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DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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Che il poggetto fosse stato piano superiormente ci
risulta da ciò che tanto i pozzi funebri nel centro,
quanto quelli che si riconobbero nella periferia, ave-
vano tutti il fondo quasi al medesimo livello ; il che
vuol dire che originariamente avevano ad uguale li-
vello anche la loro apertura ed il loro culmine. Le
acque piovane avendo portato via uno strato assai
alto di terreno, naturalmente nella periferia, ove co-
minciava il declivio, ne venne a cadere maggior parte
che nel centro. Perciò superiormente in un certo rag-
gio si trovarono solo i fondi dei pozzetti; nel centro
invece questi pozzetti si mantennero fino ad una certa
altezza.

Ora se per la struttura geologica quei poggetti non
avrebbero potuto in origine avere superiormente la
forma pianeggiante, uopo è concludere che furono così
ridotti ad arte.

Inoltre di tagli artificiali fatti per rendere più
aspro il declivio appariscono i segni anche nei lati ;
e così del ripiano superiore come di questi tagli si
hanno esempi anche in poggetti di altre necropoli ita-
liche del territorio prossimo.

Sembra che siasi in origine prescelto un sito per
la dimora dei defunti, e che siasi cercato di dare a
questo sito l'aspetto medesimo che per le fortificazioni
ed i tagli della scarpata aveva il luogo abitato. Si
cercava un piccolo colle, che fosse stato in vista del-
l'abitato, e vi si spianava la sommità, formandovi at-
torno il declivio, e circoscrivendone l'ambito superiore
con un piccolo argine. Nel sepolcreto vetustissimo di
Montarano presso Falerii ci si mostrarono in maniera
assai visibili i resti di questo argine.

Allora nel ripiano superiore, come se lo spazio fosse
stato diviso col cardine e col decumano (altrove in fatti
si riconobbero i segni di queste partizioni), si deter-
minava il sito per le tombe dei più nobili ; ed intorno
a questo si distribuivano le altre per le persone di
minore dignità ; e tutto attorno poi si disponevano le
tombe povere, alle estreme falde del piccolo poggio, e
finalmente anche nel piano. Le distinzioni sono ma-
nifeste così dal modo con cui le tombe furono co-
struite, come dai resti dei corredi funebri che vi si
scoprirono.

Il sepolcreto così fatto, veduto a qualche distanza,
doveva presentarsi come un centro abitato di propor-
zioni minime, somigliando ai tetti delle capanne i

segni sepolcrali o le stele che finivano a tetto testudi-
nato

Quando in un poggio il seppellimento era finito, si
cercava un poggio prossimo, per un nuovo sepolcreto ;
e pare che ciò avvenisse col finire di una generazione
ed il cominciare di un'altra.

Si affacciano alla mente molte ipotesi, che paiono
accettabilissime, e che inducono a credere essere stata
fatta l'inaugurazione del nuovo sepolcreto con speciali
riti, e forse in coincidenza di solennità colle quali
chiudevasi e riaprivasi il secolo.

Ma, tenendosi a quello che abbiamo potuto osser-
vare, certo è che il luogo per la collocazione delle
tombe in questo periodo antichissimo non era arbitra-
rio, cioè non si seppelliva indifferentemente nelle va-
rie zone nelle quali un sepolcreto era diviso, e molto
meno si ponevano le tombe sopra una o sopra un'altra
collina, secondo che ad uno talentava.

Sembra invece che le aree in ciascun sepolcreto
fossero state precedentemente assegnate; avendo noi
stesso osservato il fatto che mentre in alcune necro-
poli le tombe sono intense, pure vi sono degli spazi
che bene avrebbero potuto comprendere un sepolcro,
e che non furono mai occupati, mentre si iniziarono
in prossimità nuovi sepolcreti. Forse le persone alle
quali in una data generazione tali spazi di tombe erano
stati assegnati, erano morte lontane dalla loro terra.

Anche a Monte s. Angelo, benché in mezzo alla
maggiore rovina, rimasero segni evidenti per ricono-
scere che la necropoli andò estendendosi in tanti se-
polcreti, che mentre possono corrispondere al rinnovarsi
delle generazioni, si succedono cronologicamente. La
corrispondenza col rinnovarsi delle generazioni e quindi
col crescere della gente, si dimostra per mezzo della
estensione maggiore, che i sepolcreti successivamente
ebbero.

La successione loro cronologica è provata dalla
qualità dei fittili, che corrispondono al periodo più an-
tico nel poggetto meridionale e più lontano, ed al pe-
riodo ultimo in quello più vicino all'abitato.

(') Mentre era in corso la stampa di questa memoria, ap-
parve nel giornale la Gazzetta di Parma, anno XXXIV, n. 272
(5 ottobre 1893) una comunicazione del prof. L. Pigorini, il
quale, trattando degli ultimi scavi nella terramara di Fontanel-
lato, ebbe a notare che la necropoli di questa terramara fu
fatta a perfetta imitazione della stazione abitata.
 
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