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239

DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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Certo non abbiamo documenti per affermare nel
modo più reciso che tale manifattura avesse avuto
sede in Narce od in Falorii ; ma tutto porta a con-
cludere che il paese, ove questa industiia si eserci-
tava, fosse stato non molto lontano. In fatti i nostri
vasi rossi hanno molti caratteri tecnici somigliantis-
simi; ed è oltremodo ristretta la zona di Etruria, in
cui soltanto si rinvennero finora. La necropoli tarqui-
niese ne diede rari esempì, e questi con particolarità
che li mostrano provenienti da officine diverse da
quelle onde provennero i nostri. Nel territorio vetu-
loniese se ne ebbero finora esempì anche più rari.
Scarsissimi poi furono i saggi che ne vennero dalle

per cui i vasi venuti da una navigazione così lon-
tana fossero stati destinati ad un piccolo territorio
soltanto e nella parte più interna del nostro paese.

Ma con la introduzione dei vasi rossi non cessa-
rono le industrie vecchie, benché accettassero dall'arte
nuova le forme dei recipienti, che anche nell'impasto
nero furono imitati come sopra è stato detto.

Alla nuova arte appartengono i grandi fittili, ese-
guiti nelle stesse proporzioni dei grandi recipienti usati
nella mensa. Questi per altro non si trovano che nelle
grandi fosse con loculo sepolcrale, e nelle camere con
sarcofagi. Nelle fosse semplici, e più antiche, non vi
sarebbe stato lo spazio necessario ad accoglierli; quindi

Fig. 105.

1:4

necropoli al di là del Cimino. Per contrario abbon-
dantissimi esempì ne restituirono alla luce il territorio
falisco ed il capenate.

Probabilmente nuove od accurate ricerche nel ter-
ritorio ceretano potrebbero metterci in grado di ri-
solvere il quesito ; essendo assai verosimile che l'in-
dustria nuova fosse stata portata nella valle del Treia
e nel territorio capenate da quella via. In ogni modo
nessuno vorrà sostenere che tale industria sia da attri-
buire al commercio straniero; giacché sarebbe stato
impossibile che con quei recipienti, di volume gran-
dissimo e sommamente fragili, avessero i mercanti
fenicii navigato fino alle coste tirrene ; ed anche vo-
lendo ciò ammettere, sarebbe inesplicabile il fatto

furono posti in esse i vasi rituali, che riproducevano in
piccole proporzioni le forme degli utensili entrati nel
nuovo costume. Parimenti rituali furono gli utensili
del corredo nelle tombe a pozzo.

A migliore intelligenza ci riportiamo alle ligure
che rappresentano le forme principali di questi nuovi
fittili. La prima (fig. 104) ritrae il cratere adottato nel
nuovo costume della mensa. È sempre sferoidale, ed imita
la grande olla di rame a lamina di una sola tiratura.
È munito di collo, il cui diametro superiore misura ge-
neralmente la metà della massima espansione del vaso.
E lavorato alla ruota, ed ha copertura rossa a base
di ossido di ferro, mescolato con cera e resina. Tale
copertura fu applicata sopra il recipiente appena cotto,
 
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