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DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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il suo punto più culminante; e si scorgono le terre
della bassa Etruria, nella vasta insenatura fra il Ci-
mino ed i monti del volsiniese. Verso nord-est appa-
risce il Soratte, e dietro a questo veggonsi le mon-
tagne della Sabina (tav. II, fig. 2) ; a sud è la
campagna di Roma chiusa nel fondo dai monti
laziali.

» Il declivio del monte, come quello delle sue
appendici limitanti la valle di Baccano, è fortissimo
ad est (fig. 4 A ; tav. II, fig. 1 A), e cresce in prossi-
mità della spianata superiore troncata verso levante da
un'alta ripa tufacea a picco, nonché da balze minori.
Meno ripido è questo declivio sul versante di Mar-
tignano, lungo il quale trovasi una prominenza for-
mante una piccola spianata, limitata lateralmente ed
inferiormente da una balza scoscesa (tav. II, fig. 3).

« A nord ed a sud della piattaforma terminale,
ed in corrispondenza allo spartiacque dei due bacini
di Baccano e di Martignano, si stendono i fianchi del
monte, con poca inclinazione, e quasi simmetricamente
alla vetta, fino a due insenature naturali molto appro-
fondite dall'opera dell'uomo, che tagliano trasversal-
mente la cima montuosa comune ai due crateri. Que-
sti tagli appariscono nettamente all'occhio di chi tra-
versa la via Cassia sulla valle di Baccano.

« Al di qua ed al di là dei tagli suddetti abbiamo
a nord un colle denominato Casale (fig. 4 B ; tav. II,
fig. 1B), ed a sud altro colle, di uguale altezza, che
non ha speciale denominazione (fig. 4 C; tav. II, fig. 1 C).

« Queste tre elevazioni costituiscono il tratto mon-
tuoso, che è comune ai due crateri del lago di Mar-
tignano e della palude di Baccano.

« Il colle a sud di Monte s. Angelo (C) non
offre notevoli accidentalità ; e termina in alto con una
spianata convessa, non molto inclinata, la quale è
limitata all'ingiro da una balza a scarpa quasi con-
tinua, ed evidentemente artificiale. Da questo colle
si distaccano poi tre contrafforti. Il primo (fig. 4 D ;
tav. II, fig. 1 D), discendendo con lieve pendenza a
sud sud-est, forma la cinta meridionale del cratere di
Baccano, mentre l'occidentale inflettendosi (fig. 4 E ;
tav. II, fig. 1 E), discende ad ovest per costituire il
lembo inferiore del lago di Martignano, o dell'antico
alsietino.

« Il contrafforte intermedio (tìg. 4 F; tav. II, fig. 1F)
discende con leggiero declivio verso sud, quasi paralle-

lamente al primo, da cui è separato solo per mezzo di
un burrone della profondità di circa 30 metri. Questo
contrafforte distinguesi dai precedenti, perchè lungo la
linea dello spartiacque presenta elevazioni mammello-
nari di tufo incoerente.

« Da questo gruppo di Monte s. Angelo, che de-
vesi al sollevamento prodotto dai vulcani sabatini, ha
origine il corso del Treia verso nord-ovest. Verso
sud-ovest, benché a maggiore distanza, scorre il Valca
per la valle in cui sorse la città di Veii.

« Monte s. Angelo apparisce formato dalla so-
vrapposizione di parecchi banchi di tufo vulcanico, di
differente struttura e durezza, i quali non sono con-
cordati sui due fianchi orientale ed occidentale, ed
hanno una inclinazione notevole.

« Il fianco occidentale, quello cioè prospiciente il
lago di Martignano, presenta presso la base un banco
di tufo cinereo a grana finissima. Questo, benché meno
resistente del tufo giallo litoide, è poco adatto come
materiale di costruzione, perchè facile a disgregarsi
per l'azione degli agenti atmosferici; nondimeno è
abbastanza coerente, perchè i cavi in esso praticati
offrano sufficiente solidità. Tale banco di tufo si estende
fino oltre la base del colle Casale (B), e del colle
a sud di Monte s. Angelo (C), giungendo quasi fino
all'altezza delle insenature che limitano questo colle
centrale a nord ed a sud.

« Sovrapposta al banco inferiore trovasi una no-
tevole assisa di tufo di colore cenerognolo, disgrega-
bile facilmente e costituito da scorie e lapilli, tal-
volta stratificati, con frammenti angolosi di lave leu-
citiche di fonoliti e di roccie calcari, frammenti che
si trovano sparsi nella massa in maggiore o minore
quantità.

« Tali frammenti di roccia si incontrano dissemi-
nati frequentemente alla superficie del suolo alle falde
delle circonvallazioni dei due crateri del lago di Mar-
tignano e della palude di Baccano, avendo le acque
piovane corroso più o meno profondamente i tufi ed
i lapilli incoerenti, dentro i quali i detti massi erano
inclusi.

« La parte superiore di Monte s. Angelo è costi-
tuita da potente banco di roccia tufacea di color grigio
giallognolo, il quale si sovrappone al tufo scoriaceo.
Lo spessore massimo del banco apparisce dal lato
orientale verso Baccano, ove forma una rupe a picco,
 
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