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DEGLI SCAVI ni ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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terra fine ovvero dalla terra fine impastata con calce,
nel fondo della cavità, era collocato entro un cono di
tufo, a cui un grosso lastrone di pietra rozza serviva
di coperchio, come qui vedesi nella figura 42. Rappre-
senta la tomba 19 del sepolcreto dalla parte bassa
della Petrina (fig. 3 B, tav. Ili B).Essendo il cinerario
ben protetto, non vi era bisogno della terra fine che
lo avesse preservato dall'urto dei grandi sassi. E però

4. Pozzetto come il precedente con la differenza
che l'olla coi resti del rogo, invece di essere coperta
da una lastra di pietra rozza, era chiusa fra due
callotte di tufo, di forma sferoidale, delle quali la in-
feriore costituiva la base, la superiore il coperchio.
Questo il più delle volte accennava in modo rudimen-
tale ai pioventi della capanna (fig. 48). L'esempio ci
è offerto dalla tomba 13 del sepolcreto dalla parte bassa

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Fio. 42.

il riempimento in queste tombe si faceva generalmente
con pietre piuttosto grandi, accatastate le une sulle
altre.

Qualche volta la sfaldatura di pietra che copriva
il cono di tufo, serviva contemporaneamente di co-
perchio all'ossuario. Ne abbiamo esempio nella tomba
17 del sepolcreto a sud di Monte li Santi (fig. 3 E,
tav. Ili E), della quale è data una rappresentanza nella
fig. 8 della tav. IV.

della Petrina (fig. 3 B, tav. Ili B). Un esempio simile,
datoci dalla tomba 3 del sepolcreto stesso, è ripro-
dotto nella tav. IV, fig. 9. L'ossuario di questa tomba
è quello segnato col n. VI nella serie delle tombe
di Narce.

Il riempimento o la colmata avvenivano come nel
pozzetto precedentemente descritto.

Talvolta il cinerario, invece di essere custodito
in una callotta di tufo, trovasi dentro un dolio fittile,
 
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