole , nè l'ar-
tifizio altrui ; bensì facendo la delizia di noi mortali, come si fa-
voleggia che facesse un giorno quella dei Numi . Essa è di tal
venustà , che l'occhio del più misantropo, ( seppur di questa raz-
za ve n' e fra gli amatori delle belle arti) , non sa distaccarsene £
e tuttoché distratto , e confuso rimanga fra tanti altri maravigliosi
oggetti, come per incanto vi ricade sopra senza avvedersene .
Al giusto calcolo che sempre facemmo di così gentile ed aere*
figura, per determinarci a parlarne , altro non ci mancava, che
la recente occasione di aver veduto , la sulla mole d' Augusto ,
desultorie ragazze fendere in piedi V aere sopra ammaestrati cor-
sieri , nulla celando delle belle lor forme , e così vaghe per Io svo-
lazzo degli abiti, per la leggerezza de' movimenti , e disegno
delle attitudini ; che sembravano fatte a posta per richiamarne al
pensiere o la pie - ventosa Ci) Iride, o questa svelta elegantis-
sima coppiera di Giove . Che se le valorose donzelle , dal corag-
gio medesimo rese talvolta imprudenti si videro precipitare al suo-
lo ; pur anche d' Ebe servirono a rammentarci quella'sconcia ca-
duta , che giovò di pretesto al Tonante per levarla d'officiò , e so-
stituirvi il nuovo oggetto delle sue debolezze , il giovine Gani-
mede .
Tutti vanta i pregj dell'amabilità la nostra Ebe , a comincia-
te dalia sua gentil proporzione , quella cioè di una ragazza ; che
A
CO Così hi chiama Omero .